mainfatti.it, 22-08-2011
Valentino Rossi a Motegi? AIPRI: giusto rifiutare harakiri radioattivo
Valentino Rossi non vuole andare in Giappone, ed ha ragione: "Il loro buon senso spontaneo trova in effetti riscontri scientifici incontrovertibili" scrive l'AIPRI - "L'inquietudine dei piloti motociclisti riguardo alla tenuta del gran premio di Motegi è pienamente e obiettivamente fondata".
Paolo Scampa, presidente dell'AIPRI è netto: "Nessuno esce dal Giappone senza aver incorporato la sua dose di radionuclidi artificiali il cui effetto patogeno si mostrerà nel tempo. Nessuno esce dal Giappone senza aver incrementato la probabilità di morire di tumore, di infarto, di leucemia e di tante altre malattie. I piloti fanno bene a voler starne alla larga. Fanno bene a voler tutelare la loro salute. Fanno bene a rifiutarsi al hara-kiri radioattivo". Fukushima è da tempo fuori dai circuiti della grande informazione, quella che, per "simpatia", riesce a penetrare nelle menti dei cittadini, tra la pioggia di fiction ed entertainment. Ma a volte ritorna, come si dice, e paradossalmente proprio sotto forma di uno dei "passatempi" più amati dal telespettatore: il "Gran Premio". In questo caso il disastro nucleare nipponico torna al grande pubblico con il "2011 MotoGP World Championship Round15 Grand Prix of Japan" che dovrebbe svolgersi in Giappone il 2 Ottobre a Motegi, una pista a soli 140 Km circa in linea d'aria dalle centrali nucleari in crisi di Fukushima. Uno spettacolo che, come cercava forse di spiegare qualche giorno fa a Brno Valentino Rossi, deve rimanere uno spettacolo.
Diceva il campione di Urbino: "Io ho paura di andare in un posto dove c'è una centrale nucleare fuori controllo e dove si succedono con costanza terremoti. Adesso dopo i test tornerò a casa e penserò sul da farsi, ma di certo non sono tra quelli che vogliono andare" e sottolineava "Noi non facciamo un lavoro che ci obbliga ad andare in posti pericolosi perchè aiutiamo la gente, questo non è il nostro mestiere. Noi facciamo uno spettacolo e a me non interessa sapere che ho una assicurazione che mi curerà se starò male, vorrei non correre questi rischi". Una voce fuori dal coro, quella di Rossi, che ha quasi lo stesso effetto del martello lanciato contro lo schermo del "Grande Fratello" nel celebre spot Apple girato da Ridley Scott nel 1984 (http://www.youtube.com/watch?v=W6GMSMrV8dc).
Perché Fukushima, il più grande disastro nucleare dell'industria atomica di sempre, una vera "apocalisse nucleare" come l'ha definita Gunther Oettinger, commissario europeo per l'energia (rimarcando anche "parlo di apocalisse e credo che la parola sia particolarmente ben scelta"), un "buco nero" industriale che mette in pericolo con le sue radiazioni un intero popolo (e le generazioni a venire), e di cui non si vede la "fine", si fa di tutto per renderlo quasi "ridicolo" come fosse una "storiella". Se nel 1986 le radiazioni di Chernobyl erano mortali e i bambini bielorussi continuano ad essere ospitati da famiglie generose in tutto il mondo per le necessarie cure, nel 2011 a Fukushima le polveri radioattive sembra siano diventate "neutre" come la granella sul gelato e i bambini di Fukushima semplicemente non esistono per l'opinione pubblica (tanto che il "Giappone nasconde risultati test alla tiroide dei bambini di Fukushima" http://is.gd/SDlsDR).
Così è abbastanza comune, a proposito della vicenda del MotoGP in Giappone, leggere qua e là sul web dei commenti e dei post su alcuni blog che ridicolizzano la "paura" dei piloti di andare a gareggiare a Motegi, per via di una "semplice" Fukushima. Motegi viene "usata" costantemente, si dice, anche da altri piloti in diverse altre gare, ad esempio la Formula Nippon, o il Mondiale di Trial, e il fatto che "per paura delle radiazioni" il "2011 MotoGP World Championship Round15 Grand Prix of Japan" possa essere messo in discussione, da "gente che rischia la vita a 350 all'ora", non pare essere accettabile. The show must go on, sempre di più, e se il MotoGP fosse stato a Pripyat (Chernobyl), al giorno d'oggi, ci sarebbero state le stesse pressioni. Anche le radiazioni di Chernobyl sarebbero state "granella sul gelato" tanto da permettere ai residenti di tornare di quando in quando a sbrigare delle faccende o a prendere dei ricordi (come si sta permettendo in Giappone).
Il pilota che ha "paura delle radiazioni" o chi osa solamente ricordare che è in atto un'emergenza nucleare, giusto a pochi chilomentri dal circuito, viene preso di mira, pesantemente, perché reo di "non dare una mano al Giappone". Fa davvero riflettere a questo proposito una "inquietante frase di Rossi" riportata da "La Stampa" in un articolo di Andrea Scanzi: "Alcuni piloti sono stati minacciati" (http://is.gd/TyA69V). Sempre in questo articolo si legge che: "Nel frattempo il fronte piloti è diventato friabile. (...) All'inizio i più duri erano Jorge Lorenzo, che citava infervorato film e libri su Cernobyl, e Stoner, che di colpo si è presentato a Brno sostenendo come, stante la sua prossima paternità, non fosse più convinto del 'no' a Motegi: come un figlio possa spingerti incontro alle radiazioni, lo sa solo lui. (...) A luglio, al Mugello si era persino sentito Paolo Campinoti, team manager della (ecologica) Pramac, asserire che non andare a Motegi era inconcepibile: significava dare un dispiacere al popolo ferito nipponico".
Una situazione davvero surreale, per certi versi assurda, dato che, sempre citando Scanzi: "Nessuno al mondo penserebbe di passare un weekend in Giappone. Non a ridosso di Fukushima. Non se dotato di senno. Nessuno tranne la Dorna, la potentissima società spagnola che gestisce (comanda) la MotoGp". E allora molti sono dell'opinione che, a questo punto, il MotoGP di Motegi si farà, ma la vittoria sarà di chi, paradossalmente, non vi parteciperà. L'AIPRI (Association Internationale pour la Protection contre les Rayons Ionisants) una delle poche organizzazioni indipendenti che fornisce a livello mondiale informazioni sugli effetti del nucleare civile e militare, interviene sulla vicenda, portando la solidarietà ai piloti.
Paolo Scampa, presidente dell'AIPRI, in un post sul blog dell'organizzazione scrive: "L'inquietudine dei piloti motociclisti riguardo alla tenuta del gran premio di Motegi è pienamente e obiettivamente fondata. L'Aipri non può che sostenerli nella loro legittima richiesta di annullamento del gran premio. Il loro buon senso spontaneo trova in effetti riscontri scientifici incontrovertibili" (http://is.gd/umA39W). L'AIPRI è molto chiara su ciò che sta succedendo in Giappone e lo spiega in poche righe: "Fukushima è il più grave incidente nucleare mai avvenuto e più grave del insieme degli incidenti civili mai avvenuti. Ingenti quantitativi di radionuclidi polverizzati sono stati immessi nell'atmosfera mondiale, ossia tonnellate in ognuna delle quali vi sono circa 18 kg di elementi di fissione e di attivazione 'longevi' che rappresentano un potenziale ufficiale di 1 miliardo di dosi letali per inalazione, e una parte è ricaduta sul territorio nipponico".
Chi legge i blog in lingua giapponese sa bene che la popolazione è terrorizzata dall'opacità delle notizie tanto che, sempre per citare l'articolo de La Stampa: "I giornalisti hanno firmato un comunicato in cui si ribellano alla Dorna. Gran parte di loro non partirà. Tra questi, pare, Mediaset: commenterà da Milano. Gli addetti ai lavori ricevono di continuo mail da amici giapponesi che esortano a non raggiungerli: 'Si rischia la vita'. E' uno scenario verosimile, consono peraltro alla frase di Rossi" (http://is.gd/TyA69V). Il presidente dell'AIPRI ricorda che "Il Giappone è oramai una zona radioattiva off-limit sia per via del deposito di infinitesimali particelle radioattive su praticamente tutto il territorio, anche se più marcato da Tokyo compreso in su, sia per il fatto della contaminazione cronica dell'aria alimentata dagli incessanti rilasci di Fukushima".
Far finta di niente non porta a migliorare le cose: "Recarsi in Giappone significa esporsi tanto alla radioattività artificiale esterna quando alla molto ma molto più dannosa radioattività interna respirando, bevendo e mangiando fatalmente particelle ionizzanti. Non vi è più, coltura, bestiame, cibo, acque, incontaminato. Le morti improvvise, testimoniate dai blog, stanno incrementandosi in Giappone in maniera spaventosa, enorme, gli aborti spontanei sono in crescita, sintomi di malessere fisico generico si stanno diffondendo nella popolazione, ingenti tracce di radioattività sono state riscontrate nei bambini, i rilievi radiologici dei cittadini provano una pesante e diffusa contaminazione nell'intero paese" conclude la nota dell'AIPRI.
Maurizio Maria Corona
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