giovedì 28 novembre 2013
Arbitrarietà del credito: 20 miliardi ai poveri e 113 ai ricchi
Arrestiamoli tutti: Bankitalia compra sé stessa col signoraggio degli italiani
Banche, il governo prepara un regalo fino a 4 miliardi per Intesa e Unicredit
L'esecutivo vara in sordina (e in fretta e furia) l'emendamento Banca d'Italia, che oltre alla rivalutazione della partecipazione nell'istituto centrale include un compratore per la quota altrimenti invendibile. Giusto a ridosso degli esami comunitari
Per Intesa SanPaolo e Unicredit il cosiddetto decreto Bankitalia che il Consiglio dei ministri ha approvato mercoledì 27 novembre in fretta e furia prima del voto sulla decadenza del Senatore Berlusconi, vale una cifra compresa tra 2,73 e 4 miliardi di euro. L’ultima mossa del governo Lettain tema di regali agli istituti di credito in trepida attesa degli esami comunitari, prevede infatti una rivalutazione del capitale della Banca centrale attraverso una ricapitalizzazione gratuita da 5-7,5 miliardi di euro fatta attingendo alle riserve della stessa Banca d’Italia.
Conti correnti e prestiti, gli abusi delle banche
Conti correnti e prestiti, gli abusi delle banche. E i modi per difendersi
Abbondano le insidie per i risparmiatori, dalle spese aggiuntive alle modifiche dei contratti all'insaputa del correntista. Sono ancora pochi, però, quelli che fanno ricorso contro gli istituti, perché spesso non conoscono i diritti di cui godono
Modifiche dei contratti all’insaputa del contraente, spese aggiuntive a sorpresa e tassi usurai. Abbondano le insidie per chi apre un conto corrente o chiede un finanziamento. Così come i tranelli sono evidenti, però, non mancano i diritti di cui godono i risparmiatori, anche se quasi nessuno se ne avvale, perché gli istituti di credito fanno di tutto per tenerli nascosti.
1978: ucciso Aldo Moro, in agosto si modifica la legge di bilancio...
Riforma di alcune norme di contabilita' generale dello Stato in materia di bilancio.
(GU n.233 del 22-8-1978 )
Modifiche della riforma del 1978:
1) L’introduzione del bilancio annuale di cassa accanto a quello di competenza;
2) L’adozione del bilancio pluriennale;
3) L’introduzione della legge finanziaria (oggi denominata legge di stabilità)
4) La classificazione economico-funzionale delle spese
I "personaggi" che abolirono i biglietti di stato nel 1998
A FUTURA E SEMPITERNA MEMORIA:
LEGGE 31 marzo 1966, n. 171
Autorizzazione al Tesoro dello Stato a fabbricare ed emettere biglietti di Stato da L. 500. (GU n.91 del 14-4-1966)
(Presidente: Giuseppe SARAGAT - Premier: Aldo MORO - Ministro del Tesoro: Emilio COLOMBO - Guardasigilli: Oronzo REALE)
Testo in vigore dal: 29-4-1966 al: 28-3-1998
abrogata da:
DECRETO LEGISLATIVO 10 marzo 1998, n. 43
Adeguamento dell'ordinamento nazionale alle disposizioni del trattato istitutivo della Comunita' europea in materia di politica monetaria e di Sistema europeo delle banche centrali. (GU n.61 del 14-3-1998)
Entrata in vigore del decreto: 14/03/1998
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Presidente della Repubblica: Oscar Luigi SCALFARO (deceduto)
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Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri (vivente)
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Carlo Azeglio Ciampi, Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (vivente)
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Lamberto Dini, Ministro degli affari esteri (vivente)
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Vincenzo Alfonso Visco, Ministro delle finanze (vivente)
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il Guardasigilli: Giovanni Maria Flick (vivente)
LEGGE 31 marzo 1966, n. 171
Autorizzazione al Tesoro dello Stato a fabbricare ed emettere biglietti di Stato da L. 500. (GU n.91 del 14-4-1966)
(Presidente: Giuseppe SARAGAT - Premier: Aldo MORO - Ministro del Tesoro: Emilio COLOMBO - Guardasigilli: Oronzo REALE)
Testo in vigore dal: 29-4-1966 al: 28-3-1998
abrogata da:
DECRETO LEGISLATIVO 10 marzo 1998, n. 43
Adeguamento dell'ordinamento nazionale alle disposizioni del trattato istitutivo della Comunita' europea in materia di politica monetaria e di Sistema europeo delle banche centrali. (GU n.61 del 14-3-1998)
Entrata in vigore del decreto: 14/03/1998
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Presidente della Repubblica: Oscar Luigi SCALFARO (deceduto)
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Romano Prodi, Presidente del Consiglio dei Ministri (vivente)
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Carlo Azeglio Ciampi, Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (vivente)
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Lamberto Dini, Ministro degli affari esteri (vivente)
Vincenzo Alfonso Visco, Ministro delle finanze (vivente)
il Guardasigilli: Giovanni Maria Flick (vivente)
Le privatizzazioni, conseguenza della truffa del debito pubblico
www.resistenze.org - proletari resistenti - lavoro - 27-11-13 - n. 476
La grande abbuffata
Un approfondimento sulle privatizzazioni
Unione Sindacale di Base | usb.it
20/11/2013
I nodi al pettine
La crisi di Alitalia a soli cinque anni dalla sua cessione ai soci privati della CAI, la contestuale vicenda della svendita di Telecom alla spagnola Telefonica, così come il nuovo pacchetto di privatizzazioni annunciato dal Governo Letta (dall'Eni alla Fincantieri ma in prospettiva anche Terna, Poste e Rai) riaccendono i riflettori sulle vicende lontane e più recenti dei processi di privatizzazione in salsa italiana.
Il piano annunciato da Letta conferma un processo di svendita di pezzi di estrema importanza nella struttura economica del nostro paese, si tratta di aziende che rivestono funzioni strategiche sia in proprio sia di supporto all'intero tessuto produttivo; con la solita retorica della riduzione del debito pubblico si mette una ulteriore ipoteca alle già esistenti "debolezze" strutturali dell'economia italiana (dalla questione energetica alla tenuta dell'export). A riprova di questo riportiamo l'elenco delle privatizzazioni finora annunciate e i settori di competenza:
- ENI (energia, petrolio e gas)
- CDP RETI (infrastrutture della rete gas metano nazionale)
- TAG (gestione della rete gas dalla Russia)
- GRANDI STAZIONI (gestione delle principali stazioni ferroviarie con 1,5 milioni di mq di immobili)
- ENAV (gestione del traffico aereo)
- SACE (assicurazioni per le aziende orientate all'export)
- FINCANTIERI (cantieristica navale, orientata come mercato soprattutto all'export)
- STM (microelettronica avanzata)
Unione Sindacale di Base | usb.it
20/11/2013
I nodi al pettine
La crisi di Alitalia a soli cinque anni dalla sua cessione ai soci privati della CAI, la contestuale vicenda della svendita di Telecom alla spagnola Telefonica, così come il nuovo pacchetto di privatizzazioni annunciato dal Governo Letta (dall'Eni alla Fincantieri ma in prospettiva anche Terna, Poste e Rai) riaccendono i riflettori sulle vicende lontane e più recenti dei processi di privatizzazione in salsa italiana.
Il piano annunciato da Letta conferma un processo di svendita di pezzi di estrema importanza nella struttura economica del nostro paese, si tratta di aziende che rivestono funzioni strategiche sia in proprio sia di supporto all'intero tessuto produttivo; con la solita retorica della riduzione del debito pubblico si mette una ulteriore ipoteca alle già esistenti "debolezze" strutturali dell'economia italiana (dalla questione energetica alla tenuta dell'export). A riprova di questo riportiamo l'elenco delle privatizzazioni finora annunciate e i settori di competenza:
- ENI (energia, petrolio e gas)
- CDP RETI (infrastrutture della rete gas metano nazionale)
- TAG (gestione della rete gas dalla Russia)
- GRANDI STAZIONI (gestione delle principali stazioni ferroviarie con 1,5 milioni di mq di immobili)
- ENAV (gestione del traffico aereo)
- SACE (assicurazioni per le aziende orientate all'export)
- FINCANTIERI (cantieristica navale, orientata come mercato soprattutto all'export)
- STM (microelettronica avanzata)
Diagramma della truffa del debito pubblico
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