Derivati segreti: una operazione completamente cannata...
Derivati, ecco i contratti segreti che hanno svenduto l’Italia alle banche
Pubblichiamo per la prima volta i
contratti con la banca americana Morgan Stanley che nel 2013 ci sono
costati più di tre miliardi di euro. Sull'Espresso in edicola domenica 12 l'inchiesta integrale
Cade il segreto che le
istituzioni hanno cercato di porre per impedire la divulgazione dei
contratti derivati fatti dal Tesoro con le banche d'affari, e che stanno
costando miliardi di euro alle casse pubbliche. Nel numero in edicola
domenica 12 febbraio, L'Espresso pubblica infatti per la prima volta i
contratti che nei primi giorni del 2012 hanno costretto il governo di
Mario Monti a versare 3,1 miliardi di euro alla banca americana Morgan
Stanley, per effetto di strumenti finanziari ad alto rischio che erano
stati sottoscritti negli anni precedenti.
Si tratta di quattro famiglie di derivati molto complessi, che
l'istituto ebbe la facoltà di terminare in largo anticipo rispetto alla
data di scadenza prevista, per effetto di una discussa clausola di
chiusura anticipata prevista in un vecchio accordo del 1994, mai
esercitata in precedenza.
Nei dettagli i contratti chiusi erano due “Interest rate swap” e due
“swaption”, che vengono descritti nell'articolo dell'Espresso assieme ad
altri documenti relativi ai rapporti fra il Tesoro e Morgan Stanley. Ci
sono i memorandum con i quali, proprio in concomitanza con
l'avvicendamento a Palazzo Chigi tra il premier uscente Silvio
Berlusconi e Monti, la banca americana comunicava al governo la
decisione di rientrare di una cifra di 3,5 miliardi di dollari.
L'Espresso in edicola da domenica 12 febbraio E ci sono i
contenuti di una perizia richiesta dalla procura di Roma nel corso di
un'indagine giudiziaria avviato nel 2015 e poi archiviato. Il professor
Ugo Pomante, l'esperto interpellato dai magistrati romani, nella sua
ricostruzione sostiene che per effetto di quella clausola del 1994 i
vertici del Tesoro avrebbero dovuto astenersi dal fare nuovi contratti
con Morgan Stanley. Al contrario negli anni che vanno dal 2004 al 2008
vennero rinegoziati derivati precedenti o ne vennero fatti di nuovi,
come dimostrano i documenti rilevati da L'Espresso, perché i vertici del
Tesoro non erano a conoscenza o sottovalutarono gli effetti della
clausola in mano alla banca americana.
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