Il mercato globale, le menzogne del neoliberismo, e l'aumento dello spread
Fra le più grandi menzogne del pensiero neoliberista
c’è quella di fare ritenere che il “mercato globale” (tale a causa delle
comunicazioni in tempo reale) sia un dato della realtà, guidata da una
mano invisibile che farebbe raggiungere automaticamente il miglior
assetto economico possibile.
Niente di più falso e ingannevole. Il mercato è opera
dell’uomo e già Aristotele diceva che le norme dell’economia sono poste
dall’uomo (economia viene dal greco oikos=casa, nomia=norma).
Peraltro il mercato globale è formato non tanto da
gentiluomini, ma soprattutto dalla criminalità organizzata, la quale è
pronta a commettere persino genocidi pur di ottenere guadagni. Ne è vero
che ci sia una mano invisibile. Il mercato globale è il luogo dove il
più forte abbatte il più debole accentrando su di sé qualsiasi bene
reale. Inoltre è il luogo dove si sviluppano le guerre commerciali a
colpi di dazi e di dumping.
Altra incredibile menzogna neoliberista è quella che fa
ritenere che le molteplici leggi incostituzionali fatte da legislatori
collusi per adeguare l’Italia a questo tipo di mercato abbiano creato
una nuova Costituzione “materiale” . Tale concetto, come precisa il Mortati
(l’improvvido creatore di questa pericolosa categoria), presuppone il
mutamento dell’opinione pubblica (opinio iuris ac necessitatis), che è
stato smentito dal referendum sull’acqua del 2011 e dal referendum sul
mutamento della Costituzione del 4 dicembre 2016.
Dunque ci sono soltanto leggi incostituzionali da fare
annullare, soprattutto con ricorsi incidentali, dalla Corte
Costituzionale. È in questo quadro che il mercato globale ha deciso oggi
di strangolarci, prima con il deprezzamento dei nostri titoli di Stato,
poi con un aumento dello spread e infine con i rating menzogneri di
inattendibili società.
Conseguenza di queste arbitrarie azioni è l’aumento del
debito pubblico, l’incentivo alle svendite di beni reali e, in
prospettiva il defoult.
Ma ricordiamoci che la Costituzione realmente vigente è
dalla parte nostra. Che occorre abrogare leggi incostituzionali. E che
uno strumento forte dal punto di vista economico è quello di vietare le
privatizzazioni e le delocalizzazioni e di procedere il più possibile a
nazionalizzazioni di industrie strategiche che riguardano fonti di
energia e servizi pubblici essenziali.
Ce lo impongono gli articoli 41,42 e 43 della
Costituzione, nonché, considerato che siamo in uno stato di guerra
commerciale, l’articolo 52 della Costituzione secondo il quale
“difendere la patria è dovere sacro del cittadino”.
Professor Paolo Maddalena.
Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e
Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”.
Nessun commento:
Posta un commento