COMUNICATO STAMPA
MPS: ADUSBEF CHIEDE DI SOSPENDERE UN PROCESSO FARSA PER OSTACOLO ALLA VIGILANZA DI BANKITALIA, BASATO SU TEOREMA COSTRUITO A TAVOLINO, PER DIFENDERE DRAGHI,SACCOMANNI, TARANTOLA. INCRIMINARE PER OSTACOLO VERITA’,VIOLA- PROFUMO,ARTEFICI DEPISTAGGIO GIUDIZIARIO E BILANCI FALSI.
Giorno dopo giorno, si sgretola fin dalle fondamenta un teorema quasi perfetto, costruito a tavolino dalla quinta colonna di Bankitalia, quel Fabrizio Viola, mandato al Monte dei Paschi di Siena in sostituzione di Antonio Vigni, per occultare le precise responsabilità degli omessi controlli di vigilanza che hanno concretizzato bilanci falsi, che hanno procurato il crack Mps, ripianato finora dalla fiscalità generale con un esborso di 4,1 miliardi di euro.
Adusbef non ha alcun interesse, come dimostra la sua storia cristallina a tutela dei diritti e della legalità specie contro la piovra bancaria,ad attenuare responsabilità di Mussari,Vigni e Baldassarri, indagati dal tribunale di Siena nel processo per la ristrutturazione del derivato Alexandria ed accusati di aver occultato il mandate agreement stipulato con i giapponesi di Nomura.
Adusbef, avendo a cuore la verità e l’emersione delle responsabilità nel crack del Monte dei Paschi di Siena, chiede – anche con ulteriori esposti-denunce- la sospensione di un processo farsa che si sta celebrando a Siena per ostacolo alla vigilanza, fondato su teoremi costruiti a tavolino da uomini di Bankitalia, mandati appositamente al Monte dei Paschi di Siena per occultare l’omessa vigilanza e le precise responsabilità di Draghi,Tarantola, Saccomanni nel dissesto della terza banca italiana.
Come pubblicato oggi da giornalisti a schiena dritta, gli ispettori di Consob e Bankitalia notano già a fine 2011 che ‘il mandate agreement’, il contratto che lega le due operazioni (Btp 2034 e ristrutturazione Alexandria), l' operazione in Btp restava un' operazione in Btp, anche se somigliava terribilmente a un "derivato sintetico" con perdita automatica incorporata. L' esistenza del mandate agreement viene rivelata il 22 gennaio 2013, da un articolo che produce le dimissioni di Mussari dall' Abi. Due giorni dopo a Siena si svolge un' infuocata assemblea degli azionisti, chiamati a un aumento di capitale da 4,1 miliardi al servizio della eventuale conversione dei Monti Bond. Infatti a dicembre 2012, prima dello scandalo, Profumo ha avuto dal governo Monti un prestito di quell' importo, perpetuo ma convertibile in azioni quando lo decida la banca. Trattandosi di un aiuto di Stato, la Commissione europea dà la necessaria approvazione, provvisoria in attesa di un piano di ristrutturazione della banca.
All' assemblea del 25 gennaio, nonostante la fresca scoperta dei derivati nascosti di Mussari, Profumo nega le precise responsabilità del falso in bilancio. All' assemblea degli azionisti del 29 aprile successivo torna in ballo l' azione di responsabilità contro Mussari, e Profumo sfodera un argomento opposto rispetto a tre mesi prima: "La rilevazione operata a fini Eba a fine settembre 2011 ha evidenziato per la Banca una riserva AFS negativa per 3,2 miliardi circa (di cui 1,2 miliardi imputabili all' operazione Nomura e 870 milioni imputabili all' operazione Deutsche Bank), costringendo la Banca a ricorrere a onerose azioni di rafforzamento patrimoniale". Dunque le operazioni di Mussari hanno lasciato in eredità un buco patrimoniale di 2,07 miliardi, che Profumo fino a quel giorno aveva ascritto alla "crisi del debito sovrano.
Il processo in corso a Siena sul mandate agreement nascosto ipotizza il reato di ostacolo alla vigilanza proprio perché - per i pm Aldo Nastasi, Giuseppe Grosso e Antonino Natalini - il collegamento tra le due operazioni configurato dal contratto firmato da Vigni e poi messo in cassaforte, era stato nascosto alla Banca d' Italia e alla Consob. Poichè tale tesi è smentita dall’ex capo degli Ispettori di Bankitalia, Giampaolo Scardone (nel frattempo passato a Banca Carim come vicedirettore generale), laddove emerge che, prima del ritrovamento del contratto, Bankitalia e Consob avevano gli strumenti per capire le due operazioni ("struttura Btp 2034" e nota Alexandria ) con l’esatto collegamento tra due operazioni realizzate nello stesso periodo tra le stesse parti e aventi segno opposto e trova pure la commissione pagata per il favore da Mps a Nomura, ossia la differenza tra la perdita sul Btp per il guadagno su Alexandria, pari a meno 75,5 milioni di euro, Adusbef chiede di sospendere il processo per ostacolo alla vigilanza, con l’incriminazione urgente di Viola e Profumo, artefici di un depistaggio giudiziario la cui finalità è quella di occultare precise responsabilità degli organi preposti ai controlli, compreso il falso in bilancio.
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Roma,29.1.2013
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