Dirigenti falsi all’Agenzia Entrate: cartelle Equitalia e avvisi di accertamento nulli!
Sentenza del Consiglio di Stato: rischio illegittimità per 767 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate; conseguente nullità di tutti gli atti fiscali e delle cartelle esattoriali scaturite da atti firmati da tale personale privo di qualifica. Promozioni in bilico.
Lo scandalo che “La Legge per Tutti” aveva sollevato quasi un anno fa con l’articolo “Nulli gli atti di Equitalia e Ag. Entrate: firmati da falsi dirigenti” si arricchisce di un nuovo e interessantissimo capitolo. Ad avvalorare la tesi secondo cui gran parte degli avvisi inviati dall’Agenzia delle Entrate e delle cartelle esattoriali notificate da Equitalia sarebbero nulli è una sentenza appena firmata dal Consiglio di Stato. Ma facciamo un passo indietro per capire cosa sta per succedere.
Lo scandalo era nato da una pronuncia del Tar Lazio [1] (cui poi seguì quella del Tar Messina): la sentenza aveva bloccato le nomine a dirigenti, presso diversi uffici delle Agenzie delle Entrate, nei confronti di numerosi funzionari che, però, non avevano svolto il concorso previsto per legge e, quindi, erano privi dei relativi titoli a dirigenti. In pratica, ben 767 funzionari su 1.143 totali (più della metà) erano stati nominati in modo illegittimo!
Un terremoto vero e proprio: per comprenderne la portata, basti pensare agli effetti che tale pronuncia aveva determinato su tutti gli atti firmati dai falsi dirigenti e sui conseguenti procedimenti che ne erano scaturiti. Se il dirigente è privo di qualifica, anche l’atto da questi firmato è nullo. Nulli, quindi, gli accertamenti e nulle anche le cartelle esattoriali di Equitalia emesse sulla scorta dei primi. Una catastrofe per il fisco!
Pertanto, una legge del 2012 [2] aveva cercato di rimediare al pasticcio. Il libretto delle giustificazioni dello Stato si chiama sempre “sanatoria”: così la legge aveva convalidato gli incarichi affidati senza concorso e, in attesa di espletare le nuove procedure concorsuali, aveva autorizzato anche l’attribuzione di ulteriori incarichi dirigenziali a funzionari delle stesse Agenzie. Insomma, in barba allo scandalo, il perverso ed illecito meccanismo – che travalicava i concorsi pubblici – era stato ulteriormente perpetrato.
Oggi giustizia sembra essere fatta. Una sentenza di qualche giorno fa del Consiglio di Stato [3] rimette tutto in gioco: secondo i Giudici amministrativi di ultima istanza, infatti, la “sanatoria” è incostituzionale. Così, il Consiglio di Stato ha chiamato in gioco la Corte Costituzionale affinché valuti se cancellare per sempre, dal nostro ordinamento, tale scempio normativo.
La conseguenza è che sono nuovamente in bilico i posti per 767 dirigenti “fasulli” e gli atti da questi firmati – ivi comprese le cartelle esattoriali successive – possono essere annullate. Ipoteche, fermi auto, esecuzioni immobiliari, pignoramenti della pensione e dello stipendio potrebbero cadere tutti, in un solo colpo, con la sentenza della Corte. E forse farebbe bene Equitalia ad annullare d’ufficio tutte le cartelle, per evitare un’interminabile contenzioso con tutti i cittadini italiani.
[1] Tar Lazio sent. n. 07636/2011.
[2] Art. 8 comma 24, legge 44/2012.
[3] Cons. St. sent. n. 5451/2013 del 18.11.2013.
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