domenica 9 novembre 2014

Comunicato dell'ASSOCIAZIONE AZIONISTI UBI BANCA

Ricevuto da Lannutti: Banche & Paradisi fiscali: lo scandalo Ubi-Banca ! Bankitalia, che predica bene per bocca di Visco, razzola male, facendo da palo alle frodi fiscali-societarie Pubblico il Comunicato dell'ASSOCIAZIONE AZIONISTI UBI BANCA

(comunicato stampa diffuso dopo la chiusura delle trattazioni di Borsa)

Secondo quanto riportato dai media nazionali ed internazionali riguardo lo scandalo di trecentoquaranta multinazionali che hanno sottoscritto accordi elusivi con il Granducato di Lussemburgo per pagare meno tasse agli Stati di provenienza, ancora una volta, UBI Banca risulta purtroppo tra i protagonisti assoluti. Si parla di cifre enormi potenzialmente sottratti al fisco italiano e ad altri Paesi europei, anche da parte di istituti di credito che hanno avuto in questi anni l’ardire di vantarsi della trasparenza dei propri bilanci, nel caso di UBI Banca, professandosi addirittura paladini dei valori e delle tradizioni cattoliche.
Ci chiediamo ora in quali scaffali della Banca verrà riposto il recente premio al Consigliere Delegato, quale “banchiere più trasparente”. Il nostro consiglio, consentiteci la battuta, è di collocarlo, proteggendolo con cura vicino a qualche media (magari di matrice cattolica), che ha fino ad oggi edulcorato, per usare un eufemismo, quanto è accaduto in questi anni in UBI Banca.
E’ bene riepilogare quanto lo scrivente ha da tempo comunicato alle Istituzioni di Vigilanza, CONSOB e BANKITALIA, in merito alla struttura estera del Gruppo UBI, struttura che si estrinseca anche in numerosissime società con sedi in paradisi fiscali o paesi a fiscalità agevolata.
UBI Banca purtroppo primeggia, come da elenco sotto riportato, per società con sedi in Paesi quali Cina, Singapore, ben sedici società con sede in Lussemburgo e otto con sede in Delaware (USA), (stato noto alla cronaca in quanto ultima destinazione conosciuta del mitico aereo di Lele Mora, venduto ad una società locale per la capiente cifra di circa € 60.000), quattro in Svizzera e ancora nel Baliato di Jersey, a Dublino, a Madrid, a Bruxelles e a Cracovia.
OVVIAMENTE I NOSTRI ELENCHI NON POSSONO CHE ESSERE PARZIALI (in difetto)










Di che cosa si occupano, o si sono occupate, tutte queste società con sedi estere, anche in paradisi fiscali o Paesi a fiscalità agevolata?

Dal bilancio di esercizio è davvero difficile comprenderlo, così come è sostanzialmente impossibile risalire in toto alla composizione degli organi sociali o alla natura delle operazioni effettuate, ma certamente è inquietante che una banca, che si dice popolare e che professa in mille occasioni ufficiali le proprie radici cattoliche, debba ricorrere ad una incredibile e ramificata struttura di società con sedi in Paesi a fiscalità agevolata, dedicate ad attività tutte da analizzare.
Resta quindi da comprendere quale sia stato lo schema strategico studiato e perpetrato dai vertici del Gruppo UBI e per quali motivazioni, spesso pacificamente di carattere fiscale, si è fatto ricorso alla costituzione, alla gestione ed alla continua compravendita di quote di una serie di società con sede in paradisi fiscali, contravvenendo e contraddicendo i principi etici enunciati in numerosi documenti ufficiali dalla Banca. Principi rimasti, come oggi appare sempre più chiaramente, in ogni ambito, del tutto confutati dalle strategie elusive adottate dai vertici UBI e di cui oggi trattano diffusamente i media.
E’ bene sottolineare che anche solo una piccola variazione percentuale relativa a business di portata eccezionale per dimensione, quali sono le cartolarizzazioni, potrebbe aver comportato riflessi di enorme rilievo per i bilanci della Banca.
Si rifletta sul fatto che 1 millesimo di 100 miliardi di Euro equivale a 100 milioni di Euro.
Una azienda di credito per la delicatezza del compito svolto e per l’incidenza del proprio ruolo economico su un intero contesto economico deve operare in regime di assoluta trasparenza con le istituzioni dello Stato.
Non mancano, al contrario, IN AGGIUNTA ALLE SOCIETA’ CON SEDI IN PAESI A FISCALITA’ PREVILIGIATA, operazioni con base nelle Isole Cayman, a Cipro, nelle Isole Vergini o banche e società controllate dal gruppo con sede in Lussemburgo. Altri fondi finiscono a Madera, in Portogallo, e così via… Possiamo affermare che mancano ben pochi paesi tra quelli considerati ad elevato rischio di operazioni elusive.
Non possiamo quindi non richiedere ai vertici pro tempore di UBI Banca, a CONSOB e BANKITALIA, a cui ho personalmente formalizzato più di un esposto in materia, di fare chiarezza su qualsivoglia comportamento possa destare dubbi e perplessità in merito a possibili elusioni degli obblighi fiscali e civilistici vigenti, perpetrati anche mediante il ricorso a società, ed accordi di qualsiasi natura, attivati in Paesi a “fiscalità agevolata”, anche appartenenti a nazioni “black list”.
Un altro tema di grandissima delicatezza riguarda le operazioni di cartolarizzazione.
Non si può non rilevare che le numerose società con sede prevalentemente nei Paesi Bassi si sono spesso occupate di operazioni, quali le cartolarizzazioni, con cifre per la Banca quantificabili in svariate di miliardi di Euro. Proprio le quote di tali società, ma non solo di queste, sono state oggetto di frequenti, solo apparentemente illogici, passaggi di proprietà.
Gregorio Gitti, genero di Giovanni Bazoli (Presidente di Intesa San Paolo e già Amministratore di UBI Banca), ha gestito negli ultimi anni, insieme a Giuseppe Sciarrotta (non a caso “Head of the Corporate Affairs Area”) ed altri amministratori, le principali operazioni di cartolarizzazione.
Da notare che nelle cartolarizzazioni sono coinvolte fondazioni (in olandese fondazione si traduce in Stichting) con sede in Olanda il cui oggetto sociale parrebbe ad una prima analisi lontano dall’attività di recupero crediti bancari e di cartolarizzazione dei medesimi.
In premessa va detto che il Gruppo UBI ha maturato negli ultimi anni, talvolta con decisioni e delibere apparentemente incomprensibili, un’enorme mole di crediti in sofferenza.
Oltretutto , diciamo “per ironia della sorte”, i crediti in sofferenza sono in buona parte dovuti a quel “capitalismo di relazione”, che tanti danni ha generato proprio in UBI e in Banca Intesa.
Quali sono le società del Gruppo UBI che si sono occupate della gestione e della cartolarizzazione dei crediti in sofferenza?

Il 21 Gennaio 2008 Stichting Brixia acquista il 90% di Lombarda Lease Finance 1 Srl.
In particolare, i crediti in sofferenza di UBI Leasing di Banca 24/7 e della stessa UBI sono stati ceduti a Banca 24/7 Finance srl (Gitti ne è il presidente del CdA), Lombardia Lease Finance 3 srl (Gitti presidente CdA) e Lombarda Lease Finance 4 srl (Gitti presidente CdA);
Ubi Finance 2 srl (Gitti presidente CdA) ha gestito i crediti in sofferenza del Banco di Brescia;
Ubi Finance 3 srl (Gitti presidente CdA) ha gestito quelli della Banca Popolare di Bergamo.
Quindi Gitti, in qualità di presidente del CdA, ha gestito in primissima persona, o quanto meno con l’incarico apicale di presidente del consiglio di amministrazione, tutti i principali crediti in sofferenza del Gruppo UBI e stiamo parlando di svariati MILIARDI DI EURO!!!
Da notare che in alcune delle suddette società risultano, o sono risultate, socie proprietarie, fino al 90% delle quote, (Stichting Viola, Brixia, Romullus), misteriose fondazioni di diritto olandese con sede ad Amsterdam, in Olanda!!!
Andiamo a scoprire infatti a chi appartiene, o è appartenuta nel recente passato, la proprietà delle quote delle società che si sono occupate di cartolarizzazioni gestite da Gitti:
Ricordiamo che stichting significa “fondazione” in lingua olandese:
- Stichting Brixia è socia per il 90 % di 24 7 Finance, il restante 10 % è di UBI Banca;
- Stichting Mara è socia per il 40 % di Ubi Finance, il restante 60 % è di UBI Banca;
- Stichting Brixia è socia per il 90 % di Ubi Finance 2, il restante 10 % è di UBI Banca;
- Stichting Brixia e’ socia per il 90 % di Ubi Finance 3, il restante 10 % è di UBI Banca;
- Stichting Viola è socia per il 40 % di Ubi Finance CB 2, il restante 60 % è di UBI Banca
- Stichting Brixia è socia per il 90 % di Lombarda Lease Finance 3, il restante 10 % è di UBI Banca;
- Stichting Romullus è socia per il 90 % di Lombarda Lease Finance 4, il restante 10 % è di UBI Banca.
Ma non mancano altre fondazioni che si occupano, o si sono occupate, di cartolarizzazioni:
- Stichting Dalia che possiede il 90 % (10 % UBI) di UBI SPV BBS 2012 srl (presidente Parisotto, consigliere Sciarrotta, consigliere Di Cola);
- Stichting Edera possiede il 90 % di UBI SPV BPCI 2012 srl (10 % UBI) (presidente Parisotto, consiglieri Sciarrotta, Di Cola);
- Stichting Peonia possiede il 90 % di UBI SPV BPA 2012 srl (10 % UBI) (presidente Parisotto, consiglieri Sciarrotta e Di Cola);
- Stichting Mars Finance possiede il 50 % di Albenza srl e di Albenza 2 srl, il restante 50 % è posseduto in entrambe i casi da Stichting Jupiter Finance;
- Stichting Mars Finance possiede poi il 100 % di Albenza 3 (il nome Albenza coincide con Golf Club Albenza di cui e’ eterno presidente Emilio Zanetti, già Presidente di UBI) - procuratore UBI Banca SCPA.
- Stichting Petro possiede il 90 % di UBI Lease Finance;
- UBI Lease Finance 5 srl (10 % UBI), Parisotto presidente CdA, consiglieri Sciarrotta e Di Cola;
Altra società che si è occupata di cartolarizzazioni in Irlanda è la Orio Finance 3 PLC.
Non si comprende appieno che ruolo possano avere fondazioni di diritto olandese nella cartolarizzazione UBI!!!
Tra l’altro queste fondazioni olandesi, da una prima ricerca, parrebbe si occupino statutariamente di garantire servizi agli studenti!!!
Che attinenza possono avere fondazioni di studenti olandesi con le cartolarizzazioni???
E per quali motivi sono avvenuti, negli ultimi anni, svariati passaggi di quote delle società in esame???
Nel CdA è inoltre presente, spesso con ruoli apicali, il già citato Giuseppe Sciarrotta, responsabile dell’ufficio soci di Brescia, ufficio che è assolutamente determinante per la gestione delle assemblee, delle deleghe e quindi della elezione dei vertici UBI, oggi al vaglio della Magistratura di Bergamo.
Tra l’altro Sciarrotta, in quanto Responsabile del Servizio Rapporti con i Soci, è stato recentemente nominato consulente tecnico di parte da UBI Banca nella causa finalizzata all’annullamento dell’Assemblea dei Soci 2013, in cui lo scrivente è parte attrice, causa pendente presso il Tribunale di Brescia!
In quasi tutte le altre società che si occupano di cartolarizzazione e’ inoltre presente, in qualità di presidente del CdA, Renzo Parisotto. Che ruolo ha?
E perché Parisotto, che ha scritto un ottimo testo (“il nuovo scudo fiscale”) con Boccalatte, amministratore delle società che hanno comprato, attraverso conti IW Bank, azioni UBI, e’ stato premiato con incarichi altissimi nel gruppo?
A questo punto, ancora una volta, chiediamo ai vertici UBI:
1. di prendere atto del fatto che ben quattro Procure della Repubblica (Bergamo, Milano, Brescia e recentemente anche quella di Cuneo) stanno vagliando numerose ipotesi di reato;
2. di prendere atto delle indagini in corso che riguardano a diverso titolo esponenti del Gruppi UBI, per reati gravissimi, anche in concorso, quali:
- frode fiscale;
- ostacolo all’attività degli organi di vigilanza;
- appropriazione indebita;
- falso ideologico;
- truffa;
- riciclaggio;
- violazione delle norma sul conflitto di interessi.
3. di prendere atto che CONSOB e BANKITALIA hanno già sanzionato a più riprese molti vertici apicali di UBI Banca per gravi episodi:
SANZIONE UBI LEASING PUBBLICATA DALLA BANCA D’ITALIA SUL BOLLETTINO DI VIGILANZA N.10 – OTTOBRE 2013
- carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nella gestione del credito da parte di componenti ed ex componenti il Consiglio di amministrazione;
- carenze nei controlli da parte dei componenti il Collegio sindacale;
- carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nella gestione del credito da parte dell’ex Direttore generale.
IL PROVVEDIMENTO DI UBI FACTOR PUBBLICATO DA BANCA D’ITALIA SUL BOLLETTINO N.1/2014
- carenze nell’organizzazione, nei controlli interni e nella gestione del credito da parte dell’ex Direttore generale;
- posizioni ad andamento anomalo e previsioni di perdita non segnalate all’Organo di Vigilanza da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione, il Collegio sindacale e dell’ex Direttore generale.
IL PROVVEDIMENTO DI BANCA 24/7 PUBBLICATO DA BANCA D’ITALIA SUL BOLLETTINO N. 6/2012
- carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte dei componenti il Consiglio di amministrazione;
- carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte del Direttore;
- carenze nell’organizzazione e nei controlli interni da parte dell’ex Direttore generale;
- carenze nei controlli da parte dei componenti il Collegio sindacale.
4. di prendere atto che oggi è stata resa nota dalla stampa anche questa gravissima accusa, relativa a possibili episodi di elusione fiscale.
Fino a quando, quindi, gli azionisti, chiamati in questi anni a sborsare ingentissime somme relative ad aumenti di capitale, esborsi necessari anche per ripianare i default “inspiegabilmente” subiti dalla
Banca negli ultimi anni e fino a quando i dipendenti e le loro rappresentanze sindacali, chiamati a subire continui tagli e restrizioni sul personale, potranno sopportare di essere guidati da amministratori indagati dalle Procure di mezza Italia e delle Autorità di Vigilanza con ipotesi di reato tanto gravi?
Rivolgiamo, infine, due domande agli Amministratori e ai Sindaci delle società del Gruppo UBI.
1. Chi ha pagato le sanzioni fino ad oggi comminate da CONSOB e BANKITALIA?
Le hanno pagate i diretti interessati con i propri soldi, come è doveroso, o le ha pagate la Banca, con i soldi degli azionisti e dei soci?
Perché sarebbe davvero tragico e gravissimo se UBI Banca, oltre ad aver promosso tutti gli esponenti sanzionati da CONSOB e BANKITALIA con incarichi più prestigiosi rispetto a quelli ricoperti nel momento in cui sono state erogate le sanzioni, incarichi considerevolmente più remunerati e prestigiosi, avesse anche pagato con i soldi dei soci le sanzioni comminate dalle autorità di vigilanza per reati tanto gravi.
L’esempio eclatante è costituito da UBI Leasing e da UBI Factor, con un CdA composto da esponenti molto vicini ai vertici che vengono tutti generosamente premiati, nonostante la gravità di quanto sarà poi rilevato e sanzionato dagli organismi di vigilanza.
Si veda lo schema allegato:
GLI INCARICHI AFFIDATI AI PROTAGONISTI DEGLI SCANDALI UBI LEASING E UBI FACTOR

2. Rivolgo un’ultima domanda. Qual è il comune denominatore delle tre banche italiane: UBI Banca, Banca Intesa San Paolo e Unicredit, che risulterebbero coinvolte, secondo numerosi articoli di stampa, nell’odierno scandalo sull’elusione fiscale? Quali sono i requisiti e i protagonisti comuni in tali operazioni?
Nell’evitare di riportare i nomi degli interessati e di attribuire a ciascuno il proprio reato, non possiamo sottacere del fatto che gli indagati per reati tanto gravi ricoprono le massime cariche apicali di UBI Banca, risultano infatti, tra gli altri consiglieri, indagati il Presidente del Consiglio di Gestione, il Consigliere Delegato, il Presidente del Consiglio di Sorveglianza, il Vice Presidente Vicario del Consiglio di Sorveglianza, il Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza, l’ex Presidente del Consiglio di Gestione e altre cariche apicali anche di alcune tra le principali società controllate.
La Banca d’Italia e l’Associazione Bancaria Italiana hanno recentemente dichiarato ufficialmente di voler adottare provvedimenti finalizzati a restringere i requisiti di onorabilità richiesti per le cariche di vertice degli istituti di credito, chiedendo formalmente agli interessati di rimettere il mandato per il bene supremo degli istituti coinvolti. Ne consegue, quindi, che seppure in presenza di presunzioni di innocenza fino al terzo grado di giudizio, emerge in tutta la sua gravità, l’inopportunità del permanere alla guida della banca di esponenti sottoposti ad indagini con accuse tanto gravi.
INFINE, NEL CASO DI VIOLAZIONI FISCALI ACCERTATE, CHI PAGHERA’ LE EVENTUALI SANZIONI?
FORSE I SOCI, GLI AZIONISTI, I DIPENDENTI GIA’ PESANTEMENTE COLPITI DA AUMENTI DI CAPITALE, CROLLO DEL VALORE DEL TITOLO E LICENZIAMENTI O I DIRETTI RESPONSABILI???

Bergamo, 7 Novembre 2014

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