giovedì 13 ottobre 2011

Segreti di Stati cap.20 - L'agente israeliano Jonathan Pollard

(Segreti di Stati - torna all'indice)

Capitolo 20. L'agente israeliano Jonathan Pollard

Inizialmente avrei voluto dedicare questo capitolo a Viktor Ostrovsky, un direttore del Mossad, vero patriota israeliano, che ha denunciato gli usi ed abusi del servizio israeliano scrivendo libri ed articoli. Viktor non è in galera, dopo essersi dimesso dal servizio, vive in Canada. Le ultime notizie dicono che suoi ex-colleghi hanno dato fuoco alla sua fattoria, mentre lui non c'era, fortunatamente... Attualmente si dedica alla pittura ed i suoi soggetti preferiti sono le azioni di spionaggio e controspionaggio. La sua storia è abbastanza nota. Ho preferito quindi raccontare la storia, abbastanza misteriosa, di Johathan Jay Pollard, a cui il collega Edwin Black - l'autore de: "L'IBM e l'Olocausto" - ha dedicato alcuni articoli. La storia di Pollard, arrestato nel 1986, è per certi aspetti simile a quella di Francesco Pazienza (vedi capitolo IX): ambedue in galera, con aspetti della loro vicenda coperti da segreti di Stato. Pollard è al suo diciottesimo anno di galera di una sentenza all'ergastolo comminata il 4 marzo 1987 - in inglese: "life sentence". Jonathan Jay Pollard - prigioniero numero 09185-016 del "Federal Correctional Institution" di Butler, nella Carolina del Nord, Stati Uniti - è stato condannato per violazione dell'art.18, sezione 794c, che prevede il crimine di rivelazione di documenti ad un governo alleato. Il reato molto più grave, la violazione dell'art. 18 sezione 794b, ovvero il rivelare segreti ad una nazione nemica, come l'Iraq o l'Unione Sovietica, viene normalmente punita con l'ergastolo. Mentre la violazione dell'articolo precedente, di norma prevede pene più miti. Ad esempio è il caso del Comandante della Marina Michael Schwartz (che non era ebreo), che aveva passato documenti segreti ai sauditi tra il 1992 ed il 1994. Venne semplicemente congedato dalla Marina, ma non venne mai condannato e non è mai stato in prigione. Ma allora cosa ha combinato Pollard? Abbastanza ironicamente nessuno è stato capace di chiarire esattamente quali segreti Pollard avesse venduto ad Israele, nemmeno a grandi linee. A dei leader ebrei, come ad esempio ad Abraham Foxman, direttore della famosa Anti-Defamation League, è stato sempre ripetuto lo stesso ritornello: "Se solo sapeste quanto grande fu il danno!". Ma i dettagli sono ancora sotto segreto. Questi dettagli sono puntigliosamente elencati in un documento di 46 pagine scritto dall'allora Segretario della Difesa USA Caspar Weinberger, la maggior parte dei quali classificati segreto di Stato. Il documento parla di venti documenti segreti rivelati da Pollard. Questo documento venne richiesto a Weimberger dal Giudice Robinson, che si occupò del caso. Il documento, ancorché ufficialmente redatto da Weimberger, era una specie di puzzle assemblato da un gruppo di ufficiali dell'intelligence USA ognuno dei quali specificava che tipo di danno avessero subito le loro rispettive "operazioni" a seguito della condotta di Pollard. Da un'analisi di una copia censurata di questo memoriale, si deduce che Pollard avrebbe compromesso gli aspetti più sensibili dell'operato dell'intelligence americana. Pollard avrebbe rivelato "le fonti ed i metodi" - "Sources and Methods", argomenti non rivelabili nemmeno facendo appello al FOIA, il "Freedom of Information Act, la legge americana sulla libertà d'informazione vigente negli USA. Argomenti che, ad una lettura attenta del presente testo, non appariranno più tanto "segreti". Esistono tre livelli di segretezza in America: Confidenziale, Segreto e Segretissimo (Confidential, Secret e Top Secret - in ambito NATO ne esiste un quarto, che sembra rubato dai fumetti di "Topolino": Segreto Cosmico - Cosmic Secret!). Al di sopra di Top Secret, esiste un'ulteriore definizione chiamata "Sensitive Compartmented Information" (SCI - Informazione Compartimentata Sensibile). L'SCI rappresenta il massimo livello di segretezza sui massimi segreti americani. Solamente pochissime persone, e per giustificati motivi, possono accedere alle informazioni classificate SCI. Pollard era un'analista chiave dell'ONI (Office of Naval Intelligence) ed in questa veste aveva accesso a molti documenti classificati SCI: progetti massimamente segreti ma anche corrispondenze giornaliere classificate. Chissà come le chiamano, in gergo, questo tipo di persone, in America: forse SCI-entologi? Secondo Weimberger, Pollard ne avrebbe passati oltre 1.000 di questi documenti "SCI", ad Israele. Nei messaggi era anche indicata la fonte, non erano censurati. Teoricamente, un'intelligence straniera (o "aliena", come dicono nel moderno Far West), mettendo assieme questi dati, avrebbe potuto mappare le fonti riservate americane oltreoceano. Occorre dire tuttavia che, ad oggi, nessuna di queste fonti ha subito alcuna ritorsione a causa di questa fuga di notizie. Questo fatto è della massima importanza per definire il danno che avrebbe causato Pollard agli USA. Oltre ai documenti citati, Pollard avrebbe passato a Tel Aviv circa 800 rapporti e pubblicazioni non-censurate. Questi documenti, alcuni piuttosto estesi, includevano foto satellitari ma anche fonti di pettegolezzi. Queste pubblicazioni vengono normalmente censurate - come ad esempio quella della CIA sugli effetti dello scandalo BNL-Atlanta sul governo italiano - per proteggere i confidenti ed i metodi impiegati per ottenerle. Solamente dopo la censura, i documenti possono essere spartiti con i servizi dei paesi "amici". Questo avviene attraverso una politica di scambio - io ti do questo, tu mi dai quello. I paesi che ricevono le informazioni censurate, sono comunque impegnati a non divulgarle. La cosa grave, pare, fosse che Israele rieditava questi documenti e se li rivendeva per conto proprio. Washington cominciò a temere che i suoi segreti non fossero più tanto segreti. Anzi, che questi segreti potessero ormai essere finiti a Mosca in cambio del salvacondotto per gli ebrei che volevano lasciare l'URSS, per tornare nella terra "promessa". Uno dei documenti più ampi, secondo una fonte dell'ONI che l'aveva esaminato, era un vero e proprio Compendio di documenti della comunità dell'intelligence americana. Questo compendio indicava le restrizioni che Washington aveva adottato nella condivisione di intelligence, con Israele, a seguito dell'attentato contro la centrale nucleare irachena "Osirak", bombardata da Tel Aviv nel 1982. In effetti, questo caso è l'unico, ad oggi, nel mondo. Mai nessuno ha bombardato una centrale nucleare e, dati gli effetti che questo può portare, anche per quanto riguarda la contaminazione radioattiva dell'ambiente, non può altro che essere definito come un attacco terroristico. Se fossi un ebreo fondamentalista, lo definirei al massimo: "terrorismo preventivo". Ma il crimine rimane. Uno dei due piloti-terroristi che bombardò la centrale, Ilan Ramon, è poi bruciato vivo nell'ultimo disastro della navicella americana Columbia, lo shuttle esploso in aria l'1 febbraio 2003. Torniamo al Compendio: era una specie di enciclopedia dei documenti che Israele chiese a Pollard di recuperare negli USA. I vari rapporti di intelligence, che riguardavano i sistemi missilistici sovietici, esponevano il modo in cui gli americani spiavano le armi sovietiche. Tra i rapporti più "sensibili", troviamo i rapporti dell'Air Reconnaissance Squadron TWO della Sesta Flotta, nome in codice VQ-2, con quartier generale a Rota, in Spagna. Il motto dello Squadron è: "Forniamo informazioni critiche per la guerra elettronica alle nostre forze: ovunque e sempre!". Ai tempi di Pollard, il VQ-2 utilizzava sul mediterraneo gli aerei-spia EA-3B SKYWARRIORS ed, in seguito, gli EP-3E ARIES. Il VQ-2 fornì informazioni essenziali durante la guerra dello Yom Kippur del 1973, durante l'evacuazione di Beirut, nel 1982-1983, e per il bombardamento di Tripoli, in Libia, nell'aprile 1986. L'azione di Pollard permise ad Israele non solo di conoscere esattamente le capacità di spionaggio americane nel mediterraneo - includendo il territorio israeliano - ma anche di utilizzarle a proprio vantaggio. Ad esempio, durante il bombardamento della sede dell'OLP a Tunisi, nel 1985, durante l'Operazione Wooden Leg (gamba-di-legno), che richiese ad Israele di evitare che i propri aerei F-15 venissero individuati dai radar arabo-americani del nord-Africa. Per fare questo fu sofficiente che Pollard fotocopiasse il manuale in dieci volumi denominato RASIN (Radio and Signal Intelligence), un manuale definito come la "bibbia" del SIGINT americano (SIGnal INTelligence). Questo manuale permise ad Israele di identificare tutte le frequenze radio, tutte le fonti radio, latitudine per latitudine, a livello globale. I capi di Pollard gliene avevano chiesto la copia più aggiornata. Quando l'avvocato di Pollard cercò di sminuire il fatto che il suo cliente aveva consegnato volumi su volumi di questo materiale classificato, il giudice Robinson lo interruppe bruscamente. Alzando le braccia, per chiedere che non fosse verbalizzata la rivelazione, il giudice lo ammonì dal continuare a parlare. Seguì una seduta a porte chiuse. Alcuni dicono che fu proprio il RASIN l'argomento di quella udienza segreta che portò alla condanna all'ergastolo di Pollard. Si pensa che la divulgazione del manuale RASIN sia costata all'America miliardi di dollari. Ed anche molti anni per ricreare una rete efficiente di spionaggio USA su tutte le comunicazioni dei paesi "alleati". Che sia la fine di Echelon? Ma un risultato concreto, positivo nella lotta al terrorismo, la divulgazione del manuale RASIN forse l'ha ottenuto: la scoperta della conoscenza pregressa, da parte dei vertici della Deutsche Bank, degli attentati alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Vedi capitolo XXII. Intanto Pollard non poté nemmeno ricorrere in appello, che in America va richiesto entro dieci giorni dalla sentenza: il suo avvocato... se ne dimenticò. Per meglio inquadrare il "caso Pollard", non possiamo non parlare di Vincent W. Foster Junior.
Foster, prima del suo breve incarico nella Casa Bianca di Clinton, era da tempo il gestore dei fondi neri della Systematics, una società collegata alla CIA ed alla NSA (National Security Agency) che si occupava di informatica nel settore bancario. Foster, che aveva dei conti bancari miliardari presso la Banca della Svizzera Italiana a Chiasso, era un esperto di riciclaggio per conto di varie agenzie di spionaggio. Foster era il mediatore non-nominato nel caso Pollard, nel 1986. Il vicepresidente Bush ed il segretario della Difesa.Caspar Weinberger, avevano fatto un patto segreto con Israele, usando Foster per rubare tutti i documenti di un ufficio che riguardavano il tracciamento di missili nucleari. Questa era la ricompensa che Israele meritava per aver taciuto sul tradimento di Bush (senior) del 1980, quando aveva organizzato il ritardo del rilascio dei 52 ostaggi americani a Teheran, in Iran. Questa operazione, avvenuta tramite un accordo effettuato nella periferia di Parigi nell'ottobre del 1980 e battezzata dalla stampa USA "October Surprise" (la sorpresa d'ottobre), servì per screditare Jimmy Carter e favorire l'elezione del presidente Reagan e dello stesso Bush, come vicepresidente. Il rilascio degli ostaggi avvenne nel gennaio 1981, quando Bush e Reagan erano stati eletti. Pollard era l'analista che aveva rubato i documenti, su ordine di Foster, e divenne il capro espiatorio prendendosi l'ergastolo. La testimonianza di Foster avrebbe fatto arrestare Bush e Weimbeger, che poi divenne presidente onorario della rivista Forbes Magazine. Foster era a capo di una operazione ultrasegreta della NSA che permetteva di spiare i trasferimenti di denaro della Federal Reserve e di altre banche, migliaia di miliardi di dollari al giorno. In questa operazione, si faceva assistere da due soci dello studio legale "Rose Law": Hillary Rodham Clinton e Webster Hubbell, che era stato sindaco di Little Rock e giudice capo della Corte Suprema dell'Arkansas. Hillary era intelligente e sapeva recitare bene la sua parte. Suo padre si occupava di riciclaggio per conto della malavita. Già attiva nella CIA da giovane, nel 1990 diventò membro del consiglio d'amministrazione di una fondazione di copertura della CIA, la New World Foundation, che finanziava agenti provocatori che screditavano i movimenti di dissidenti in vari paesi. Ufficialmente, Hillary pareva un'ardente liberale, ma nel 1964 appoggiava il candidato presidente repubblicano Barry Goldwater. Questo trio, Hillary, Hubbell e Foster, usava un programma di qualità superiore per rintracciare i movimenti di denaro, il software PROMIS, rubato alla società di programmazione che l'aveva realizzato e ne deteneva il Copyright, la Inslaw Incorporated. Alti ufficiali dell'amministrazione Reagan-Bush, con l'aiuto di Bush, avevano rubato il programma per rivenderlo ai servizi segreti di altri paesi, teoricamente per rintracciare i movimenti di politici dissidenti. PROMIS aveva una porta di servizio, nel suo listato, di modo che la CIA e la NSA potevano a loro volta spiare le agenzie dei servizi segreti che lo usavano: sia degli alleati che dei nemici. Di questa attività di spionaggio avrebbero beneficiato Bush, Weimberger ed altre alte cariche statunitensi. Tra gli uffici che si usavano, per questa operazione di spionaggio, vi era un ufficio al 94esimo piano del World Trade Center di New York City. Sembra che fosse per questo motivo che venne effettuato un attentato contro l'edificio del WTC nel 1993. Lo stesso edifcio dell'attentato dell'11 settembre 2001. Uno dei cosiddetti "terroristi arabi" che avrebbe partecipato all'attentato, era vicino ai servizi segreti israeliani. Hillary aveva chiesto a Foster, poiché pensava di divorziare da Clinton, di rintracciare i conti bancari esteri che il marito avrebbe potuto aver usato per nascondere dei fondi. Questa cosa è abbastanza comune negli USA: nei casi di divorzio si cerca di rintracciare il patrimonio del coniuge. Foster trovò un conto di Clinton, in Svizzera, con dentro dieci milioni di dollari. Si pensa che si trattasse della parte di Clinton nel traffico di droga tra la CIA ed i paesi sudamericani, assieme a Bush e Oliver North (vedi capitolo 16). La parola-chiave del conto era "Chelsea Jefferson", il primo nome della figlia di Clinton. Hillary chiese a Foster, in caso di divorzio, di bloccare quel conto ed eventuali altri conti segreti del marito. Alcuni dei conti segreti erano collegati a conti di Bush e di Weimberger. Quando Bush perse le elezioni, nel 1992, graziò Weimberger che era indagato per aver tenuto segreti questi conti. Non bisogna dimenticare che fu proprio Bush a reclutare nella CIA il giovane Clinton, che venne quindi inviato a studiare in Inghilterra dove doveva spiare i movimenti studenteschi di sinistra. Lo spionaggio di Foster metteva a rischio gli interessi di Bush, Weimberger e del governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan. Foster venne assassinato il 20 luglio 1993 - a tre giorni di distanza dall'assassinio del gladiatore Raoul Gardini a Milano, avvenuto il 23 luglio ed effettuato con una tecnica simile - presso la Casa Bianca, da tre killer israeliani ma, secondo Sherman Skolnick, non assoldati da Israele. La prova che il corpo di Foster venne poi spostato fino al Fort Marcy Park in Virginia, si deve a delle immagini satellitari ottenute dal super-segreto NRO (National Reconnaissance Office). L'ufficiale del NRO che si occupava delle immagini, Daniel Potter, venne assassinato nel marzo 1998. Il Fort Marcy Park è vicino ai quartieri generali della CIA e viene sorvegliato 24 ore su 24 via satellite. Clinton beneficiò del verdetto fraudolento di Kenneth W. Starr che attestava che Foster si era suicidato. L'omicidio di Foster servì per tenere segreta l'operazione di spionaggio ai danni delle banche e dei mediatori mobiliari. Vi fu una serie di eventi funesti prima della morte di Foster. Una settimana prima era fallita la manovra della CIA che voleva effettuare un golpe in Irak per spodestare Saddam Hussein. La storia purgata di questo tentativo di golpe apparve sulla stampa USA solo dopo il 1 novembre 1993. Ad interrompere l'operazione che prevedeva l'omicidio di Saddam, sarebbe stato Clinton stesso assieme a Bush senior, che era un socio privato di Saddam sin dal 1980, con cui divideva le tangenti sul petrolio esportato in occidente. Avevano dovuto fermare il golpe perché il fratellastro di Saddam, che stava in Svizzera a Ginevra, minacciava di rendere pubblici dei documenti dove si evidenziavano i conti segreti in Svizzera di Bush, Clinton, Greenspan e Weinberger, se Saddam fosse stato assassinato. Per evitare questo pericolo, il fratellastro di Saddam venne assassinato.Ma i documenti sui conti segreti sono finiti in mano a dei cronisti. Chi indagava su questa cabala Clinton/Bush/Greenspan/Weinberger, era l'ex direttore della CIA, l'ammiraglio Stansfield Turner. L'ammiraglio stava indagando sui legami tra la famiglia Bush ed il mago del riciclaggio dei soldi della droga Giorgio Pelossi. Turner stava viaggiando con il capo della polizia segreta del Costa Rica e con una squadra di otto agenti della polizia segreta spagnola, quando il loro aereo, sabotato, si schiantò al suolo ferendo l'ammiraglio ed uccidendone la moglie. Rimasero uccisi anche gli agenti spagnoli che indagavano sul lato spagnolo dei traffici di Bush. Così, poco prima della morte di Foster, i responsabili iracheni del complotto contro Saddam vennero traditi dal trio Bush/Clinton/Greenspan, vennero scoperti da Saddam ed eliminati. Il giorno prima della morte di Foster, il direttore dell'FBI, William Sessions, venne licenziato dal presidente Clinton. La scusa ufficiale era che Sessions avrebbe portato sua moglie con se effettuando dei viaggi in aereo, non autorizzati, a spese del governo. Sessions stava proprio indagando sulla banda Bush/Clinton/Greenspan/Weinberger, un errore imperdonabile. Varie settimane prima della morte di Foster, il controspionaggio tedesco stava spiando tre agenti israeliani apparentemente di passaggio a Francoforte. Questi israeliani venivano ritenuti dei "professori" e non avevano un particolare curriculum criminale. Ma la polizia tedesca aveva avuto una soffiata che indicava nei tre una squadra di killer a contratto. Si trattava, secondo Skolnick, di killer privati ingaggiati unicamente per quella missione. Gli agenti tedeschi seguirono le traccie della squadra fino negli USA, nel District of Columbia. Tuttavia vennero informati che quell'operazione avrebbe creato dei fastdi nelle relazioni tra i servizi americani e quelli tedeschi, per cui lasciarono perdere. I tre israeliani incontrarono Foster quel giorno fatidico del luglio 1993 e lo trattarono come la Gestapo trattò il generale Edwin Rommel durante la seconda guerra mondiale. Rommel venne prelevato da casa e portato poco distante. Gli dissero che avevano scoperto il suo complotto contro Hitler e che aveva due alternative: o si sparava da solo, o gli avrebbero sparato loro. In cambio, non avrebbe dovuto preoccuparsi per la sua famiglia perché al suo sostentamento ci avrebbero pensato loro. L'esecuzione sarebbe comunque passata per "suicidio". E Rommel avrebbe preservato la sua reputazione, perché sarebbe stato mantenuto il segreto. Più o meno, questo è quanto accadde a Foster, e forse chissà, anche a Gardini che intendeva rendere pubblico il caso Gladio. Israele era stata la porta girevole da cui passavano le consegne di armi americane all'Iran dall'inizio della guerra Iran-Irak, nel 1980. Il governo israeliano aveva le prove che Clinton aveva contribuito ad insabbiare lo scandalo degli ostaggi che avrebbe colpito Bush padre. Foster si trovò in mezzo ad eventi più grandi di lui. Il suo corpo venne abbandonato dagli israeliani a 200 metri dalla casa dell'Ambasciatore saudita negli USA. Avrebbero potuto nascere dei sospetti: c'entrava qualcosa l'ambasciatore col delitto? Quelli che erano in casa, avevano forse sentito degli spari? Domande imbarazzanti. Ma c'è di più: il procuratore del Disctrict of Columbia, competente territorialmente del luogo dove realmente era stato ucciso Foster, aveva circa 500 fotografie dove erano mostrate varie parti del cadavere di Foster, del luogo del ritrovamento, etc. In alcune fotografie si vedeva chiaramente che Foster era stato ucciso con un colpo di grazia - un piccolo calibro - dietro al collo: fatto che discorda col suicidio. Tre giorni dopo l'inizio dell'inchiesta da parte dell'ufficio del procuratore, arrivarono dei sedicenti agenti governativi, pesantemente armati, e, senza mostrare alcun tesserino, sequestrarono, dall'ufficio menzionato, tutto il materiale che aveva a che fare con il caso Foster. Anzi, sequestrarono praticamente tutto, lasciando l'ufficio spoglio. Per quanto ne so, questo episodio non è stato, fino ad ora, menzionato dalla stampa. Secondo il noto esperto di terrorismo, John Loftus, Pollard non avrebbe svelato i nomi delle spie americane che avrebbero operato al di là della cortina di ferro, come ufficialmente sostenuto, avrebbe invece consegnato ad Israele l'elenco dei terroristi arabi utilizzati dagli USA per destabilizzare l'ex Unione Sovietica. Terroristi armati e finanziati, riciclando denaro attraverso l'Arabia Saudita ad esempio, per combattere i russi in Afganistan. Per proteggersi da eventuali accuse di negligenza, i vertici dei servizi segreti USA hanno nascosto il collegamento "Arabia Saudita-terroristi di Al Quaeda" fino all'11 settembre 2001. Per quanto riguarda la diffuzione dei nomi degli agenti americani in Russia, la responsabilità non ricade su Pollard, ma su di un anziano dirigente della CIA, l'alcolizzato Aldrich Ames, che vendette i nomi ai russi in cambio di denaro contante. Pollard venne incriminato per il crimine commesso da Ames, che continuò per vari anni, indisturbato, a bere e a rivelare segreti ai russi. Ames venne arrestato nel 1994, sette anni dopo l'incriminazione di Pollard, e confessò di aver venduto le spie americane ai russi, ma non tutte. Sembrò logico all'epoca pensare che le rimanenti spie fossero state vendute da Pollard. Così Pollard continuò a marcire in galera. Anni dopo, un ex agente sovietico disse la verità. L'altro traditore americano, quello che vendette il restante dei nominativi ai russi, fu l'agente speciale dell'FBI Robert Hanssen. Hanssen venne arrestato nel febbraio 2001 e confessò per evitare la pena di morte. Venne poi condannato all'ergastolo. Chi si aspettava, a questo punto, che Pollard venisse scagionato, si sbagliava: gli alti burocrati non ammettono volentieri errori di questa portata. Ancora una volta, Washington dette ordine alle sue agenzie di rigettare qualsiasi ipotesi di innocenza di Pollard nella vicenda. Ma gli agenti del servizio segreto della Marina USA avevano le prove sotto gli occhi: la lista che i russi avevano preso si trovava in una stanza speciale per accedere alla quale occorre uno speciale permesso "Blue Stripe". Pollard non avrebbe mai potuto entrare nella stanza e ancor meno aprire la cassaforte dove era contenuta la lista, per un semplice motivo: non aveva mai avuto il permesso speciale che ne consente l'accesso. Mentre invece, proprio Ames e Hanssen disponevano di questo "passi". L'arresto di Pollard ha sicuramente protetto le spie sovietiche per alcuni anni, mettendo a rischio la sicurezza nazionale. In realtà Pollard aveva spiato i russi per conto di Israele, e non gli americani per conto dei russi. Prima della caduta del muro di Berlino, i russi rifornivano di armi a quasi tutti i gruppi terroristi che operavano in Medio Oriente. Pollard sapeva che, in base ad accordi bilaterali, in base ad una direttiva del Presidente Reagan, gli USA avrebbero dovuto condividere queste informazioni con i servizi israeliani. Pollard era riuscito a procurarsi le copertine dei rapporti che invece Washington non aveva condiviso con Israele, dossier che provavano il coinvolgimento USA nel finanziamento del terrorismo arabo. Pollard passò ad Israele i nominativi di tutti gli agenti segreti sauditi ed arabi, noti in America dal 1984, uno dei più grandi segreti dell'amministrazione Reagan. A quel tempo, questa lista, nota come "Blue Book", non era molto importante per gli USA quanto lo era per Israele. Ma da dopo gli attentati alle torri gemelle, questo libro diventa interessante anche per gli USA. Alcuni dei nomi di questa lista, come ad esempio Osama Bin Laden, risultano essere oggi a capo di movimenti terroristi antiamericani, come Al Quaeda. Fu questo che fece imbestialire Caspar Weimberger, che avrebbe voluto sparare a Pollard: il libro provava che si sapeva già tutto, nel 1984, dei legami tra i terroristi e l'Arabia Saudita. L'idea dell'amministrazione Reagan-Bush fu di assoldare questi terroristi arabi per destabilizzare l'Afganistan. Una guerra per procura, come quando i nostri gladiatori andavano a destabilizzare i regimi africani, un trucco di Washington per evitare lo scrutinio del Congresso sulle sue operazioni sporche. Allo stesso modo, nel 1982 Loftus denunciò in televisione i nazisti che erano stati reclutati nella CIA, apparentemente all'oscuro del passato dei suoi collaboratori. La lezione che ne trasse l'intelligence USA, fu di mettere i suoi collaboratori criminali sulla lista paga di qualcun altro, per evitare imbarazzanti rivelazioni future. Questo qualcun altro sarebbe stato poi pagato sottobanco, nel nostro caso si tratta dei sauditi. I sovietici uscirono dall'Afganistan nel 1989 e gli americani pensarono di abbandonare i terroristi che avevano collaborato con loro (un po' come sta accadendo neil Balcani, dove i terroristi arabi sono rappresentati dai terroristi dell'UCK, strumentalizzati per scacciare i serbi, per poi, all'americana, essere abbandonati come testimoni scomodi). In realtà i sauditi continuarono a finanziarli. Secondo il punto di vista saudita, era più conveniente continuare a pagare i terroristi arabi per impiegarli contro Israele, la Bosnia e la Cecenia, piuttosto che doverli rimpatriare in Arabia Saudita. Un burocrate americano confidò a Loftus: "Certo che sappiamo che i sauditi danno soldi ai gruppi terroristi, ma questi stanno ammazzando solo ebrei, non stanno ammazzando americani". In questa vicenda kafkiana, una parte dell'intelligence americana era impegnata a combattere i terroristi arabi mentre un'altra ammiccava al fatto che i sauditi li reclutassero. Una situazione simile all'atteggiamento USA nei confronti dei criminali nazisti subito dopo la seconda guerra mondiale. Tutti gli esperti antiterrorismo della CIA e dell'FBI sono concordi: una volta che le loro indagini arrivano troppo vicine ai mandanti dei terroristi, ai sauditi, le loro indagini vengono misteriosamente bloccate. L'ipotesi di Loftus è che a Washington qualcuno protegge attivamente Al Quaeda da almeno dieci anni. Come abbiamo visto e vedremo (vedi capitolo 6 e 22), non solo a Washington. Nella sua autobiografia, Oliver North scrive che, ogniqualvolta cercava di fare qualcosa contro il terrorismo, Caspar Weinberger lo bloccava perché avrebbe potuto minacciare le buone relazioni con l'Arabia saudita e le relative forniture di petrolio. John O'Neill, il massimo esperto di Al Quaeda negli USA ed ex agente dell'FBI, si scandalizzò per questi insabbiamenti e, dopo aver dato le dimissioni dall'FBI, divenne il responsabile per la sicurezza del WTC di New York. Dove, fatalmente, trovò la morte durante gli attacchi dell11 settembre... IL "blue book" che Pollard aveva rubato, provava proprio che gli americani sapevano già tutto quello che c'era da sapere sul terrorismo arabo, e questo molti anni prima degli attacchi del 2001. Questa notizia era imbarazzante perché, invece, davanti al Congresso, la versione dei capi dell'intelligence era molto diversa. Pollard era dalla parte della ragione, i burocrati americani, corrotti, da quella del torto. Se la burocrazia americana continuerà nella strada di negare l'evidenza, è molto probabile che Pollard finisca i suoi giorni in galera. Noi ci auguriamo che questi burocrati corrotti vengano prima o poi smascherati e che Pollard viva abbastanza a lungo per vederli condannati.

Nessun commento:

Posta un commento