lunedì 19 dicembre 2011

Avidi e bastardi: si apre la caccia a Bankenstein


Gli avidi bastardi colpevoli della crisi vanno individuati e puniti





Per aderire alla petizione "I colpevoli della crisi vanno individuati e puniti" invia un'email a posta@wallstreetitalia.com
Per aderire alla petizione "I colpevoli della crisi vanno individuati e puniti" invia un'email a posta@wallstreetitalia.com
Wall Street Italia apre una petizione popolare che parta dall’Italia e si diffonda ovunque nel mondo e che chieda a Governi e Comitato di Basilea di costituire una commissione straordinaria di sorveglianza sulle operazioni in derivati all'origine di questa crisi. L'idea e' di Marina Imberti, analista bancaria e collaboratrice di WSI. Crediamo sia giusto aderire massicciamente e far circolare sul web questa proposta perche' e' ora di ribellarsi ai giochi di potere che privilegiano poche migliaia di persone e impoveriscono centinaia di milioni di donne e uomini. Per favore invia questo articolo a piu' persone possibile, amici e conoscenti, anche traducendolo in altre lingue; per aderire manda un'email col tuo nome e cognome a posta@wallstreetitalia.com con il soggetto "I colpevoli della crisi vanno individuati e puniti". Questa crisi NON è il prodotto di una discrasia economica, di un temporaneo disallineamento di fattori, questa è una crisi che è stata voluta fortemente, per questioni di concentrazione di potere economico e di controllo delle masse. Ci vuole una Task Force che inquisisca e metta ordine, una Corte Internazionale come organo giudicante. Non servono manifestazioni di piazza, qui bisogna agire diversamente e farlo in fretta. Fai girare e firma (luca ciarrocca)

firma qui: posta@wallstreetitalia.com
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Io vorrei tanto, per il tramite di Wall Street Italia che mi pare una voce "fuori dal coro", lanciare un’iniziativa che coinvolga i lettori del sito e quante più persone possibili, tramite adesione a quanto sto per proporre.

Mi sono stancata di fiumi di parole su questa crisi, misure, manovre e contromanovre che ricordano quella scena di uno dei film della serie "Amici Miei", quando il traffico fu sapientemente avvitato attorno alla Torre di Pisa.

Questa crisi NON è il prodotto di una discrasia economica, di un temporaneo disallineamento di fattori, questa è una crisi che è stata voluta fortemente, per questioni di concentrazione di potere economico e di controllo delle masse.

Questa crisi è figlia della crisi del 1929, la più grande della storia prima di questa, la cui causa è la stessa: mancanza di liquidità. Dato che la matematica non è un’opinione e i soldi non spariscono nel nulla, le Borse non sono caldaie e non bruciano un bel niente, bisogna capire a chi conviene una crisi, perché mai nulla accade per caso anzi, le azioni umane sono dettate dal bisogno di soddisfare esigenze reali e, nel caso delle crisi economiche, l’esigenza è sempre il POTERE, declinato nelle sue varie forme.

Dal 1995 a oggi la diffusione di internet è stata la prima forma di globalizzazione, non solo dell’informazione e della comunicazione (questo è il "contentino" per le masse) ma soprattutto come mezzo velocissimo per spostare masse di denaro da una parte all’altra del globo.

Guarda caso, proprio in quegli anni, vi è stata una pesante campagna di diffusione delle carte di credito e bancomat, che hanno sostanzialmente introdotto un’altra forma valutaria: quella virtuale, costituita di addebiti e accrediti tra conti correnti. La velocità con cui spendiamo i nostri soldi nei nostri passaggi economici nulla ha a che vedere con la velocità con cui il sistema finanziario e i Governi mondiali scambiano e passano di mano il denaro virtuale, costituendo nel tempo un moltiplicatore di valore VIRTUALE che non trova riscontro con il denaro in BANCONOTE, la cui emissione è regolata dalle Banche Centrali in rispetto ad una serie di parametri.

La differenza tra valore virtuale e valore reale espresso in banconote è quel buco che dal 2007 il mondo sta cercando di chiudere. Come? Scambiandosi il debito: gli Stati aiutano le Banche emettendo debito. Ma quel buco non si è colmato affatto, perché il sistema intero, che pur ha le sue regole, è ingolfato e lo è perché il sistema NON PRODUCE NULLA!! Utilizza la nostra ricchezza per farla girare alla velocità della luce: più è veloce più guadagna. Ma quando qualcuno, all’interno del sistema, comincia a chiedere liquidità vera ecco che nascono i problemi: la liquidità NON C’E’!

Il sistema che permette di "gonfiare" i valori è costituito principalmente da derivati, futures, opzioni ecc., che non sono di per sé la peste bubbonica, lo è invece il modo con cui sono stati spregiudicatamente usati dall’intero sistema finanziario in questo ultimo decennio. Ora: per chiudere il buco ci vuole denaro vero, quello prodotto da chi lavora. Quelli che stanno nel circuito finanziario cosa fanno? Comprano e vendono soldi non loro, fanno gli intermediari e tutto funzionerebbe a meraviglia se fossero remunerati per il loro lavoro. Peccato che per ottenere autonomia finanziaria il sistema ricorra al debito, sia con emissione di obbligazioni che con stampa di moneta.

Come abbiamo detto però la moneta può essere stampata solo a determinate condizioni, per cui la massa di emissioni di titoli di debito è spropositatamente aumentata. Nel frattempo, nel tentativo di correggere una serie di tiri e di estendere le proprie potenzialità, l’uso della scommessa (derivati & Co) è diventato sempre più frequente, innalzando la leva del rischio a livello planetario. Cosa vuol dire? Che per ogni unità scommessa vi è un elevato moltiplicatore di guadagno o di perdita differito nel tempo, a seconda del verificarsi o meno della condizione stabilita.

Ma se io riesco a manovrare nel tempo le condizioni che mi servono per vincere, alla fine incasserò. Per incassare qualcuno deve perdere però ………. Forse dirà qualcosa a qualcuno quei famosi 35 miliardi di derivati di cui nessuno parla più e che sono la spina nel fianco di molti grandi Comuni, Regioni, Province ed Enti locali. Forse dirà di più a molti imprenditori che, incautamente e inconsapevolmente, hanno sottoscritto dei contratti interest rate swap credendo di guadagnare ed abbassare il costo del denaro prestato dalle banche.

Bene, eccoci al punto: chi produce denaro vero e chi veicola valuta virtuale?. Il buco andrà sanato, e per evitare le rapine stile Argentina si spilla denaro goccia a goccia con le questue popolari come nelle soffuse atmosfere delle chiese, dove passava il sagrestano col sacchetto e lo faceva tintinnare davanti agli indifferenti per ottenere anche il loro obolo.

Ma perché dobbiamo pagare con soldi veri i buchi prodotti da un sistema che in fondo non è che una sovrastruttura divenuta indispensabile solo perché si è auto imposta per grazie alle leggi prodotte in questi ultimi decenni dai Governi?
Certo che conviene che tutti abbiano il conto corrente, per tanti e tanti motivi. Certo è anche che l’Italia è sotto tiro ma non è la più colpevole, non è la pecora nera, certo è la più vulnerabile in questo momento, forse (il forse mi pesa alquanto, ma la forma dubitativa è per non offendere gli animi sensibili) perché ha avuto i Governi più manipolabili dal 1946 in poi.

Il problema è globale, ma al punto in cui siamo è vergognoso chiedere al cittadino, di qualunque nazionalità, di tappare le falle che non ha prodotto.

Questa crisi ha nomi e cognomi che si nascondono dietro transazioni finanziarie ad alto rischio ed i cui danni si riverberano sulle nostre tasche e sul nostro tenore di vita, sia in termini di perdite finanziarie subite che di imposte prelevate. Esiste il Consiglio di Basilea, organismo preposto alla salvaguardia dei sistemi finanziari internazionali. Bene: un Governo come il nostro attuale, fatto di tecnici e soloni, perché non si attiva e chiede che vengano resi pubblici i nomi di coloro che transano su derivati e Co importi rilevanti?

Perché non lo chiede la Comunità Europea, gli USA, il mondo intero, se davvero vuole affrancarsi da questa situazione? Si attivino per richiedere la costituzione di una commissione di monitoraggio mondiale, ove confluiscano i dati di tutti i Paesi e finalmente emergano i nomi dei responsabili veri di questa crisi, criminali finanziari che si devono appendere alla forca mediatica, perché tutti vogliamo vedere in faccia chi sono e come si chiamano.

Con i loro infausti mezzi stanno agglomerando e distruggendo la nostra ricchezza privata pezzo a pezzo, per renderci sempre meno liberi, più insicuri, tristi e incapaci di gestire il progetto della nostra individualità. Si chieda invece a loro di pagare il conto, prevedendo leggi straordinarie sui reati finanziari, da equipararsi ai reati per stragi, si sequestrino beni e patrimoni societari e personali di amministratori e consiglieri e si usino queste risorse per tappare i buchi. Questa situazione comporterà inevitabilmente una durissima selezione, ma facciamo che non chiudano le imprese per mantener vivi i saprofiti occulti che le hanno rovinate. La nostra ricchezza è il lavoro, la produzione, ce ne siamo fatti scappare una bella fetta che non tornerà più, vogliamo per il nostro futuro e per quello dei nostri figli una vita da clochard??? Perché ci stanno portando a questo: SVEGLIAMOCI, CHE E’ GIA’ FIN TROPPO TARDI!!!

Chiedo formalmente al Vostro sito di informazione di individuare la modalità più idonea per istituire una petizione popolare che parta dall’Italia e si diffonda ovunque nel mondo e che chieda a Governi e Comitato di Basilea di costituire una commissione straordinaria di sorveglianza sulle operazioni in derivati e similari, che si prenda l’impegno di dettagliare i nomi di chi le esegue, partendo da operazioni con importi singoli da 10 mln di euro, di verificare con dato storico tutte le operazioni da inizio 2000 ad oggi, che valuti i rapporti di scambio occulto tra soggetti e operazioni in coacervo tra soggetti diversi, eventualmente anche dissimulate. Ci vuole una Task Force che inquisisca e metta ordine, una Corte Internazionale come organo giudicante. Non servono manifestazioni di piazza, qui bisogna agire diversamente e farlo in fretta, prima che ci tappino per sempre la bocca.

Grazie del Vostro interessamento.
Marina Imberti

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