I manifestanti del movimento 'Wall Street Occupare' nelle strade del quartiere finanziario (Afp)I manifestanti del movimento 'Wall Street Occupare' nelle strade del quartiere finanziario (Afp)
Il sito Nieman Watchdog, dell'Università di Harvard,
recentemente ha pubblicato un ottimo intervento di
John Hanrahan, ex giornalista del Washington Post,
sul modo in cui la stampa ha presentato le
manifestazioni del movimento Occupy Wall Street,
gli indignados americani. «C'è stato un profluvio di
critiche documentate sul modo in cui i grandi mezzi
di informazione inizialmente hanno raccontato, o
non hanno raccontato, le proteste di Wall Street»,
ha scritto Hanrahan.
Dapprincipio se ne è parlato pochissimo, e come se
si trattasse di episodi folcloristici (e io stesso, mea
culpa, non ci ho fatto caso). Ma ora è chiaro che sta
succedendo qualcosa di importante: finalmente, dopo tre anni in cui le Persone
Tanto Coscienziose si sono
rifiutate di inchiodare il mondo della finanza alle sue responsabilità, c'è una
sollevazione dal basso contro i padroni dell'universo.
Naturalmente ci saranno i soliti tentativi di sminuire la faccenda basandosi su
dettagli trascurabili: guardate che sceneggiate fa quella gente, guardate come sono
conciati i manifestanti. E allora? È meglio quando banchieri vestiti di tutto punto,
che hanno messo in ginocchio l'economia con le loro scommesse scriteriate (e che
 sono stati soccorsi con i soldi dei contribuenti) piagnucolano perché il presidente
Obama dice qualche piccola cattiveria su di loro?
Oppure diranno: perché non cercano di cambiare le cose dall'interno del sistema?
Basta guardare com'è andata a quelli che ci hanno provato. Se gli intrighi di palazzo
hanno affossato gente come Elizabeth Warren (la riformatrice della finanza, ora
candidata al Senato) perfino all'interno dell'amministrazione Obama, e se i
Repubblicani si sono schierati in forze dalla parte dei malfattori straricchi, perché i
dimostranti non dovrebbero cercare canali alternativi a quelli consueti?
Infine, perché non delegare alla gente che sa che cosa bisogna fare? Chi legge
regolarmente questa mia rubrica conosce già la risposta: le Persone Tanto
Coscienziose non hanno fatto altro che fare errori, errori colossali e reiterati, sia
prima che dopo la crisi finanziaria. Non c'è un solo elemento, nella storia recente
dell'economia, che autorizzi a dare un qualche credito ai sapientoni della finanza.
Perciò, i dimostranti hanno ragione. E se gli uomini di Obama avessero un po' di
spirito di autoconservazione, cercherebbero di ricucire i rapporti con le persone
 che hanno deluso così pesantemente. Perché non vado a Zuccotti Park. Qualche
lettore mi chiede di andare a tenere un discorso in una delle manifestazioni del
movimento Occupy Wall Street. Ma non posso, e per ragioni facilmente intuibili.
Ho l'enorme privilegio di esporre le mie opinioni per due volte la settimana sui
più importanti quotidiani del pianeta. Cerco di fare l'uso migliore possibile di
questo privilegio, di fare tutto quello che posso per diffondere la verità e per
promuovere le misure che considero più adatte. Questo privilegio però si
accompagna ad alcune restrizioni: una di esse è il divieto di varcare la linea che
separa l'opinionista dall'attivista. Ed è una linea più che giustificata. Lo dico nel
caso ve lo stiate chiedendo.

(Traduzione di Fabio Galimberti)