Di redazione (del 13/07/2009 @ 14:54:06, in Osservatorio Internazionale
L’autore: Jules Previ è giornalista freelance e traduttore news-online presso agenzie stampa internazionali. Collabora al progetto Finanzainchiaro.it dal 2007.
Veri o falsi? Beh a questo punto non ho più dubbi: sono autentici. Nella vicenda del sequestro di Chiasso a non trovare il giusto incastro nel mosaico sono, ormai, troppe tessere. Sono uno “ scettico”. Lo sono per cultura, altri lo sono per tradizione. In ogni caso difficilmente ci quetiamo con un bicchiere di acqua e zucchero.Come poter dare credito a quanto diffuso da autorevoli agenzie stampa come “ Bloomberg”, o quanto pubblicato dal FT e NYT ?
Il 18 giugno, e sono già passati diversi giorni dal sequestro dei bonds, un portavoce del Tesoro USA, Meyerhardt, dichiarava a Bloomberg che i titoli sequestrati erano “ chiaramente falsi”. La certezza gli derivava dall’averne esaminato le foto via internet ( ?). Beato lui, un autentico Mandrake!
Lo stesso giorno il Financial Times se ne usciva con un articolo dei suoi. Manco a dirlo... indovinate, indovinate... la contraffazione... “... opera della mafia”. E mi pareva. Ci siamo. Pronto il piatto ad uso e consumo di facili palati: Italia, mafia, traffico di valuta, falsari siciliani, la frontiera svizzera e via via con i più stupidi stereotipi sul Belpaese. A rilanciare la notizia diverse testate. Chi osa dubitare del FT? Noblesse obblige.
Ma credete veramente che la mafia si metta a falsificare 134 miliardi di obbligazioni del Tesoro USA per poi consegnarle a due giapponesi che, abbigliati come si conviene a due super manager della City, giusto per non dare nell’occhio, salgono sul pendolare Como- Chiasso con tanto di valigetta 24 ore ben stretta nel pugno della mano? Ma in che mondo vivono i cronisti del FT ?
Il 25 giugno è la volta del New York Times. Ad essere riportate le affermazioni di un portavoce della CIA, Darrin Blackford. Dopo opportune verifiche eseguite su richiesta della Magistratura italiana, i servizi segreti statunitensi appuravano che i titoli erano “ falsi”.
Scusate, ma che tipo di verifiche? Sempre via internet? Pare proprio di sì visto che una commissione di indagine composta da super esperti americani attesa in Italia già tre settimane fa, non vi è mai giunta. Hanno sbagliato volo?
Uno smacco per i padri del giornalismo d’inchiesta. E allora, cari lettori, tenetevi forte. Qualche notizia in più ve la diamo noi di Finanzainchiaro.
- Il “ tesoretto” sequestrato a Chiasso era accompagnato da una dettagliata documentazione bancaria di fresca data e in originale ( falsa anche questa?).
- I finanzieri hanno sequestrato 249 obbligazioni ( bonds) per un valore di 500 milioni ciascuna e 10 “ Bond Kennedy” ( ?) da un miliardo ciascuno. Soffermiamoci su questi ultimi. Nel comunicato del 4 di giugno la GDF aveva classificato i 10 biglietti come “ Bond Kennedy) e ne aveva fornito la documentazione fotografica. L’errore è del tutto evidente: non si tratta di “ Bonds” ( sono privi della cedola interessi) ma di “ Treasury Notes” ( Biglietti di Stato) pronti per essere spesi come meglio pare. Sul recto dei Treasury sequestrati è riprodotta l’effige di JFK, mentre sul verso fa bella mostra una navicella spaziale. Si tratta di un’emissione del 1998 che passò sotto silenzio e della cui circolazione il Tesoro americano non fece menzione, se non nelle opportune sedi.
Ora, ditemi, si può solo lontanamente supporre che dei falsari si mettano a riprodurre biglietti che non circolano normalmente e che solo una strettissima schiera di persone o istituzioni conoscono?
Ciò mi fa pensare che i 10 Treasury Notes siano autentici. E se lo sono loro perchè non dovrebbero esserlo gli altri titoli sequestrati?
Un mistero avvolge però i 249 bonds da 500 milioni: sono tutti ancora muniti dell’annuale cedola interessi. L’investitore, poteva essere anche uno Stato, non si è mai preoccupato di passare alla cassa per riscuoterla. Come mai?
Forse i titoli erano detenuti illegalmente e il possessore ben si guardava dal compiere un’operazione che l’avrebbe irrimediabilmente portato allo scoperto.
Qualcuno potrebbe suggerire di interrogare i due giapponesi.
Non pensate male: se ne sono andati, spariti nel nulla. Nessuno sa dove siano.
Dovevano essere anche due simpaticoni. Una volta fermati per il controllo e visto scoperto il doppio fondo della valigetta che nascondeva i 134,5 miliardi di titoli, non hanno perso il loro aplomb e humor.
“ Non sono titoli commerciali, hanno solo un valore storico, roba per collezionisti”, hanno dichiarato agli attoniti ufficiali della GDF. Il tutto messo rigorosamente a verbale.
Alla prossima.
Jules Previ per finanzainchiaro.it
Redazioneonline- Osservatorio Internazionale
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