giovedì 14 giugno 2012

Mario Monti c'ha la mamma troika


La troika è lui, uno e trino.

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 Mario Monti ha parlato questa mattina alla Camera. Dopo la riunione di ieri sera, in cui ha chiesto ad Alfano, a Bersani e a Casini di avere pieno supporto sul processo di cessione di sovranità nazionale (come se la mozione di fine gennaio non fosse sufficiente), questa mattina ha detto che tutto sommato possiamo stare tranquilli, perché da noi la troika non è stata necessaria: abbiamo fatto da soli, evitando il commissariamento.


 Del resto, quand'è che mamma e papà ti lasciano fare da solo? Quando dimostri di essere un bambino responsabile, ovvero di fare ciò che ti viene detto di fare senza neppure bisogno di essere sgridato. Ed è indiscutibile che noi, a differenza della Grecia, ci siamo messi subito, diligentemente a fare i compiti. Ma sarà così vero, poi, che nonostante le apparenze la troika da noi non sia intervenuta?

 Vediamo un po'. La Troika, in gergo, è il trio composto dalla Commissione Europea, dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Se grattiamo un po' la vernice sotto alla carta patinata, è risaputo che Mario Monti in Commissione Europea è di casa, essendo stato commissario per decenni, tanto da essere definito il vero burocrate europeo per eccellenza (tra l'altro, essendo anche stato costretto alle dimissioni per l'affare Santer). Nel Fondo Monetario Internazionale, invece, è direttamente membro del board di governatori, per cui è libero di esercitare la sua influenza così come di subirla dall'attuale presidenza di Christine Lagarde. Alla Banca Centrale Europea, per finire, c'è Mario Draghi, vicepresidente e managing director di Goldman Sachs fino al 2005, anno in cui Monti è diventato International Advisor della grande banca d'affari (qualche anno prima che ci finisse poi anche suo figlio). Negli stessi anni, Goldman Sachs aveva fatto sparire come per incanto il debito greco dai bilanci, semplicemente ridenominandolo in euro, si era presa i 300 milioni di cachet e aveva lasciato la Grecia pronta per essere travolta dalla crisi, che poi sarebbe stata gestita dal suo vicepresidente, Draghi, una volta divenuto presidente della BCE. Ma per non farsi mancare niente, Monti e Draghi sono anche colleghi al Gruppo Bilderberg e, indirettamente, compartecipi di strani rimpasti di potere. Collega banchiere di Draghi era Lucas Papademos, ex vicepresidente BCE, membro della Trilaterale e messo a capo del governo greco al posto del povero Papandreou (che aveva osato persino indire un referendum). Ma collega banchiere di Draghi era anche il predecessore di Draghi alla presidenza della BCE, il quale ora sostituisce lo stesso Monti a capo dell'area europea della Trilaterale: tale Jean Claude Trichet. Non si può dire dunque che, con tali e tante parentele, il nostro presidente del Consiglio sia poi così estraneo anche alla BCE stessa. E non ci stupiremmo che il suo prossimo incarico possa essere proprio all'Eurotower. Se l'hanno fatto senatore in meno di 48 ore, del resto, tutto è possibile.

 Quindi, se ad avere imposto le misure di austerity in Italia ci abbia pensato la troika composta dalla Commissione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Centrale Europea mediante commissariamento formale, o se invece ci abbia pensato un commissario unico che li rappresenta tutti e tre, piazzato con secco e magistrale colpo da biliardo dagli stessi che ora spingono per l'accelerazione del progetto degli Stati Uniti d'Europa, farà forse una differenza un po' ipocrita sul piano formale, ma sostanzialmente, qualcuno vuole davvero sostenere che cambi davvero qualcosa?

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