IL MANIFESTO
Derivati, se non ora quando?
Nuova finanza pubblica. Dopo la decisione della sezione Antitrust della Commissione Europea non ci sono più alibi
Marco Bersani
Edizione del
21.04.2018
https://ilmanifesto.it/derivati-se-non-ora-quando/
La battaglia per l’annullamento dei derivati e per la drastica riduzione dei tassi di interesse sui mutui contratti dagli enti locali e dallo Stato può contare da tempo su un’arma decisiva, il cui mancato utilizzo e sottovalutazione da parte degli enti pubblici può a buon titolo essere considerata complicità con le banche nell’esproprio della ricchezza collettiva.
Stiamo parlando della Decisione della sezione Antitrust della Commissione Europea «caso AT 39914» del 4/12/2013, resa pubblica solo a metà del novembre 2016 (!!), con la quale sono state sanzionate alcune imprese bancarie e finanziarie per illeciti, riconosciuti ed ammessi dalle stesse imprese oggetto di indagine, per il periodo settembre 2005 – maggio 2008.
La sentenza permette a singoli cittadini, imprese ed enti pubblici di chiudere tutti i contratti di mutuo, prestiti e derivati, sottoscritti nel periodo indicato, che contenevano un tasso variabile legato all’Euribor, riconoscendo agli stessi il diritto al risarcimento. La Decisione si basa su due elementi: a) il primo è relativo all’intesa restrittiva della concorrenza, operata da un cartello tra le principali banche europee, con lo scopo di manipolare, a proprio vantaggio, il corso dell’Euribor; vicenda che si è chiusa con la condanna di 4 tra le più note banche europee (Barclays, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland e Société Générale) al pagamento di una multa pari a 1,7 mld; b) il secondo è relativo all’indeterminatezza stessa del tasso Euribor (un tasso inteso a riflettere il costo dei prestiti interbancari in euro); in questo caso, rileva la sentenza, i parametri atti ad individuare il tasso variabile sono scarsamente intelligibili, perché si fa riferimento a valori concatenati di valute estere tali da non rendere verificabili i dati. Dalla Decisione consegue il diritto tangibile al risarcimento per indeterminatezza e manipolazione del tasso di interesse.
Gli enti locali e lo Stato italiano, indipendentemente dalla banca con cui li hanno stipulati, possono in sostanza ora ottenere l’annullamento di tutti i contratti di mutuo e di tutti i derivati sottoscritti nel periodo settembre 2005/maggio 2008, ancora attivi o scaduti da non oltre 5 anni, con il risarcimento integrale di tutti gli interessi sui mutui e di tutti i flussi negativi su derivati che si sono visti addebitare. Va infine aggiunto che la Decisione della Commissione Europea ha potere vincolante sul Giudice competente nazionale, che, pertanto, è chiamato ad uniformarsi, per non incorrere in sanzioni.
Gli anni 2005-2008 costituiscono il periodo di massima dimensione della stipula di contratti derivati da parte degli Enti Locali, il cui apice è stato raggiunto nel 2007 con 796 enti interessati e 1.331 contratti sottoscritti dal valore nazionale iniziale di 37,042 miliardi di euro. Fu proprio l’espansione senza controllo dei derivati a far decidere nel 2008 (art. 62, D.Lgs. n. 112/2008) la sospensione temporanea dell’attività in derivati di regioni ed enti locali (poi divenuta definitiva con la Legge di stabilità 2014).
Gli enti locali, messi con le spalle al muro da decenni di politiche di austerità, hanno oggi l’occasione per rialzare la testa e per scegliere finalmente di rappresentare le comunità territoriali invece di continuare a favorire la penetrazione degli interessi finanziari nella società e nella vita delle persone.
I movimenti sociali e le comunità territoriali hanno il compito di sollevarsi e di pretendere che tutti i Comuni mettano da subito in atto quanto necessario per rompere la trappola del debito e per ottenere la restituzione del maltolto, da reinvestire in servizi per la collettività.
Riprendersi il futuro è l’attività del presente.
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