di Nicoletta Forcheri 25 settembre 2012 Occorre tornare ai biglietti di stato, lo spauracchio del rischio inflazione è stato smontato dal vecchio Chicago plan rivalutato negli USA persino dal FMI (vedi articoli sotto)
Non è una manifestazione esattamente organizzata dagli indignados, sembra non portare alcuna etichetta la protesta che dopo le 21, ora prestabilita per la fine del corteo, si è estesa attorno al Parlamento a Madrid, fino a dopo la mezzanotte, ieri 25 settembre 2012.
La piazza era gremita, dicono 6000 persone, ma dalle immagini si direbbe molte di più, e in questo assomiglia alle tante altre piazze del Mediterraneo dove ultimamente la gente senza voce urla regolarmente, sulla sponda settentrionale contro la democratura dell'usura (Spagna, Grecia, Portogallo, i Forconi in Italia), sulla sponda meridionale a favore del "dittatore" designato di turno dall'usurocrazia internazionale, designato per farlo fuori, quella stessa che ci ha imposto in puro stile dittatoriale la Monti-nomics. Bombe ai derivati, bombe tout court, o proiettili di gomma come ieri sera a Madrid, aggressioni sono, violenza, prepotenza, in poche parole la democratura all'attacco dei popoli, in particolare del Mediterraneo.
Non è degli indignados, avrebbe avuto la ribalta sulla nostra stampa, è invece la manifestazione dei desesperados, quella di ieri sera a Madrid, del popolo disperato che scende in piazza contro le misure di austerità del governo, e che ne chiede le dimissioni.
Poi verso le 21 un uomo prende il microfono e dice testuale: "Da dove vengono i soldi?? Niente, se li inventano e poi ce li prestano, con gli interessi." (L'ho sentito con le mie orecche, meno male che ho studiato lo spagnolo).Il segreto di pulcinella apparentemente è oramai di dominio pubblico, come un virus è uscito dal net e infuoca le folle. Solo alcuni, impediti?, ci sono o ci fanno?, si chiedono ancora cos'è che non vada nel pacchetto/soluzione Barnard/MMT e continua imperterrito a chiedermi: ma non c'è rischio di inflazione in caso di stampa moneta popolare? No, non c'è rischio, lo dice persino l'FMI rispolverando il vecchio Piano Chicago degli anni 30, che doveva servire a risolvere la Grande Depressione e che alcune forze politiche vogliono applicare oggi (vedi articolo sotto). E si, la soluzione c'è: ritornare ai biglietti di Stato, come dice così bene Marco Saba in questo articolo (vedi sotto). Applicando il Piano Chicago, si sarebbe evitata la Grande Depressione, altro che la politica rooseveltiana della spesa dello Stato senza specificare chi e come si emette la moneta!! Quegli imbroglioni della MMT, la chiamano sovranità monetaria, ma non lo è: è semplicemente una BC privata che compra direttamente i titoli di Stato senza necessità del mercato/monopolio delle banche dealer. Ma fino a quando ci sarà scambio di moneta e titoli di Stato nell'emissione stessa della moneta, per lo Stato ci sarà rendita da pagare ai privati banchieri e indebitamento del popolo. Perché la sovranità monetaria vera è quella per cui Moro e Kennedy furono uccisi, altro che mafia, fu bankenstein: emissione di biglietti di Stato alla stregua delle monete metalliche, con rendita monetaria senza interessi direttamente allo Stato, senza scambio con i titoli del debito, che come indica la parola, indebitano, e non solo per gli interessi, come affermano imperterriti i negazionisti, ma per l'intero valore nominale della moneta emessa, visto che la BC - per mezzo delle banche dealer - ce la presta tutta...
Nicoletta Forcheri
Altri link: http://rt.com/news/spain-protests-parliament-crisis-942/
Occorre tornare ai biglietti di Stato
Pubblicato il 15 Marzo 2012 di Marco Saba
Se recuperassimo l’idea di Aldo Moro di emettere biglietti di stato a corso legale senza bisogno di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce, potremmo non soltanto assolvere i vari bisogni del popolo italiano, ma anche varare un bel corso gratuito di criminologia monetaria e bancaria. Fu infatti così che i governi Moro finanziarono le spese statali, per circa 500 miliardi di lire degli anni ‘60 e ‘70, attraverso l’emissione di cartamoneta da 500 lire “biglietto di stato a corso legale” (emissioni “Aretusa” e “Mercurio”). La prima emissione fu normata con i DPR 20-06-1966 e 20-10-1967 del presidente Giuseppe Saragat per le 500 lire cartacee biglietto di Stato serie Aretusa, (Legge 31-05-1966). La seconda emissione fu regolata con il DPR 14-02-1974, del Presidente Giovanni Leone per le 500 lire cartacee biglietto di stato serie Mercurio, DM 2 aprile 1979. Questa moneta di stato tra l’altro aveva l’importante funzione di immettere denaro senza debito che rendeva solvibile - almeno in parte - il sistema usuraio poiché serviva per pagare gli interessi per i quali il sistema bancario NON emetteva moneta e strozzava il paese (come invece ora fa). L’idea era stata copiata dal periodo fascista in cui tante opere pubbliche vennero finanziate a questo modo. Mentre l’analoga operazione di emettere Am-Lire da parte degli occupanti alleati fu una vera e propria opera di falsari che imposero la loro moneta a suon di bombardamenti addebitandola per lo più a debito pubblico (una perdita di circa 300 miliardi di lire dell’epoca 1943-1952, oltre a tutti i beni di cui si erano appropriati con questo denaro falso). Fu Giovanni Leone a firmare l’ultimo DPR con cui si emettevano le 500 lire. Sia Moro che Leone non ebbero gran fortuna e sappiamo come vennero ringraziati da Bankenstein... Ma ora c’è internet, ora sarebbe molto più facile impedire la reazione della bancocrazia totalitaria diffondendo la conoscenza della materia. Infatti, col senno di poi, non è difficile capire a cosa doveva portare il disegno del terrorismo nel nostro paese: gli anni di piombo si chiusero con due stragi nell’anno del Trattato di Maastricht, il 1992... Questo trattato è un papello tra “Stati” e banchieri mannari, il cui risultato oggi è sotto gli occhi di tutti. Ci ha portato al golpe morbido del governo Monti...
Comunque, in seguito all’assassinio di Moro e alle dimissioni anticipate di Leone, l’Italia smise di emettere cartamoneta di Stato. La bancocrazia ci aveva anche provato prima a ricattare lo Stato, emettendo i famosi miniassegni per erodere il signoraggio che lo stato guadagnava con la propria moneta, ma poi, non essendo la “misura” sufficiente, ricorsero ai mitra e bombe. Ricordatevi che il terrorismo in Italia inizia con due attentati dinamitardi negli anni ‘60 contro due banche di Stato (all’epoca): Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano e BNL a Roma... Oggi lo Stato guadagna decisamente spiccioli con il conio delle monetine, dove i margini e la quantità di signoraggio sono niente rispetto all’emissione di cartamoneta e denaro virtuale, proprio una mancia per salvare le apparenze. Dobbiamo proporre di introdurre con vigore una cartamoneta complementare nazionale chiamata Biglietto di stato, con cui soddisfare i bisogni interni del paese. Questa cartamoneta non influirebbe sui parametri di Francoforte, non creerebbe debito e darebbe la libertà al paese di soddisfare tutte le esigenze di base della cittadinanza. La Moro-nomics è un’alternativa degna di essere seriamente presa in considerazione.
Marco Saba, marzo 2012
FMI SMONTA LO SPAURACCHIO DEL RISCHIO INFLAZIONE IN CASO DI STAMPA MONETA IN MANO ALLO STATO
Fonte: http://leconomistamascherato.blogspot.it/2012/09/imf-division-chief-speaks-in-chicago.html Traduzione a cura di Nicoletta Forcheri http://mercatoliberotestimonianze.blogspot.comIl Chicago Plan era stato previsto e promosso dai nostri migliori economisti negli anni '30 (Henry Simons, Irvin Fischer, Doulas et al) per tirar fuori la nazione dalla Grande Depressione. Prevedeva di nazionalizzare il sistema privato della Federal Reserve; di attribuire la facoltà di creare l'offerta monetaria unicamente al governo e di eliminare definitivamente la cosiddetta riserva frazionaria. E' il modello del deputato attuale Dennis Kucinich NEED Act (National Emergency Employment Defense Act – Atto di emergenza nazionale per la tutela del lavoro) introdotto attualmente al Congresso con il nome "HR 2990." Kumhof presenta i risultati dello studio all'8° Conferenza dell'Istituto Monetario americano, presso il centro dell'Università di Chicago alle 9,30 venerdì 21 settembre 2012.
Lo studio conclude che : “Il Piano Chicago potrebbe notevolmente ridurre il ciclo di volatilità del business causato dai rapidi mutamenti negli atteggiamenti bancari nei confronti del rischio al credito, eliminerebbe rischi di corse agli sportelli e provocherebbe la riduzione immediata ed estesa dei livelli di indebitamento sia nel pubblico che nel privato. Nel privato, emettendo moneta statale, che rappresenti valore nel commonwealth [o una determinata comunità, Ndtr] e non debito, che è il principale valore liquido dell'economia attuale, mentre le banche si concentrerebbero sulla loro forza, sull'ampliamento del credito ai progetti di investimento che richiedono un controllo e una perizia nella gestione del rischio...
Questa abilità a generare e a vivere con un tasso stabile di inflazione pari a zero è un grosso risultato perché risponde alla dichiarazione confusa degli oppositori della stampa moneta in monopolio pubblico esclusivo, cioè che tale sistema causerebbe alti tassi d'inflazione. Non vi è nulla nel nostro contesto teorico che possa dimostrare tale affermazione e, come visto alla Sezione II, anche nella storia monetaria delle società antiche e delle nazioni occidentali vi sono pochissimi elementi per avvalorarla.”
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