Lo scippo silenzioso di Monti: vecchie lire prescritte in anticipo. Ma nessuno ne parla
Le vecchie lire erano fuori corso ma non ancora prescritte. Non tutti conoscono la differenza, in realtà è molto semplice: le banconote prescritte sono quelle che perdono il loro controvalore facciale per il cambio, quindi non sono più cambiabili.
Esempio: sino a Dicembre 2001 una 100.000 lire con la faccia di Botticelli, che circolava fino alla fine anni ’70, poteva essere cambiata dalla Banca d’Italia con una banconota di 100.000 in corso successivamente, o con i canonici 51,65 euro dopo l’avvento del nuovo conio.
Tutto è cambiato con l’arrivo della moneta unica europea: le vecchie emissioni da “fuori corso” sono state destinate ad assumere lo status di “prescritte”, ossia a perdere del tutto il loro valore facciale.
In occasione del passaggio lira-euro, in buona sostanza, una legge ha stabilito che le banconote del vecchio conio, dopo 10 anni di fuori corso, avrebbero dovuto andare in prescrizione. Tale legge, la numero 96 del 1997 pubblicata il 7 aprile 1997, è stata introdotta 5 anni dopo la pubblicazione, ossia nel 2002. Essendo state decretate fuori corso nel 2002, con l’avvento dell’euro, tutte le banconote delle vecchie lire erano quindi destinate ad andare in prescrizione il 28 febbraio 2012. Discorso a parte per le monete da 50 e 100 lire, le quali per Decreto Ministeriale sono state poste fuori corso il 16 ottobre 2000, quindi prescritte dal 16 ottobre 2010.
Per fare un altro esempio, le 20.000 lire con la faccia di Tiziano sono state messe fuori corso il 1 luglio 1985: se all’epoca fosse stata in vigore la legislazione post-euro, sarebbero dovute andare in prescrizione sin dal 1 luglio 1995.
Il nuovo governo Monti, tra il silenzio e l’indifferenza generale, ha però optato per un inspiegabile colpo di mano: vecchie lire in prescrizione e non più cambiabili sin da subito.
Lo dice il comma 1 dell’articolo 26 della “manovra salva-Italia”:
Esempio: sino a Dicembre 2001 una 100.000 lire con la faccia di Botticelli, che circolava fino alla fine anni ’70, poteva essere cambiata dalla Banca d’Italia con una banconota di 100.000 in corso successivamente, o con i canonici 51,65 euro dopo l’avvento del nuovo conio.
Tutto è cambiato con l’arrivo della moneta unica europea: le vecchie emissioni da “fuori corso” sono state destinate ad assumere lo status di “prescritte”, ossia a perdere del tutto il loro valore facciale.
In occasione del passaggio lira-euro, in buona sostanza, una legge ha stabilito che le banconote del vecchio conio, dopo 10 anni di fuori corso, avrebbero dovuto andare in prescrizione. Tale legge, la numero 96 del 1997 pubblicata il 7 aprile 1997, è stata introdotta 5 anni dopo la pubblicazione, ossia nel 2002. Essendo state decretate fuori corso nel 2002, con l’avvento dell’euro, tutte le banconote delle vecchie lire erano quindi destinate ad andare in prescrizione il 28 febbraio 2012. Discorso a parte per le monete da 50 e 100 lire, le quali per Decreto Ministeriale sono state poste fuori corso il 16 ottobre 2000, quindi prescritte dal 16 ottobre 2010.
Per fare un altro esempio, le 20.000 lire con la faccia di Tiziano sono state messe fuori corso il 1 luglio 1985: se all’epoca fosse stata in vigore la legislazione post-euro, sarebbero dovute andare in prescrizione sin dal 1 luglio 1995.
Il nuovo governo Monti, tra il silenzio e l’indifferenza generale, ha però optato per un inspiegabile colpo di mano: vecchie lire in prescrizione e non più cambiabili sin da subito.
Lo dice il comma 1 dell’articolo 26 della “manovra salva-Italia”:
1. In deroga alle disposizioni di cui all’articolo 3, commi 1 ed 1 bis, della legge 7 aprile 1997, n. 96, e all’articolo 52-ter, commi 1 ed 1 bis, del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, le banconote, i biglietti e le monete in lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario
Secondo dati aggiornati a fine agosto pubblicati su libero-news.it, le banconote del vecchio conio ancora in circolazione sarebbero ben 300 milioni, equivalenti ad un valore di 2.500 miliardi di lire. Ossia, circa 1 miliardo e 300 milioni di euro. Un vero scippo da parte del governo, senza alcun preavviso. Chi possiede ancora le lire e pensava di poterle cambiare fino a febbraio 2012 non lo potrà più fare. Un bel guadagno per lo Stato.
Inspiegabile, oltretutto in un periodo in cui circola la notizia, non si sa se vera o falsa, che la Germania invece sta riprendendo a stampare i marchi.
Non sarà che Monti, convinto adepto dell’Ue e dell’euro, ha voluto sbarazzarsi sin da subito della scomoda lira?
Inspiegabile, oltretutto in un periodo in cui circola la notizia, non si sa se vera o falsa, che la Germania invece sta riprendendo a stampare i marchi.
Non sarà che Monti, convinto adepto dell’Ue e dell’euro, ha voluto sbarazzarsi sin da subito della scomoda lira?
No invece gli è venuto comodo "rubare" valori dalle tasche degli italiani. Scandaloso non lo hanno fatto manco in grecia ne in portogallo dove la moneta nazionale potrá essere cambiata fino al 2022. Vergogna!!
RispondiEliminanessuno si ribella,siamo proprio un popolo di pecore
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