Sacrifici? No, grazie. Prima, vogliamo la verità sul debito
Senza più moneta sovrana, gli Stati europei devono indebitarsi con la finanza privata. Ma quando è la finanza a finire in rosso, allora sono gli Stati a sostenere le banche, che altrimenti fallirebbero. E con che soldi gli Stati aiutano le banche? Con quelli dei cittadini, chiamati ad affrontare “sacrifici” straordinari per arginare il debito pubblico. C’è qualcosa che non funziona, è evidente. Il peccato originale? Il sistema privatizza i profitti e socializza le perdite: enormi guadagni per pochi, sempre gli stessi, e salasso garantito per tutti gli altri, che sono sempre di più. La prima mossa da fare per uscire dal tunnel? Ottenere finalmente la verità sul debito: chi l’ha provocato, chi l’ha gonfiato, chi ci ha guadagnato.
«Non accettiamo questi discorsi colpevolizzanti», scrive “Audit Citoyen”. «Non vogliamo assistere da spettatori alla rimessa in discussione di tutto ciò che ha reso ancora vivibile le nostre società, anche in Europa». Massacro sociale? No, grazie. Prima di maneggiare la scure del “rigore”, è meglio controllare la genesi della crisi: «Abbiamo speso troppo per la scuola e la sanità oppure i benefici fiscali e sociali dopo vent’anni hanno prosciugato i bilanci? Questo debito è stato contratto nell’interesse generale oppure può essere considerato in parte come illegittimo? Chi possiede questi titoli e approfitta dell’austerità?». E poi: «Perché gli Stati devono essere obbligati a indebitarsi presso i mercati finanziari e le banche, mentre queste possono farsi concedere prestiti direttamente e a un costo più basso dalla Banca centrale europea?».
E’ un’ottima proposta, scrive il comitato “Rivolta il debito”, che serve per impostare un’altra politica economica, del tutto alternativa a quella avanzata in questi anni dai vari governi che si sono succeduti. Una politica civica e democratica, «improntata alla redistribuzione della ricchezza, alla valorizzazione dei beni comuni, del lavoro, del welfare e dell’ambiente, contro gli interessi del profitto e della speculazione finanziaria: una politica economica per il 99% contro l’1% del pianeta». Esplicito l’appello francese, che traccia una vera e propria road map politica: «Vogliamo creare sul piano nazionale e locale dei collettivi per un audit dei cittadini con i nostri sindacati e associazioni, con esperti indipendenti, con i nostri colleghi, i vicini, i concittadini. Prenderemo in mano i nostri destini perché lademocrazia riviva».
Tratto da: Sacrifici? No, grazie. Prima, vogliamo la verità sul debito | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/01/10/sacrifici-no-grazie-prima-vogliamo-la-verita-sul-debito/#ixzz1j6Xcyc4j
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Occorre una commissione d' inchiesta
RispondiEliminaFabio Sipolino
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