giovedì 13 febbraio 2014

USCITA DALL'EURO, DALL'UE E DALLA NATO

www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 09-02-14 - n. 485

L'Unione Europea è la dittatura dei monopoli

Carmelo Suárez * | unidadylucha.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
http://www.resistenze.org/sito/te/pe/dt/pedteb09-013982.htm
09/02/2014

L'Unione Europea (UE) è la forma storico-concreta che adotta la dittatura del capitale in Europa come sovrastruttura politica più adeguata all'avanzato processo di concentrazione e centralizzazione del capitale, in questo inizio del XXI secolo.

Il capitale monopolista - figlio del processo di concentrazione e centralizzazione del capitale inerente alla formazione socio-storica capitalista - necessita di espandere in modo irrefrenabile le proprie capacità di espansione e crescita, per controllare mercati di dimensioni maggiori e per muoversi in grandi aree con tutte le possibili strutture che necessita la sua ingombrante dimensione, per estrarre il plusvalore a una massa sempre più numerosa della classe operaia e divorare le altre frazioni più deboli di questi stessi monopoli e altri soggetti più arretrati dell'accumulazione capitalista. Lo scontro, è quindi, tra una élite molto ridotta e decine di milioni di operai e operaie che non hanno nulla da guadagnare da questo progetto imperialista. Nemmeno le lotte inter-imperialiste apportano qualcosa in favore della situazione della classe operaia, nessuna delle frazioni del capitale monopolistico smetterà di sottomettere la classe operaia ad un sempre crescente sfruttamento, perché risponde alla loro antisociale logica interna.

Le borghesie imperialiste, nel ventesimo secolo, hanno scatenato due guerre mondiali che hanno costretto la classe operaia ad andare sul campo di battaglia - con oltre sessanta milioni di morti -, portando bandiere diverse per difendere le frontiere delle proprie classi dominanti, adesso - convertite in oligarchie imperialiste fortemente monopoliste - adottano come simbolo unitario del loro progetto uno straccio blu con stelle gialle dei trofei che hanno incorporato alla loro logica di accumulazione e rapina. L'Unione Europea è, senza dubbio, un progetto politico ed economico guidato dalla frazione oligarchica europea, per favorire esclusivamente i propri interessi di classe.

L'adozione della moneta unica, per un certo numero di paesi, risponde a questa logica del capitale monopolistico. La politica monetaria è sotto il controllo assoluto delle istituzioni dell'UE dell'euro, sottraendo agli Stati incorporati le capacità di gestire la propria politica monetaria per le proprie esigenze nazionali. Sono i rappresentanti del capitale monopolistico che dettano le politiche che si adattano ai grandi monopoli, in istanze sempre più aliene dalla base sociale necessariamente integrata in questo progetto.

A questa logica classista - che è quella che impone la sua legge nella UE - si è cercato di "collocare" una Costituzione - nel 2005 - per cercare di imitare il processo storico che diede forma agli Stati nazionali nel XIX secolo, cercando con essa di dargli un abito formalmente democratico. Questo tentativo è risultato un fallimento clamoroso e adesso nessuno parla di questo tentativo patetico. La grande differenza con il processo ottocentesco - che il capitale monopolistico non ha apprezzato in questa occasione - è che in quella precedente fase storica la creazione degli Stati nazionali attrasse una varietà di classi sociali, oggettivamente interessate a liquidare le vecchie strutture ancorate al decrepito feudalesimo, in quanto quel processo era, senza dubbio, un processo modernizzatore e di progresso storico. Ma la grande differenza è che in questa fase, il progetto imperialista dell'UE, quello che rappresenta è la strategia esclusiva di questa élite molto ridotta, che può solo esercitare il proprio potere basato sullo sfruttamento e l'oppressione sociale della grande maggioranza (classe operaia e settori popolari). Si tratta, chiaramente, di un processo che non progredisce in alcuna modernizzazione del progetto capitalista - impossibile già da molto tempo - ma mira a consolidare e modellare la perpetuazione del dittatoriale potere borghese nella fase di decadenza del sistema capitalista; fase sempre più diseguale, antisociale e violenta. Pertanto, il blocco dirigente ha molte difficoltà ad articolare le alleanze sociali e politiche che danno supporto alle loro strategie principali.

L'UE - in termini reali - è diretta dai grandi monopoli dell'energia, delle comunicazioni, dell'industria, del capitale finanziario, dell'alimentazione, della produzione e vendita di armi, ecc. Così si esprime, in forma palese, lo scontro tra gli interessi delle élite legate al capitale monopolistico ed una ampia base sociale e sottomessa allo sfruttamento brutale e all'aumento della povertà, senza nessuna opzione di futuro all'interno del sistema capitalistico.

Analizzando il processo storico, dalla metà del XX secolo, possiamo vedere come il progressivo processo di concentrazione e centralizzazione del capitale in Europa (sempre incrementato dalle successive crisi del sistema capitalista e come necessità di superamento delle stesse) va associato alla presa di decisioni politiche, che cercano di creare un nuovo quadro di dominazione su misura alle esigenze di questo capitale monopolistico: CECA (1951), CEE (1957), Accordi di Maastricht (1992), Trattato di Lisbona (2009), ecc.

Tutte queste iniziative politiche sono state realizzate - nonostante la rappresentanza politica dei monopoli non smetta di cercarlo - senza un sostegno sociale collettivo abbastanza sufficiente per dargli radici e legittimazione sociale. Eufemisticamente, i promotori del progetto, dicono che "tra la popolazione c'è molta indifferenza per l'UE".

Il trionfo della controrivoluzione in URSS e in altri paesi che stavano costruendo il Socialismo, nei primi anni novanta del secolo scorso, ha liberato le forze del capitalismo - senza il freno che supponeva il blocco socialista-, che si sono lanciate freneticamente per cercare di recuperare il tempo perso. Così si sono accelerate le condizioni per la tempesta perfetta che porta alla débâcle della crisi attuale.

Nello scenario della crisi del capitalismo - scoppiata nell'estate 2007 - tutti i fattori di mancanza di coesione interna del progetto dell'UE si acutizzano. L'oligarchia, scatena una brutale guerra contro la classe operaia, attaccando tutti i diritti che essa considerava conquistati e senza ritorno, aumentando il tasso di sfruttamento della forza lavoro in maniera brutale e sottopone ad un impoverimento estremo milioni di lavoratori e lavoratrici (un esercito di riserva di quasi trenta milioni di operai e operaie senza lavoro nell'UE). L'abisso esistente tra la minoranza dell'élite oligarchica da un lato e la classe operaia e i settori popolari dall'altro, si allarga ulteriormente. Lo spazio per il consenso e il patto sociale si restringe al minimo, si acutizza lo scontro nella lotta di classe e uno spettro torna a aggirarsi per l'Europa; tutte le forze della vecchia Europa si sono unite in una santa alleanza per esorcizzare questo spettro: Merkel, Hollande, Rajoy, Cameron, Tsipras...

La classe operaia torna con forza nello scenario della storia - scenario che mai aveva lasciato, anche se alcuni credevano il contrario - e ritorna a sollevarsi nello scontro capitale-lavoro. Se ieri - nell'artificiale fase espansiva durata quattordici anni -, il capitale ha ammortizzato la lotta di classe, oggi - nella fase acuta dell'attuale scoppio della crisi- si acutizzano le contraddizioni e la classe operaia comincia a riorganizzare le sue forze per il contrattacco. Aumentano gli scioperi e la combattività degli stessi. La battaglia ideologica tra le forze opportuniste e quelle rivoluzionarie assume forza. La pace sociale viene gradualmente messa all'angolo dalle posizioni più combattive della classe.

La classe operaia e gli strati popolari, cominciano a comprendere che nell'UE non hanno nulla a che fare.

Ma la classe operaia ha un cammino chiaro: questo cammino si chiama USCITA DALL'EURO, DALL'UE E DALLA NATO. Quanto prima la classe operaia inizia questo percorso con determinazione, tanto prima si avvicinerà la fine del capitalismo, prima giungeremo al POTERE OPERAIO e al SOCIALISMO-COMUNISMO. Che non ci distraggano gli opportunisti del PSE (Cayo Lara, Alexis Tsipras, Pablo Iglesias), discepoli di Berstein e della sua banda, che abbiamo fretta di arrivare e ne abbiamo tutta l'intenzione.

Il Partito Comunista prepara le sue file per l'offensiva e chiama la classe operaia ad unirsi per la battaglia decisiva, in cui l'unico finale non può che essere la vittoria.

* Segretario Generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)