Va in banca con i carabinieri per avere soldi
Imprenditore di Vigonza con una sentenza del Tribunale: «Non farò la fine di Schiavon, lotterò per i miei diritti»
VIGONZA. Non voglio fare la fine di Giovanni Schiavon, che conoscevo da anni perché aveva il capannone di fianco al mio, e lotterò fino alla fine per esigere dalle banche il rispetto dei miei diritti». Mario Bortoletto, impresario edile di Vigonza, ieri ha dovuto far intervenire i carabinieri negli uffici dell’Antonveneta in piazzale Castagnara a Cadoneghe, per esigere soldi e documenti che l’istituto di credito doveva consegnargli.
A nulla è valso avere in mano un decreto ingiuntivo firmato dal tribunale di Padova perché, dopo ore di discussione con i funzionari della banca, solo all’arrivo del comandante della stazione dei carabinieri di Cadoneghe, il maresciallo Fabio Fattore, Bortoletto è riuscito ad ottenere quanto gli spettava. «Da mesi chiedevo gli estratti conto di un’impresa edile di cui ero garante – racconta Mario Bortoletto –. Sono stato costretto a rivolgermi al tribunale e a luglio il giudice ha emanato un decreto ingiuntivo che obbligava Antonveneta a consegnarmi i documenti e anche 1.216 euro come liquidazione delle spese di procedura». Fino a ieri pomeriggio, però, Bortoletto non aveva visto né estratti conto né quattrini. Presentatosi in banca con Alfredo Belluco di Federcontribuenti Veneto, i documenti erano sì pronti, ma la banca esigeva che l’imprenditore pagasse oltre 400 euro per le fotocopie. Quanto ai 1200 euro che invece dovevano versare a lui, neanche l’ombra.
«Non possono farmi pagare quando esiste un decreto ingiuntivo del Tribunale, sono io il creditore» sostiene l’imprenditore. Questa però era la disposizione che aveva lasciato il direttore, ieri assente. Solo con l’intervento del comandante dei carabinieri l’ufficio legale della banca ha rilasciato l’ok per la consegna gratuita degli estratti conto e del denaro. Anche perché l’imprenditore era ben deciso a non schiodarsi dall’ufficio.
Non gli cambieranno la vita quel migliaio di euro, ma si tratta di affermare una «questione di principio»: c’è poi da aggiungere che dall’Antonveneta Bortoletto attenderebbe oltre 800 mila euro. «Ho fatto fare una perizia e ne è risultato che tra usura, commissioni sul massimo scoperto, la capitalizzazione degli interessi sugli interessi e altre spese l’Antonveneta mi deve oltre 819 mila euro – conclude l’imprenditore –. Ho dovuto svendere una casa, la barca e la macchina, perché alcuni anni fa l’istituto di credito diceva di vantarli da me. Ora invece scopro che quei soldi non erano dovuti. Ho presentato quindi denuncia ed è in corso un’azione legale in tribunale per illeciti addebiti e usura nei miei confronti».
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