Elio Lannutti : “Draghi dovrebbe essere processato per crimini economici contro l’umanità”
In un’intervista concessa in esclusiva al nostro sito www.ioamolitalia.it, Elio Lannutti, presidente di ADUSBEF (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finanziari), lancia una pesante accusa alla cupola para-mafiosa composta da banchieri centrali, banche d’affari e agenzie di rating: “Se il mercato globalizzato si fosse dotato di regole certe e di un Tribunale internazionale, analogo a quello che regola i crimini di guerra, posto a giudicare i comportamenti dei suoi principali attori, Mario Draghi, Alan Greenspan, Ben Bernanke e la cricca finanziaria delle banche di affari e delle agenzie di rating, dovrebbero essere chiamati alla sbarra per crimini economici contro l’umanità”.
A distanza di due anni, e con il passaggio dal governo Monti a quello di Enrico Letta, come sono cambiate le cose?
“Tutti i dati macro-economici concordano su un netto peggioramento: tasso disoccupazione (salito dell'1,2%, quello giovanile è al 42,6%); contrazione record dei consumi ( -7,8%) con una caduta complessiva della spesa delle famiglie di circa 56 miliardi di euro; Pil in discesa; potere di acquisto precipitato; produzione industriale ed entrare tributarie in calo; gettito Iva diminuito (nonostante l’aumento dell’aliquota al 22% in ossequio ai diktat di Olli Rehn). Infine la disastrosa gestione economica del Governo Letta-Saccomanni, a novembre 2013 è riuscita a sfondare i 2.104 miliardi il record del debito pubblico, con un aggravio totale di 63 miliardi di euro da aprile 2013, quando il debito era di 2.041 miliardi, al ritmo di 9 miliardi di euro al mese, facendo peggio di Monti, in carica da metà novembre 2011, che a conclusione del suo mandato a fine aprile 2013, aveva generato aumento di 128,904 miliardi in 17 mesi, al ritmo di 7,5 miliardi di aumento medio mensile, il peggior risultato rispetto a tutti i governi che lo avevano preceduto dal 1996. Monti aveva infatti incrementato il debito di 128,904 miliardi di euro, producendo un carico per i cittadini italiani (59,6 milioni) pari a 34.250 euro ed un aumento pro-capite di +2.163 euro. Il governo Letta-Saccomanni, partito a fine aprile con un debito di 2.041,293 miliardi di euro, vede salire, a fine novembre l’importo a 2.104 miliardi di euro, con un aumento in 7 mesi di 63 miliardi, e un maggior carico pro-capite per i cittadini di 1.068 euro in 7 mesi al ritmo di 9 miliardi al mese, portando il debito a carico di ciascun cittadino italiano a 35.302 euro, con un onere aggiuntivo occulto oltre a tasse, tariffe, pedaggi e bollette di 152 euro al mese”.
Le agenzie di rating continuano a influenzare i mercati ai danni d’Italia e soprattutto a loro favore?
“Certamente, con una differenza. Negli Stati Uniti, il Dipartimento della Giustizia su impulso del presidente Obama, ha messo sotto processo il loro operato assieme alle banche d’affari che spacciarono i mutui sub-prime ed altri titoli tossici. In Italia l’unico magistrato coraggioso che ha avuto il coraggio di rinviarle a giudizio, il PM Michele Ruggiero della Procura di Trani, è stato isolato”.
E’ reale la ripresa economica per l’Italia come dice Letta oppure e una strategia per fermare i No Euro?
“Non c’è ancora nessuna ripresa dell’economia e non potrebbe essere altrimenti (nonostante i proclami di Letta-Saccomanni). Con migliaia di imprese che chiudono ogni mese strozzate dalle banche e dalla morsa di Equitalia, con i dati sulla cassa integrazione e la perdita di posti di lavoro, chi afferma che vede ripresa economica è un mentitore. Il governo Letta-Saccomanni, poteva invertire la rotta puntando su sgravi fiscali ad imprese e lavoratori, invece di regalare 28 miliardi di euro alle banche (tra oneri fiscali sulle perdite e rivalutazione delle quote di Bankitalia), come premio ai banchieri strozzini che revocano i fidi con preavviso di 24 ore, gettando nella disperazione imprese e famiglie, per acquistare 403 miliardi di titoli di Stato. Ma il Governo dei banchieri non ha alcun interesse a recidere tali rapporti incestuosi, chiedendo alle banche di fare il proprio mestiere di liquidità al mercato, non di speculare sugli spread per pagare le laute prebende agli artefici della crisi sistemica, sempre più inadeguati ed incapaci a svolgere la delicata funzione creditizia. I cosiddetti “populisi”, sprezzantemente definiti dalle èlites, si prenderanno la rivincita alle elezioni europee”.
Lei ha scritto un libro, “Cleptocrazia – Ladri del futuro”. Ci può dare qualche indizio chi sono questi ladri, così possiamo essere più curiosi ad conoscerli tramite il vostro libro?
“Cleptocrazia parte da un assunto: la grande crisi prima finanziaria, oggi economica che sta 'devastando' in particolare i paesi del Vecchio Continente ha un colpevole: una cupola para-mafiosa alla quale sono stati conferiti poteri enormi non bilanciati da pari responsabilità: sono i manutengoli del potere finanziario, che stanno affamando le classi lavoratrici. Banche centrali e d'affari fanno parte dello stesso ingranaggio che favorisce la speculazione selvaggia e stritola nei suoi ben oliati sistemi, tutti gli oppositori ad un regime tecnocratico che ha sovrastato la politica, imponendo una ossessiva politica al rigore di bilancio, incompatibile con la recessione economica e con la prolungata crisi sistemica, che impedisce la ripresa ed uccide i consumi. Cleptocrazia denuncia l’oligarchia finanziaria composta da banchieri centrali, banche d’affari e agenzie di rating, che opera al di fuori di qualsiasi regola in rapporti incestuosi, governa i destini del mondo e attenta alla sovranità degli Stati e alla ricchezza delle Nazioni. Se il mercato globalizzato si fosse dotato di regole certe e di un Tribunale internazionale, analogo a quello che regola i crimini di guerra, posto a giudicare i comportamenti dei suoi principali attori, Mario Draghi, Alan Greenspan, Ben Bernanke e la cricca finanziaria delle banche di affari e delle agenzie di rating, dovrebbero essere chiamati alla sbarra per crimini economici contro l’umanità. È da questa cupola para-mafiosa, più forte dei poteri costituiti, che i governi democratici devono imparare a difendersi. Questi manutengoli del potere finanziario, principalmente con la leva dei tassi di interessi e del costo del denaro, come ha fatto Draghi con le operazioni Ltro di 1.000 miliardi erogati dalla Bce alle banche al tasso dello 0,75%, utilizzati per finalità improduttive e di bilancio con l’acquisto dei titoli di Stato, hanno affamato interi popoli ridotti all’indigenza. I governi del G20, se vogliono davvero evitare la catastrofe, i fallimenti a catena di Stati sovrani e i funerali dell’euro e intendono invece restituire ai giovani e a intere generazioni un futuro ipotecato, devono mettere all’ordine del giorno un nuovo ordine monetario mondiale, una nuova Bretton Woods, per promuovere e discutere regole e norme stringenti, che sottragga alla finanza speculativa e alla dittatura dei cosiddetti mercati e degli spread, una finanza spregiudicata che, dopo aver creato montagne di derivati Otc (per un valore complessivo di 700.000 miliardi di dollari, a fronte di un Pil mondiale di 55.000) scambiati su piattaforme opache, hanno assunto funzioni arbitrarie che non sono nella disponibilità degli oligarchi che alimentano leve finanziarie, Swap e CDS (Credit Default Swap). I Governi democraticamente eletti, se non vogliono assistere alla fine dell’euro e del sogno europeo, devono riacquistare la loro sovranità su banche d’affari, fondi speculativi, banche e banchieri centrali, riaffermando il primato della politica. La priorità dell’Europa è imporre a oligarchi senza scrupoli e tecnocrati bancocentrici una stagione di regole che possa sottrarre ai banchieri la potestà di battere moneta falsa con gli strumenti derivati, piramidi finanziarie e denaro dal nulla per appagare la loro avidità di guadagno. Se i governi democraticamente eletti non impongono regole alla finanza spregiudicata e ai banchieri centrali – che devono cominciare a rispondere dei loro errori e non essere esentati come infallibili divinità – e non cambiano un paradigma sull’ideologia fondata sul debito, vera e propria droga rappresentata dalle carte di credito che genera tossicodipendenza e sull’azzardo morale dei banchieri, sarà direttamente responsabile di un fallimento storico”.
Dottor Lannutti, è ancora convinto che l’Italia è in svendita agli stranieri?
“L’esempio più lampante riguarda il decreto Imu-rivalutazione delle quote di Bankitalia, con la sua privatizzazione in controtendenza rispetto a tutti i paesi europei che hanno banche centrali pubbliche, un regalo di 7,5 miliardi di euro alle banche dal governo Letta-Saccomanni, che si configura come un crimine economico contro gli italiani. Il decreto, che rivaluta infatti le quote di Bankitalia da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro oltre ad essere un regalo alle banche socie, in primis Unicredit e Banca Intesa che potranno scrivere sui bilanci asfittici oltre 3,5 miliardi di euro, consente di mettere le mani su oro e riserve della Banca d’Italia, valutate al 31 dicembre 2012, ben 136 miliardi di euro. Privatizzare oro e riserve, sudato risparmio degli italiani, come gentile omaggio agli affaristi della presunta public company, che potranno entrare a far parte del capitale di Bankitalia (che pagherà loro un dividendo annuo del 6%, 24 volte i tassi di riferimento BCE ed un assegno cash di 450 milioni di euro), equivale ad espropriare i cittadini di un bene indivisibile che appartiene al popolo, non nella disponibilità dei tecnocrati e cleptocrati di un Governo maggiordomo dei banchieri. Per questo i legali di Adusbef hanno depositato un esposto-denuncia a 130 Procure della Repubblica, per indebita alienazione di beni pubblici ai privati, ipotizzando reati di peculato ed illecita appropriazione di beni indivisibili ed inalienabili dello Stato ed alto tradimento”.