giovedì 8 dicembre 2011

USA e BCE: la vera "mission"


USA e BCE: la vera missione dell'agente Tim Geithner
di Federico Zamboni - 07/12/2011

Fonte: il ribelle 
  
   Nelle linee generali la notizia è di dominio pubblico, e non potrebbe essere diversamente, ma dell’aspetto decisivo parlano solo in pochi. E quei pochi, per di più, senza chiarirne le effettive implicazioni

La notizia è che Tim Geithner, ex presidente della Federal Reserve di New York e attuale ministro del Tesoro statunitense, è arrivato in Europa per sollecitare la Ue a procedere senza incertezze, e con la massima rapidità, ad assumere le misure necessarie al consolidamento dell’Euro.USA 

Le linee guida sono note: da un lato il contenimento obbligatorio della spesa pubblica, in modo da indirizzare quante più risorse possibili al pagamento dei debiti pregressi, nonché di quelli nuovi che si rendono necessari per rimpiazzare quelli vecchi che giungono a scadenza; dall’altro, appunto col pretesto di un coordinamento (e di una sorveglianza) a livello continentale, l’imposizione di una governance ristretta che riduca al minimo la sovranità nazionale, fino a sopprimerla, di fatto, quantomeno nelle questioni di politica economica. 

La parte molto meno nota è quella che riguarda il futuro ruolo della Bce. Come scrive il Sole 24 Ore, a firma del suo corrispondente dagli USA Mario Platero, Geithner «chiederà che Bruxelles traduca in azione gli impegni del 26 ottobre e che la Bce diventi prestatore di ultima istanza». L’intento, quindi, è che la Banca Centrale Europa si faccia carico di garantire la solvibilità di alcune categorie di creditori, tra cui gli Stati a rischio default. Una prospettiva che ovviamente non entusiasma la Germania, il cui ruolo di principale sottoscrittore del capitale Bce si trasformerebbe in un fardello enorme. 

Il punto è proprio questo: togliere risorse al sistema-Paese tedesco, imponendo tassi più elevati sul debito pubblico e rallentandone l’economia, ai fini di un duplice risultato. Primo, cancellare qualsiasi tentazione di egemonia continentale, o comunque di uscita dalla Ue come è strutturata attualmente. Secondo, ridimensionarne l’ingombrante presenza sui mercati internazionali, liberando un po’ di spazio a vantaggio degli USA. 

Washington – o piuttosto il potere finanziario che utilizza gli Stati Uniti come paravento, e come braccio operativo per agire in quegli ambiti diplomatici e militari che, almeno per ora, continuano a essere riservati alle nazioni – ha assoluto bisogno di un’Europa schiava delle sue esigenze. E asservire definitivamente anche la Germania diventa una priorità assoluta. 

Federico Zamboni

1 commento:

  1. il detto è: "dividi et impera" non "unisci et impera". e i motivi ci sono.
    nell'immediato washington lavora per unire, questione di sopravvivenza propria, di vantaggi spiccioli ma necessari, pur sapendo che nel medio-lungo termine questa mossa gli farà perdere il ruolo di dominatore/protettore in europa.
    27 piccoli vassalletti, tenuti ben divisi fra di loro, si gestiscono bene. un solo vassallo più grosso di te prima o poi ti guarderà dritto in faccia e cesserà di essere vassallo.

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