domenica 4 dicembre 2011

Il ruolo di “Goldman Sachs”


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Il ruolo di “Goldman Sachs” nei problemi mondiali

di Antonio Pantano

Tralascio il “cursus honorum” di Mario Monti. Passo subito alla di lui cooptazione nella “fondamentale” banca di affari – con poteri mondiali e ruoli sovra nazionali – Goldman Sachs, chiarendo il ruolo di questa nei “problemi” mondiali, dalla stessa “sovrintesi”. Se ne occupò il 15 novembre 2011 Virginia Di Leo in “Osservatorio Sicilia” pubblicando, col titolo «La waterloo politica italiana. Uomini Goldman Sachs innescano la crisi, uomini Goldman Sachs si propongono per risolverla…», una analisi dettagliata. Quella Goldman Sachs cui il film “Inside Job” del 2010 (presentato ai festival di Cannes e Roma e gratificato con un “Oscar”) del regista Charles Ferguson,  che lo sceneggiò con Chad Beck e Adam Bolt, si dedicò per spiegare la mega crisi finanziaria determinata negli USA nel 2008.

Goldman Sachs, fondata nel 1869 dopo la guerra civile americana, assunse ruolo non comune nella e per la crisi del 1929, forte del suo peso ebraico (le affiliazioni religiose, come le origini etniche negli USA hanno fondamentale importanza – il gangsterismo, per esempio, è sovente prerogativa di siciliani, calabresi, ebrei, irlandesi, cinesi, polacchi), per allearsi anche col sistema bancario gestito dal “conglomerato” dell’acciaio e degli armamenti del gruppo Morgan (protestante, ma “furfante scaltro tale da surclassare cento affaristi ebrei associati”, come osservò Ezra Pound negli anni ’30 del XX secolo). E la Golman Sachs stessa ebbe sviluppo universale dopo Bretton Woods, sulla trama del “nuovo assetto mondiale” colà fissato per tempi indefiniti a partire dalla seconda guerra mondiale, per fissare la spartizione del potere tra USA ed URSS, fino a che a questa entità, additata come “comunista”, fu “concesso di esistere”. Nel ruolo conquistato dagli USA a Bretton Woods (convegno durato 22 giorni nel luglio 1944, sovrinteso dal “santone della scienza economica” John M. Keynes, il britannico definito “Bukow” da Pound con salace ironia) Goldman Sachs assunse funzione di “consulente di governi” sia in occidente che in oriente, con radice e spirito “liberista” per le privatizzazioni, ma si dedicò anche ad “acquisizioni industriali” ed al controllo di “materie prime”, determinando l’andazzo delle banche minori – dalla stessa sovrintese e sorvegliate – ad assorbire e guidare direttamente le attività produttive, al fine scoperto di controllare i flussi monetari e gestire e condizionare le tendenze ed i consumi dei popoli. Sul finire degli anni ’80 gestì anche la scalata nelle borse di Microsoft e General Electric. Criterio base fu di determinare flussi di alti e bassi nelle quotazioni delle borse internazionali, così che, per esempio, il titolo “Abacus 2007-AC1” fu ragione di inchiesta da parte della SEC,  Securities and Exchange Commission, la accidiosa, ma pur sempre vegetante, commissione statale USA di controllo sulle borse, che condusse il 16 aprile 2010 alla incriminazione di Goldman Sachs. Con la logica conseguenza del naufragio al ribasso nelle borse mondiali di valanghe di titoli, “sventura” che stiamo ancor ora vivendo e che è, in apparenza, inarrestabile.

Come accadde tutto ciò, se non con la complicità di uomini di Goldman Sachs imposti nel potere politico?

Ricorda Virginia Di Leo: «Durante l’amministrazione Clinton l’ex direttore generale della Goldman Sachs, Robert Rubin, divenne sottosegretario al Tesoro. Nel 2004, Henry Paulson, amministratore delegato dalla Goldman, fece approvare alla Commissione dei Titoli e Scambi un aumento dei limiti sul rapporto di indebitamento, permettendo alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti (statali, cioè denaro dei cittadini americani, al minimo, e di coloro che degli USA sono debitori, nota mia) da utilizzare  per manovre di speculazione. Nel 2005 Raghuram Rajan, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (2003-2007), pubblicò un rapporto in cui annunciava il rischio che le società finanziarie, assumendo grandi rischi per realizzare enormi profitti a breve termine, avrebbero potuto far collassare il sistema economico.
Nella prima metà del 2006 la Goldman Sachs vendette 3,1 miliardi di dollari di Cdo (Collateralized debt obbligation,  cioé “titoli particolari” emessi da società veicolo e garantiti da obbligazioni di debito tra le obbligazioni e prestiti, in una serie di scatole cinesi di scarsa affidabilità vertenti su “scommesse per il futuro”, ma consuete nel “paradiso affaristico liberista speculativo americano” – n.d.r.) e in quel periodo l’amministratore delegato era proprio Henry Paulson. Il 30 maggio 2006 George Bush lo nominò segretario del Tesoro e fu costretto a vendere le sue azioni della Goldman, intascando 485 milioni di dollari (e grazie a una legge di Bush padre non pagò nessuna tassa). Nell’aprile del 2010 i dirigenti della Goldman Sachs furono costretti a testimoniare al Congresso americano: Daniel Sparks, ex capo reparto mutui della Goldman (2006-2008) dovette riferire su alcune email in cui definiva certe transazioni “affari di merda”. Fabrice Tourre, direttore esecutivo prodotti strutturati della Goldman Sachs vendeva azioni che definiva “cacca”. Llyod Blankfein, presidente di Goldman, e David Viniar, vicepresidente esecutivo, sotto le pressanti domande del senatore Carl Levin, furono costretti ad ammettere che sapevano di vendere spazzatura. Purtroppo anche il Presidente degli Stati Uniti di America, Barack Obama,  ha confermato il potere mefistofelico della banca d’affari.»

Completò Virginia Di Leo: «Il nuovo presidente della Federal Reserve Bank di New York (principale azionista della Fed) è William Dudley, ex capo economista della Goldman (che nel 2004 lodava i derivati). Capo del personale del dipartimento del Tesoro è Mark Patterson, ex lobbista della Goldman Sachs. A capo della CFCT si è insediato Gary Gensler, ex dirigente della Goldman Sachs che aiutò ad abolire la regolarizzazione dei derivati. Anche in Europa la Goldman manovra spregiudicatamente da tempo. Nel 1999 la Grecia non aveva i numeri per entrare nell’euro. Quindi la Goldman truccò i bilanci. Su PressEurope Gabriele Crescente scrive: “Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d’affari americana, vende al governo socialista di Costas Simitis uno “swap” in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il ‘nuovo’ debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire. E così Goldman Sachs intasca la sua sostanziosa commissione e alimenta una volta di più la sua reputazione di ottimo amministratore del debito sovrano.»
Così la Di Leo, durante i passi esplorativi di Monti in vista dell’incarico di Governo.
A.P.

(Continua)

Prossimo numero: 3 – Goldman Sachs globale



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