Chi ha tradito l'economia italiana?
Come uscire dall'emergenza
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La sconfitta del principale paradigma liberista (il risanamento dei conti pubblici come presupposto dello sviluppo) sostituito dal paradigma voluto dal potere vincente, la speculazione internazionale (che, invece, sta sostenendo, subito lo sviluppo con conti in ordine) non risulta ancora digerita dai governi e dagli Stati: che continuano ad anteporre «lacrime e sangue» e a non selezionare le misure di politica economica per scegliere solo quelle che aiutano lo sviluppo senza peggiorare i conti ovvero che migliorano i conti senza penalizzare lo sviluppo. Su questa strada è addirittura l’euro a rischiare, a breve, una brutta fine. Oggi la speculazione finanziaria è dieci volte più forte delle classiche istituzioni internazionali. La stessa Germania, in Europa, non riesce a tenere il passo con il cambiamento dei paradigmi. La svolta liberista anti-keynesiana della fine degli anni settanta ha esaurito la sua spinta devastatrice, ma la attuale prepotenza della finanza internazionale, dove ci sta portando? Su tale linea di ragionamento l’economista Nino Galloni propone questa ricerca che parte dal dopoguerra per arrivare alla cruciale resa dell’Unione Europea al diktat americano fra ottobre e novembre del 2011.
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la pretesa di ottenere, promettere o fornire rendimenti dalle attività finanziarie puramente speculative superiori a quelli dell’economia reale e agli stessi tassi di sviluppo, è la causa determinante l’origine dello squilibrio: eccesso di mezzi monetari sempre piú liquidi per fronteggiare gli impegni sul versante speculativo e carenza di mezzi per le attività produttive sia pubbliche, sia private. Le banche tedesche e francesi (per non parlare delle spagnole e delle inglesi) sono piene di titoli tossici, il cui ammontare supera di decine di volte quello di tutti i debiti pubblici dei Paesi al di qua e al di là dell’Atlantico.
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Il problema di oggi sembrerebbe, invero, rappresentato dal fatto che le attuali cerchie di potere non risultano né responsabili, né lungimiranti mentre i movimenti popolari non trovano coaguli adeguati verso il governo – o, almeno, una qualche proposta-progetto – del cambiamento. Su questa strada sono di ostacolo non solo i cosiddetti poteri forti, ma soprattutto i vecchi pregiudizi e l’esistenza, tipica dei Paesi latini, di una fitta rete di connivenze e di appartenenze che, dal basso, minano la democrazia e utilizzano la legalità al contrario, cioè negandola, per ottenere benefici e privilegi: ciò che segna l’ostacolo a una politica partecipata da tutti e finalizzata al bene di tutti.
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(Dalla premessa dell’autore)
la pretesa di ottenere, promettere o fornire rendimenti dalle attività finanziarie puramente speculative superiori a quelli dell’economia reale e agli stessi tassi di sviluppo, è la causa determinante l’origine dello squilibrio: eccesso di mezzi monetari sempre piú liquidi per fronteggiare gli impegni sul versante speculativo e carenza di mezzi per le attività produttive sia pubbliche, sia private. Le banche tedesche e francesi (per non parlare delle spagnole e delle inglesi) sono piene di titoli tossici, il cui ammontare supera di decine di volte quello di tutti i debiti pubblici dei Paesi al di qua e al di là dell’Atlantico.
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Il problema di oggi sembrerebbe, invero, rappresentato dal fatto che le attuali cerchie di potere non risultano né responsabili, né lungimiranti mentre i movimenti popolari non trovano coaguli adeguati verso il governo – o, almeno, una qualche proposta-progetto – del cambiamento. Su questa strada sono di ostacolo non solo i cosiddetti poteri forti, ma soprattutto i vecchi pregiudizi e l’esistenza, tipica dei Paesi latini, di una fitta rete di connivenze e di appartenenze che, dal basso, minano la democrazia e utilizzano la legalità al contrario, cioè negandola, per ottenere benefici e privilegi: ciò che segna l’ostacolo a una politica partecipata da tutti e finalizzata al bene di tutti.
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(Dalla premessa dell’autore)
Nino Galloni, (Roma 1953), direttore generale del Ministero del Lavoro, funzionario in diversi ministeri finanziari, è attualmente membro effettivo del Collegio dei sindaci dell’Inps. È stato ricercatore all’università di Berkeley in California, stretto collaboratore di Federico Caffè e ha insegnato nelle università di Roma, Milano, Napoli, Modena e Cassino. È autore di numerosissimi articoli e libri fra cui, più recentemente, Mercato senza padroni (2001), Dopo lo sviluppo sostenibile (2002), Misteri dell’euro, misfatti della finanza (2005), La moneta copernicana con M. Della Luna (2008), Prendi i tuoi soldi... e scappa? (2010); per Editori Riuniti,L’occupazione tradita (1998) e Il grande mutuo (2008).
INDICE
Premessa. L'evoluzione dell'attuale crisi mondiale
I. Dal 1947 al 1962
II. Gli anni'60 e '70
III. Dal <<divorzio>> tra Tesoro e Banca d'Italia alla messa a regime delle privatizzazioni
IV. Il nuovo millennio: dopo la fine della globalizzazione, il nulla?
Conclusione. Come contrastare la catastrofe?
Indice dei grafici e delle tabelle
Indice dei nomi e degli argomenti
Bibliografia
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