La truffa delle assicurazioni
22 febbraio 2017
Truffa Carige, condannato Berneschi
8 anni e due mesi all’ex presidente
http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2017/02/22/AS13zVMG-sentenza_berneschi_carige.shtml
Marco Grasso e Matteo Indice (Videoservizio Alberto Maria Vedova)
Processo Carige, 8 anni per Berneschi: «Ci mancava l’ergastolo»
«Ci mancava mi dessero l’ergastolo e la fucilazione» è stata la prima reazione a caldo dell’ex vertice Carige, dopo la lettura del dispositivo della sentenzaApprofondimenti
Ferdinando Menconi (ex capo delle assicurazioni Carige) 7 anni
Sandro Maria Calloni, faccendiere, 9 anni e 2 mesi
Ernesto Cavallini, immobiliarista, 8 anni e 6 mesi (con libertà vigilata)
Andrea Vallebuona, commercialista, 5 anni e 8 mesi
Alfredo Averna, commercialista, 1 anno e 2 mesi
Piermaurizio Priori, commercialista, 1 anno e 1 mese
Ippolito Giorgi di Vistarino, avvocato, 1 anno e 2 mesi
La tesi dell’accusa
Ricordiamo: secondo la Procura, che li accusa di associazione a delinquere, truffa e riciclaggio, Berneschi e l’ex capo delle assicurazioni Ferdinando Menconi facevano comprare a cifre spropositate quote e società dall’immobiliarista Ernesto Cavallini, di cui erano in realtà complici. Poi si spartivano la plusvalenza e la reinvestivano in Svizzera attraverso varie aziende-schermo, create con la regia del commercialista Andrea Vallebuona, la collaborazione del mediatore svizzero Davide Enderlin - processato a Milano - e di prestanome, fra i quali Francesca Amisano (nuora di Berneschi) e il faccendiere Sandro Maria Calloni.
Carige, comincia il processo per Berneschi (Foto)
Contestazioni minori erano invece mosse ai commercialisti Piermaurizio Priori e Alfredo Averna, e all’avvocato Ippolito Giorgi di Vistarino (chiesto un anno di condanna per ciascuno): rispondono di falso, avendo agli occhi di chi indaga retrodatato il verbale di un’assemblea societaria.
Francesca Amisano, nuora di Berneschi, aveva patteggiato la pena a 2 anni e 3 mesi oltre alla confisca di beni per un totale di 1,3 milioni di euro.
La Procura ha infine ottenuto la confisca di 26 milioni di euro per Berneschi e Calloni, 30 milioni ciascuno per Menconi e Cavallini, 5 milioni per Vallebuona, un milione ciascuno per Priori, Averna e Giorgi di Vistarino.
I legali di Berneschi: «Stupiti da questa pronuncia»
«Siamo molto stupiti di questa pronuncia. Nessuno dei difensori, e credo nemmeno il pubblico ministero, si aspettava una sentenza così particolare. Comunque le sentenze non si commentano, si criticano solo in atto d’appello». Lo ha detto l’avvocato Maurizio Anglesio, difensore dell’ex presidente Carige Giovanni Berneschi, lasciando il palazzo di giustizia genovese dove il tribunale ha condannato il suo assistito a 8 anni e due mesi di reclusione per la maxitruffa ai danni del ramo assicurativo dell’istituto bancario. «Aspettiamo le motivazioni per capire come abbiano potuto pervenire a un simile risultato» ha detto Anglesio a chi gli chiedeva una considerazione sull’aumento di due anni e due mesi rispetto alla pena chiesta dal pm Franz. Poi ha ribadito: «questa sentenza richiederà un approfondimento in appello».
Il procuratore capo Cozzi: «Orgogliosi del lavoro fatto»
«È stato un grosso processo, un peso notevole del nostro ufficio che è stato portato a compimento e ne sono molto orgoglioso». Così il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi, dopo la lettura della sentenza del processo sulla presunta truffa ai danni di Carige Vita Nuova, il ramo assicurativo dell’istituto di credito che ha visto oggi la condanna dell’ex presidente Berneschi e di altri 7 imputati. In alcuni casi le condanne hanno superato le richieste del pm, come nel caso dello stesso Berneschi, per cui l’accusa aveva chiesto 6 anni, mentre la condanna è stata di 8 anni e 2 mesi. «L’importante è che ci sia stata la conferma dell’impostazione dell’accusa, che siano state riconosciute completamente le ipotesi di reato contestate e anche dal punto di vista patrimoniale siano state accolte integralmente le richieste della Procura» dice Cozzi. «Per quanto riguarda l’entità della pena - aggiunge - è una valutazione che deve fare il giudice e quindi c’è stato in alcuni casi una coincidenza e, in alcuni casi, una pena ancora più grave. Significa che il tribunale di Genova ha perfettamente interpretato la questione», conclude il procuratore.
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