Progetto “Salva-Comuni”:
cosa, come, dove, quando, perché
a cura di Marco Saba, presidente di IASSEM, 7 ottobre 2016
La
legge di stabilità 2015 (articolo 1, comma 702, legge 190/2014), con
riferimento agli anni 2015, 2016 e 2017, ha portato al 55% la quota
spettante ai Comuni sulle maggiori somme dei tributi statali riscosse
in conseguenza della loro partecipazione all’attività di
accertamento fiscale svolta attraverso la “segnalazione
qualificata” (vedi note 1 e 2).
I
Comuni dovrebbero effettuare le segnalazioni per i casi più
eclatanti di evasione evitando di soffermarsi su casi minimi anche
per evitare di essere accusati di attività formali di lotta
all’evasione, piuttosto che di impegno sostanziale. A questo scopo
si suggerisce di effettuare una segnalazione qualificata per il caso
delle banche operanti sul territorio comunale in riferimento all’IRES
e l’IRAP evasa sulla creazione di denaro poiché tale attività,
differente da quella dichiarata (ATECO 64.19.10: Intermediazione
monetaria di istituti monetari diverse dalle Banche centrali, vedi
nota 3), non risulta nei bilanci presentati dalle banche presenti ed
operanti sul territorio nazionale (vedasi: interventi di Sibilia,
Saba, Rosanìa, nelle assemblee degli azionisti di UNICREDIT, INTESA,
MEDIOBANCA, etc. etc. nel 2014 e 2015).
Sulla
questione della contabilizzazione della creazione monetaria,
l’ignoranza e le irregolarità arrivano ai piani alti della P.A.
(vedi nota 4) Sul fatto che le banche creano denaro – cosa
sconosciuta al pubblico che non si chiede come viene creato il
denaro, ma solo se gli arriva – si è espresso recentemente anche
il vice presidente della Banca Centrale Europea a Madrid, il 7 luglio
2016 (vedi nota 5).
Ai
fini della segnalazione, le banche operanti sul territorio comunale
possono rientrare nel caso previsto di “soggetto svolgente attività
diversa da quella dichiarata”, infatti le banche creano denaro per
gli impieghi alla bisogna – non se lo fanno prestare
precedentemente - e tale attività non solo non è dichiarata ma non
risulta nei libri contabili e nel bilancio presentato dalle banche
(vedi nota 6). L’attività dichiarata è solo quella di
intermediazione finanziaria, non quella d’emissione di denaro
digitale in euro. Tale denaro, d’altra parte, se non dichiarato
falsifica notevolmente la dichiarazione annuale dei profitti prima
delle imposte. Infatti si calcola che gli impieghi annuali del
sistema bancario commerciale siano dell’ordine dei 1.800 miliardi
di euro (fonte: Banca d’Italia, varie relazioni annuali).
La
creazione continuativa di denaro nel Comune di pertinenza da parte
della banca (sede o filiale) si evidenzia anche nelle operazioni che
lo stesso Comune effettua quando accende dei mutui che vengono
onorati dalla banca con la creazione di denaro direttamente nel conto
di deposito del Comune, senza però passare dai flussi di cassa della
banca stessa al momento della creazione. L’alterazione per
omissione del rendiconto finanziario, e quindi del conto dei flussi
di tesoreria della banca, e la relativa contestazione internazionale
iniziata da Marco Saba, presidente di IASSEM (vedi nota 7), trae
ragione dal fatto che, ad esempio, le banche centrali BCE e BNS non
hanno presentato il rendiconto dei flussi di cassa nel 2016
(Rendiconto Finanziario).
Nella
segnalazione qualificata si può suggerire che: l’ammontare della
cifra annuale non dichiarata equivale, banca per banca, alla massa
degli impieghi sommata alle eventuali operazioni di acquisto di beni
e servizi (ad esempio, il pagamento dello stipendio degli impiegati)
ed ad altre da individuarsi tramite accertamenti da parte
dell’Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza
(cambiovaluta, import-export, versamento per contanti, etc.).
Infine,
la segnalazione può essere inoltrata dal Comune utilizzando il
portale PuntoFisco:
https://puntofisco.agenziaentrate.it/PuntoFiscoHome/Logon.jsp
indicando
il numero delle filiali o sedi di banche nel territorio comunale e la
loro denominazione.
E’
opportuno ricordare che la segnalazione vale per l’anno in corso ma
anche per tutti gli anni precedenti all’accertamento da eseguirsi a
cura dell’AGE.
Il
55% delle cifre evase – anche per il solo 2015 – dovrebbe essere
sufficiente a salvare anche i Comuni più indebitati e può essere
calcolata per ogni anno grosso modo con questa formula: 1.800
miliardi di euro – diviso – numero di residenti in Italia –
moltiplicato – numero di residenti nel comune in oggetto. Da questa
cifra si tragga il 30% (IRES + IRAP) ed infine sul risultato si
calcoli il 55% che è il premio per il Comune.
In
questa pagina dell’ANCI si trovano risposte a domande comuni:
Note:
1)
v. “SEGNALAZIONI ALL’AGENZIA DELLE ENTRATE” - VADEMECUM AD USO
DEI COMUNI
2)
Comuni vs evasione: quanto vale e come si svolge la partecipazione
3)
v. “Note per un studio di settore sull’attività bancaria”
http://centralerischibanche.blogspot.it/2014/05/note-per-uno-studio-di-settore.html
4)
v. “Tesoro sommerso: l’errore contabile del ministro Padoan”
5)
v. “LA BCE ammette: le banche commerciali creano denaro”
6)
“Punti fermi sulla creazione di danaro bancario in Europa”, blog
“Centrale Rischi Banche”, 3 ottobre 2016. Documento notificato al
Tribunale di Genova il 4 ottobre 2016.
7)
Istituto di Alti Studi sulla Sovranità Economica e Monetaria –
sito web in costruzione.
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