Fisco, le proposte della Cgil: “Reintrodurre falso in bilancio e reato di autoriciclaggio”
La Camusso chiede "una mobilitazione civile che renda espliciti tutti gli effetti negativi del'evasione". E annuncia le proposte del sindacato, "aperte a Cisl e Uil": dalla patrimoniale sulla ricchezza alla tracciabilità delle transazioni oltre i 300 euro
Reintrodurre il reato penale di falso in bilancio e inserire finalmente nell’ordinamento quello di autoriciclaggio. Varare una patrimoniale. Migliorare la tracciabilità dei passaggi di denaro riducendo a 300 euro il tetto all’uso del contante. La Cgil di Susanna Camusso lancia un guanto di sfida sul contrasto all’evasione fiscale. “Servirebbe una vera mobilitazione civile che ne renda espliciti tutti gli effetti negativi”, ha detto la segretaria generale in un passaggio della sua relazione al congresso della Cgil, durante la quale ha attaccato duramente l’esecutivo sul tema del dialogo con le parti sociali. La domanda – rivolta esplicitamente a Cisl e Uil, ma in forma implicita anche al governo – è: voi ci state?
La “piattaforma” su cui Camusso vorrebbe far convergere i consensi è articolata e va ben oltre la tassazione sul lavoro. Le proposte spaziano, appunto, dal “ripristino del reato di falso in bilancio” (il cui ambito di applicazione come è noto è stato molto ridotto dal governo Berlusconi nel 2002, ndr), che “è un immediato contributo alla legalità”, all’introduzione nell’ordinamento italiano del reato di autoriciclaggio. Cioè quello commesso da chi “lava” denaro che in precedenza lui stesso ha ottenuto illecitamente. Oggi in Italia – nonostante le sollecitazioni arrivate da Fondo monetario internazionale, Commissione Ue e dalla stessa Bankitalia – non è perseguito, perché la reimmissione nell’economia di soldi sporchi viene considerata solo un “effetto collaterale” del reato da cui sono stati ottenuti i proventi illeciti. E il riciclaggio, ai sensi del nostro Codice penale, viene punito solo “fuori dai casi di concorso nel reato” che ne è il presupposto. Un grosso problema non solo per le forze che si occupano di lotta al crimine organizzato – non per niente l’autoriciclaggio è stato invocato dalla commissione di studio presso il ministero della Giustizia presieduta dal pm Francesco Greco - ma anche per chi deve individuare gli evasori: così stando le cose, infatti, non è per esempio punibile l’imprenditore che usi società fittizie (“cartiere”) per sottrarre denaro all’azienda e al Fisco utilizzarlo a fini personali. Nei giorni scorsi si sono diffuse voci in base alle quali la nuova fattispecie potrebbe rientrare nel decreto sulla cosiddetta voluntary disclosure (la procedura di collaborazione volontaria che dovrebbe consentire l’emersione di capitali non dichiarati detenuti all’estero) che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri il 7 maggio. Ma occorre anche, chiede la sindacalista, “unificare e far comunicare le banche dati” e “portare la soglia di tracciabilità a 300 euro” (attualmente il limite all’uso del contante è fissato a 1.000 euro). Quanto alla patrimoniale, ”a tutti è nota la nostra proposta”, ha detto Camusso, riferendosi all’ipotesi – lanciata dal sindacato fin dal 2012 – di introdurre una tassa sui grandi patrimoni per ridurre il peso della tassazione sui redditi. “Della necessità di una riforma del fisco sono convinte anche le pietre. Ciò che è meno chiaro è qual è l’obiettivo”. Il segretario generale ha, su questo, una visione precisa: ”Senza il combinato di patrimoniale e lotta all’evasione fiscale non solo diventa difficile immaginare un equilibrio giusto nella tassazione dei redditi, ma non si determineranno politiche di investimento se tutto si concentra solo sui fondi strutturali. Ovviamente la proposta è aperta a Cisl e Uil: sono scelte anche radicali, ma essenziali, se strumento per uscire dalla perenne rincorsa ai tagli per assenza di risorse”.
A fondare l’intera piattaforma proposta dalla Camusso sono alcune premesse di buon senso: ”Vorremmo partire dal contrasto all’evasione” perché “è un reato che si riesce ben poco a perseguire” e sono “tante le norme che sembrano offrire scorciatoie“, “troppe amministrazioni locali hanno scelto di abbandonare il sistema centrale indebolendo l’iniziativa” del recupero dei capitali evasi. “E troppe volte scopriamo i benefici di cui godono gli evasori anche nell’usufruire dei servizi pubblici“. Per questo, è la conclusione, “crediamo che vadano proposte con nettezza, ed in qualche caso riproposte, delle norme”.
Dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, che era presente al congresso della Cgil in rappresentanza del governo, è arrivata una parziale apertura accompagnata però da inevitabili – visto l’attacco della Camusso – puntualizzazioni su quanto fatto finora dall’esecutivo: “Sono emersi stimoli importanti e utili accanto a elementi di diffidenza e pregiudizio“, ha detto, “che forse scontano una difficoltà nel confronto, ma si possono superare”. “Il governo sarà presente per costruire condizioni utili in questa direzione e mi auguro che certi elementi di diffidenza vengano superati assieme ad alcuni elementi di sottovalutazione rispetto ad alcune delle misure assunte“, sia sul lavoro sia in materia fiscale: “Credo siano scelte che meritano un’adeguata valorizzazione, perché possono essere presupposto di una politica più organica di redistribuzione del reddito e di sostegno della domanda interna”, ha sottolineato il ministro.
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