Capitolo
20. L'agente israeliano Jonathan Pollard
Inizialmente
avrei voluto dedicare questo capitolo a Viktor Ostrovsky, un
direttore del Mossad, vero patriota israeliano, che ha denunciato gli
usi ed abusi del servizio israeliano scrivendo libri ed articoli.
Viktor non è in galera, dopo essersi dimesso dal servizio, vive in
Canada. Le ultime notizie dicono che suoi ex-colleghi hanno dato
fuoco alla sua fattoria, mentre lui non c'era, fortunatamente...
Attualmente si dedica alla pittura ed i suoi soggetti preferiti sono
le azioni di spionaggio e controspionaggio. La sua storia è
abbastanza nota. Ho preferito quindi raccontare la storia, abbastanza
misteriosa, di Johathan Jay Pollard, a cui il collega Edwin Black -
l'autore de: "L'IBM e l'Olocausto" - ha dedicato alcuni
articoli. La storia di Pollard, arrestato nel 1986, è per certi
aspetti simile a quella di Francesco Pazienza (vedi capitolo IX):
ambedue in galera, con aspetti della loro vicenda coperti da segreti
di Stato. Pollard è al suo diciottesimo anno di galera di una
sentenza all'ergastolo comminata il 4 marzo 1987 - in inglese: "life
sentence". Jonathan Jay Pollard - prigioniero numero 09185-016
del "Federal Correctional Institution" di Butler, nella
Carolina del Nord, Stati Uniti - è stato condannato per violazione
dell'art.18, sezione 794c, che prevede il crimine di rivelazione di
documenti ad un governo alleato. Il reato molto più grave, la
violazione dell'art. 18 sezione 794b, ovvero il rivelare segreti ad
una nazione nemica, come l'Iraq o l'Unione Sovietica, viene
normalmente punita con l'ergastolo. Mentre la violazione
dell'articolo precedente, di norma prevede pene più miti. Ad esempio
è il caso del Comandante della Marina Michael Schwartz (che non era
ebreo), che aveva passato documenti segreti ai sauditi tra il 1992 ed
il 1994. Venne semplicemente congedato dalla Marina, ma non venne mai
condannato e non è mai stato in prigione. Ma allora cosa ha
combinato Pollard? Abbastanza ironicamente nessuno è stato capace di
chiarire esattamente quali segreti Pollard avesse venduto ad Israele,
nemmeno a grandi linee. A dei leader ebrei, come ad esempio ad
Abraham Foxman, direttore della famosa Anti-Defamation League, è
stato sempre ripetuto lo stesso ritornello: "Se solo sapeste
quanto grande fu il danno!". Ma i dettagli sono ancora sotto
segreto. Questi dettagli sono puntigliosamente elencati in un
documento di 46 pagine scritto dall'allora Segretario della Difesa
USA Caspar Weinberger, la maggior parte dei quali classificati
segreto di Stato. Il documento parla di venti documenti segreti
rivelati da Pollard. Questo documento venne richiesto a Weimberger
dal Giudice Robinson, che si occupò del caso. Il documento, ancorché
ufficialmente redatto da Weimberger, era una specie di puzzle
assemblato da un gruppo di ufficiali dell'intelligence USA ognuno dei
quali specificava che tipo di danno avessero subito le loro
rispettive "operazioni" a seguito della condotta di
Pollard. Da un'analisi di una copia censurata di questo memoriale, si
deduce che Pollard avrebbe compromesso gli aspetti più sensibili
dell'operato dell'intelligence americana. Pollard avrebbe rivelato
"le fonti ed i metodi" - "Sources and Methods",
argomenti non rivelabili nemmeno facendo appello al FOIA, il "Freedom
of Information Act, la legge americana sulla libertà d'informazione
vigente negli USA. Argomenti che, ad una lettura attenta del presente
testo, non appariranno più tanto "segreti". Esistono tre
livelli di segretezza in America: Confidenziale, Segreto e
Segretissimo (Confidential, Secret e Top Secret - in ambito NATO ne
esiste un quarto, che sembra rubato dai fumetti di "Topolino":
Segreto Cosmico - Cosmic Secret!). Al di sopra di Top Secret, esiste
un'ulteriore definizione chiamata "Sensitive Compartmented
Information" (SCI - Informazione Compartimentata Sensibile).
L'SCI rappresenta il massimo livello di segretezza sui massimi
segreti americani. Solamente pochissime persone, e per giustificati
motivi, possono accedere alle informazioni classificate SCI. Pollard
era un'analista chiave dell'ONI (Office of Naval Intelligence) ed in
questa veste aveva accesso a molti documenti classificati SCI:
progetti massimamente segreti ma anche corrispondenze giornaliere
classificate. Chissà come le chiamano, in gergo, questo tipo di
persone, in America: forse SCI-entologi? Secondo Weimberger, Pollard
ne avrebbe passati oltre 1.000 di questi documenti "SCI",
ad Israele. Nei messaggi era anche indicata la fonte, non erano
censurati. Teoricamente, un'intelligence straniera (o "aliena",
come dicono nel moderno Far West), mettendo assieme questi dati,
avrebbe potuto mappare le fonti riservate americane oltreoceano.
Occorre dire tuttavia che, ad oggi, nessuna di queste fonti ha subito
alcuna ritorsione a causa di questa fuga di notizie. Questo fatto è
della massima importanza per definire il danno che avrebbe causato
Pollard agli USA. Oltre ai documenti citati, Pollard avrebbe passato
a Tel Aviv circa 800 rapporti e pubblicazioni non-censurate. Questi
documenti, alcuni piuttosto estesi, includevano foto satellitari ma
anche fonti di pettegolezzi. Queste pubblicazioni vengono normalmente
censurate - come ad esempio quella della CIA sugli effetti dello
scandalo BNL-Atlanta sul governo italiano - per proteggere i
confidenti ed i metodi impiegati per ottenerle. Solamente dopo la
censura, i documenti possono essere spartiti con i servizi dei paesi
"amici". Questo avviene attraverso una politica di scambio
- io ti do questo, tu mi dai quello. I paesi che ricevono le
informazioni censurate, sono comunque impegnati a non divulgarle. La
cosa grave, pare, fosse che Israele rieditava questi documenti e se
li rivendeva per conto proprio. Washington cominciò a temere che i
suoi segreti non fossero più tanto segreti. Anzi, che questi segreti
potessero ormai essere finiti a Mosca in cambio del salvacondotto per
gli ebrei che volevano lasciare l'URSS, per tornare nella terra
"promessa". Uno dei documenti più ampi, secondo una fonte
dell'ONI che l'aveva esaminato, era un vero e proprio Compendio di
documenti della comunità dell'intelligence americana. Questo
compendio indicava le restrizioni che Washington aveva adottato nella
condivisione di intelligence, con Israele, a seguito dell'attentato
contro la centrale nucleare irachena "Osirak", bombardata
da Tel Aviv nel 1982. In effetti, questo caso è l'unico, ad oggi,
nel mondo. Mai nessuno ha bombardato una centrale nucleare e, dati
gli effetti che questo può portare, anche per quanto riguarda la
contaminazione radioattiva dell'ambiente, non può altro che essere
definito come un attacco terroristico. Se fossi un ebreo
fondamentalista, lo definirei al massimo: "terrorismo
preventivo". Ma il crimine rimane. Uno dei due piloti-terroristi
che bombardò la centrale, Ilan Ramon, è poi bruciato vivo
nell'ultimo disastro della navicella americana Columbia, lo shuttle
esploso in aria l'1 febbraio 2003. Torniamo al Compendio: era una
specie di enciclopedia dei documenti che Israele chiese a Pollard di
recuperare negli USA. I vari rapporti di intelligence, che
riguardavano i sistemi missilistici sovietici, esponevano il modo in
cui gli americani spiavano le armi sovietiche. Tra i rapporti più
"sensibili", troviamo i rapporti dell'Air Reconnaissance
Squadron TWO della Sesta Flotta, nome in codice VQ-2, con quartier
generale a Rota, in Spagna. Il motto dello Squadron è: "Forniamo
informazioni critiche per la guerra elettronica alle nostre forze:
ovunque e sempre!". Ai tempi di Pollard, il VQ-2 utilizzava sul
mediterraneo gli aerei-spia EA-3B SKYWARRIORS ed, in seguito, gli
EP-3E ARIES. Il VQ-2 fornì informazioni essenziali durante la guerra
dello Yom Kippur del 1973, durante l'evacuazione di Beirut, nel
1982-1983, e per il bombardamento di Tripoli, in Libia, nell'aprile
1986. L'azione di Pollard permise ad Israele non solo di conoscere
esattamente le capacità di spionaggio americane nel mediterraneo -
includendo il territorio israeliano - ma anche di utilizzarle a
proprio vantaggio. Ad esempio, durante il bombardamento della sede
dell'OLP a Tunisi, nel 1985, durante l'Operazione Wooden Leg
(gamba-di-legno), che richiese ad Israele di evitare che i propri
aerei F-15 venissero individuati dai radar arabo-americani del
nord-Africa. Per fare questo fu sofficiente che Pollard fotocopiasse
il manuale in dieci volumi denominato RASIN (Radio and Signal
Intelligence), un manuale definito come la "bibbia" del
SIGINT americano (SIGnal INTelligence). Questo manuale permise ad
Israele di identificare tutte le frequenze radio, tutte le fonti
radio, latitudine per latitudine, a livello globale. I capi di
Pollard gliene avevano chiesto la copia più aggiornata. Quando
l'avvocato di Pollard cercò di sminuire il fatto che il suo cliente
aveva consegnato volumi su volumi di questo materiale classificato,
il giudice Robinson lo interruppe bruscamente. Alzando le braccia,
per chiedere che non fosse verbalizzata la rivelazione, il giudice lo
ammonì dal continuare a parlare. Seguì una seduta a porte chiuse.
Alcuni dicono che fu proprio il RASIN l'argomento di quella udienza
segreta che portò alla condanna all'ergastolo di Pollard. Si pensa
che la divulgazione del manuale RASIN sia costata all'America
miliardi di dollari. Ed anche molti anni per ricreare una rete
efficiente di spionaggio USA su tutte le comunicazioni dei paesi
"alleati". Che sia la fine di Echelon? Ma un risultato
concreto, positivo nella lotta al terrorismo, la divulgazione del
manuale RASIN forse l'ha ottenuto: la scoperta della conoscenza
pregressa, da parte dei vertici della Deutsche Bank, degli attentati
alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. Vedi capitolo XXII.
Intanto Pollard non poté nemmeno ricorrere in appello, che in
America va richiesto entro dieci giorni dalla sentenza: il suo
avvocato... se ne dimenticò. Per meglio inquadrare il "caso
Pollard", non possiamo non parlare di Vincent W. Foster Junior.
Foster,
prima del suo breve incarico nella Casa Bianca di Clinton, era da
tempo il gestore dei fondi neri della Systematics, una società
collegata alla CIA ed alla NSA (National Security Agency) che si
occupava di informatica nel settore bancario. Foster, che aveva dei
conti bancari miliardari presso la Banca della Svizzera Italiana a
Chiasso, era un esperto di riciclaggio per conto di varie agenzie di
spionaggio. Foster era il mediatore non-nominato nel caso Pollard,
nel 1986. Il vicepresidente Bush ed il segretario della Difesa.Caspar
Weinberger, avevano fatto un patto segreto con Israele, usando Foster
per rubare tutti i documenti di un ufficio che riguardavano il
tracciamento di missili nucleari. Questa era la ricompensa che
Israele meritava per aver taciuto sul tradimento di Bush (senior) del
1980, quando aveva organizzato il ritardo del rilascio dei 52
ostaggi americani a Teheran, in Iran. Questa operazione, avvenuta
tramite un accordo effettuato nella periferia di Parigi nell'ottobre
del 1980 e battezzata dalla stampa USA "October Surprise"
(la sorpresa d'ottobre), servì per screditare Jimmy Carter e
favorire l'elezione del presidente Reagan e dello stesso Bush, come
vicepresidente. Il rilascio degli ostaggi avvenne nel gennaio 1981,
quando Bush e Reagan erano stati eletti. Pollard era l'analista che
aveva rubato i documenti, su ordine di Foster, e divenne il capro
espiatorio prendendosi l'ergastolo. La testimonianza di Foster
avrebbe fatto arrestare Bush e Weimbeger, che poi divenne presidente
onorario della rivista Forbes Magazine. Foster era a capo di una
operazione ultrasegreta della NSA che permetteva di spiare i
trasferimenti di denaro della Federal Reserve e di altre banche,
migliaia di miliardi di dollari al giorno. In questa operazione, si
faceva assistere da due soci dello studio legale "Rose Law":
Hillary Rodham Clinton e Webster Hubbell, che era stato sindaco di
Little Rock e giudice capo della Corte Suprema dell'Arkansas. Hillary
era intelligente e sapeva recitare bene la sua parte. Suo padre si
occupava di riciclaggio per conto della malavita. Già attiva nella
CIA da giovane, nel 1990 diventò membro del consiglio
d'amministrazione di una fondazione di copertura della CIA, la New
World Foundation, che finanziava agenti provocatori che screditavano
i movimenti di dissidenti in vari paesi. Ufficialmente, Hillary
pareva un'ardente liberale, ma nel 1964 appoggiava il candidato
presidente repubblicano Barry Goldwater. Questo trio, Hillary,
Hubbell e Foster, usava un programma di qualità superiore per
rintracciare i movimenti di denaro, il software PROMIS, rubato alla
società di programmazione che l'aveva realizzato e ne deteneva il
Copyright, la Inslaw Incorporated. Alti ufficiali
dell'amministrazione Reagan-Bush, con l'aiuto di Bush, avevano rubato
il programma per rivenderlo ai servizi segreti di altri paesi,
teoricamente per rintracciare i movimenti di politici dissidenti.
PROMIS aveva una porta di servizio, nel suo listato, di modo che la
CIA e la NSA potevano a loro volta spiare le agenzie dei servizi
segreti che lo usavano: sia degli alleati che dei nemici. Di questa
attività di spionaggio avrebbero beneficiato Bush, Weimberger ed
altre alte cariche statunitensi. Tra gli uffici che si usavano, per
questa operazione di spionaggio, vi era un ufficio al 94esimo piano
del World Trade Center di New York City. Sembra che fosse per questo
motivo che venne effettuato un attentato contro l'edificio del WTC
nel 1993. Lo stesso edifcio dell'attentato dell'11 settembre 2001.
Uno dei cosiddetti "terroristi arabi" che avrebbe
partecipato all'attentato, era vicino ai servizi segreti israeliani.
Hillary aveva chiesto a Foster, poiché pensava di divorziare da
Clinton, di rintracciare i conti bancari esteri che il marito avrebbe
potuto aver usato per nascondere dei fondi. Questa cosa è abbastanza
comune negli USA: nei casi di divorzio si cerca di rintracciare il
patrimonio del coniuge. Foster trovò un conto di Clinton, in
Svizzera, con dentro dieci milioni di dollari. Si pensa che si
trattasse della parte di Clinton nel traffico di droga tra la CIA ed
i paesi sudamericani, assieme a Bush e Oliver North (vedi capitolo
16). La parola-chiave del conto era "Chelsea Jefferson", il
primo nome della figlia di Clinton. Hillary chiese a Foster, in caso
di divorzio, di bloccare quel conto ed eventuali altri conti segreti
del marito. Alcuni dei conti segreti erano collegati a conti di Bush
e di Weimberger. Quando Bush perse le elezioni, nel 1992, graziò
Weimberger che era indagato per aver tenuto segreti questi conti. Non
bisogna dimenticare che fu proprio Bush a reclutare nella CIA il
giovane Clinton, che venne quindi inviato a studiare in Inghilterra
dove doveva spiare i movimenti studenteschi di sinistra. Lo
spionaggio di Foster metteva a rischio gli interessi di Bush,
Weimberger e del governatore della Federal Reserve, Alan Greenspan.
Foster venne assassinato il 20 luglio 1993 - a tre giorni di distanza
dall'assassinio del gladiatore Raoul Gardini a Milano, avvenuto il 23
luglio ed effettuato con una tecnica simile - presso la Casa Bianca,
da tre killer israeliani ma, secondo Sherman Skolnick, non assoldati
da Israele. La prova che il corpo di Foster venne poi spostato fino
al Fort Marcy Park in Virginia, si deve a delle immagini satellitari
ottenute dal super-segreto NRO (National Reconnaissance Office).
L'ufficiale del NRO che si occupava delle immagini, Daniel Potter,
venne assassinato nel marzo 1998. Il Fort Marcy Park è vicino ai
quartieri generali della CIA e viene sorvegliato 24 ore su 24 via
satellite. Clinton beneficiò del verdetto fraudolento di Kenneth W.
Starr che attestava che Foster si era suicidato. L'omicidio di Foster
servì per tenere segreta l'operazione di spionaggio ai danni delle
banche e dei mediatori mobiliari. Vi fu una serie di eventi funesti
prima della morte di Foster. Una settimana prima era fallita la
manovra della CIA che voleva effettuare un golpe in Irak per
spodestare Saddam Hussein. La storia purgata di questo tentativo di
golpe apparve sulla stampa USA solo dopo il 1 novembre 1993. Ad
interrompere l'operazione che prevedeva l'omicidio di Saddam, sarebbe
stato Clinton stesso assieme a Bush senior, che era un socio privato
di Saddam sin dal 1980, con cui divideva le tangenti sul petrolio
esportato in occidente. Avevano dovuto fermare il golpe perché il
fratellastro di Saddam, che stava in Svizzera a Ginevra, minacciava
di rendere pubblici dei documenti dove si evidenziavano i conti
segreti in Svizzera di Bush, Clinton, Greenspan e Weinberger, se
Saddam fosse stato assassinato. Per evitare questo pericolo, il
fratellastro di Saddam venne assassinato.Ma i documenti sui conti
segreti sono finiti in mano a dei cronisti. Chi indagava su questa
cabala Clinton/Bush/Greenspan/Weinberger, era l'ex direttore della
CIA, l'ammiraglio Stansfield Turner. L'ammiraglio stava indagando sui
legami tra la famiglia Bush ed il mago del riciclaggio dei soldi
della droga Giorgio Pelossi. Turner stava viaggiando con il capo
della polizia segreta del Costa Rica e con una squadra di otto agenti
della polizia segreta spagnola, quando il loro aereo, sabotato, si
schiantò al suolo ferendo l'ammiraglio ed uccidendone la moglie.
Rimasero uccisi anche gli agenti spagnoli che indagavano sul lato
spagnolo dei traffici di Bush. Così, poco prima della morte di
Foster, i responsabili iracheni del complotto contro Saddam vennero
traditi dal trio Bush/Clinton/Greenspan, vennero scoperti da Saddam
ed eliminati. Il giorno prima della morte di Foster, il direttore
dell'FBI, William Sessions, venne licenziato dal presidente Clinton.
La scusa ufficiale era che Sessions avrebbe portato sua moglie con se
effettuando dei viaggi in aereo, non autorizzati, a spese del
governo. Sessions stava proprio indagando sulla banda
Bush/Clinton/Greenspan/Weinberger, un errore imperdonabile. Varie
settimane prima della morte di Foster, il controspionaggio tedesco
stava spiando tre agenti israeliani apparentemente di passaggio a
Francoforte. Questi israeliani venivano ritenuti dei "professori"
e non avevano un particolare curriculum criminale. Ma la polizia
tedesca aveva avuto una soffiata che indicava nei tre una squadra di
killer a contratto. Si trattava, secondo Skolnick, di killer privati
ingaggiati unicamente per quella missione. Gli agenti tedeschi
seguirono le traccie della squadra fino negli USA, nel District of
Columbia. Tuttavia vennero informati che quell'operazione avrebbe
creato dei fastdi nelle relazioni tra i servizi americani e quelli
tedeschi, per cui lasciarono perdere. I tre israeliani incontrarono
Foster quel giorno fatidico del luglio 1993 e lo trattarono come la
Gestapo trattò il generale Edwin Rommel durante la seconda guerra
mondiale. Rommel venne prelevato da casa e portato poco distante. Gli
dissero che avevano scoperto il suo complotto contro Hitler e che
aveva due alternative: o si sparava da solo, o gli avrebbero sparato
loro. In cambio, non avrebbe dovuto preoccuparsi per la sua famiglia
perché al suo sostentamento ci avrebbero pensato loro. L'esecuzione
sarebbe comunque passata per "suicidio". E Rommel avrebbe
preservato la sua reputazione, perché sarebbe stato mantenuto il
segreto. Più o meno, questo è quanto accadde a Foster, e forse
chissà, anche a Gardini che intendeva rendere pubblico il caso
Gladio. Israele era stata la porta girevole da cui passavano le
consegne di armi americane all'Iran dall'inizio della guerra
Iran-Irak, nel 1980. Il governo israeliano aveva le prove che Clinton
aveva contribuito ad insabbiare lo scandalo degli ostaggi che avrebbe
colpito Bush padre. Foster si trovò in mezzo ad eventi più grandi
di lui. Il suo corpo venne abbandonato dagli israeliani a 200 metri
dalla casa dell'Ambasciatore saudita negli USA. Avrebbero potuto
nascere dei sospetti: c'entrava qualcosa l'ambasciatore col delitto?
Quelli che erano in casa, avevano forse sentito degli spari? Domande
imbarazzanti. Ma c'è di più: il procuratore del Disctrict of
Columbia, competente territorialmente del luogo dove realmente era
stato ucciso Foster, aveva circa 500 fotografie dove erano mostrate
varie parti del cadavere di Foster, del luogo del ritrovamento, etc.
In alcune fotografie si vedeva chiaramente che Foster era stato
ucciso con un colpo di grazia - un piccolo calibro - dietro al collo:
fatto che discorda col suicidio. Tre giorni dopo l'inizio
dell'inchiesta da parte dell'ufficio del procuratore, arrivarono dei
sedicenti agenti governativi, pesantemente armati, e, senza mostrare
alcun tesserino, sequestrarono, dall'ufficio menzionato, tutto il
materiale che aveva a che fare con il caso Foster. Anzi,
sequestrarono praticamente tutto, lasciando l'ufficio spoglio. Per
quanto ne so, questo episodio non è stato, fino ad ora, menzionato
dalla stampa. Secondo il noto esperto di terrorismo, John Loftus,
Pollard non avrebbe svelato i nomi delle spie americane che avrebbero
operato al di là della cortina di ferro, come ufficialmente
sostenuto, avrebbe invece consegnato ad Israele l'elenco dei
terroristi arabi utilizzati dagli USA per destabilizzare l'ex Unione
Sovietica. Terroristi armati e finanziati, riciclando denaro
attraverso l'Arabia Saudita ad esempio, per combattere i russi in
Afganistan. Per proteggersi da eventuali accuse di negligenza, i
vertici dei servizi segreti USA hanno nascosto il collegamento
"Arabia Saudita-terroristi di Al Quaeda" fino all'11
settembre 2001. Per quanto riguarda la diffuzione dei nomi degli
agenti americani in Russia, la responsabilità non ricade su Pollard,
ma su di un anziano dirigente della CIA, l'alcolizzato Aldrich Ames,
che vendette i nomi ai russi in cambio di denaro contante. Pollard
venne incriminato per il crimine commesso da Ames, che continuò per
vari anni, indisturbato, a bere e a rivelare segreti ai russi. Ames
venne arrestato nel 1994, sette anni dopo l'incriminazione di
Pollard, e confessò di aver venduto le spie americane ai russi, ma
non tutte. Sembrò logico all'epoca pensare che le rimanenti spie
fossero state vendute da Pollard. Così Pollard continuò a marcire
in galera. Anni dopo, un ex agente sovietico disse la verità.
L'altro traditore americano, quello che vendette il restante dei
nominativi ai russi, fu l'agente speciale dell'FBI Robert Hanssen.
Hanssen venne arrestato nel febbraio 2001 e confessò per evitare la
pena di morte. Venne poi condannato all'ergastolo. Chi si aspettava,
a questo punto, che Pollard venisse scagionato, si sbagliava: gli
alti burocrati non ammettono volentieri errori di questa portata.
Ancora una volta, Washington dette ordine alle sue agenzie di
rigettare qualsiasi ipotesi di innocenza di Pollard nella vicenda. Ma
gli agenti del servizio segreto della Marina USA avevano le prove
sotto gli occhi: la lista che i russi avevano preso si trovava in una
stanza speciale per accedere alla quale occorre uno speciale permesso
"Blue Stripe". Pollard non avrebbe mai potuto entrare nella
stanza e ancor meno aprire la cassaforte dove era contenuta la lista,
per un semplice motivo: non aveva mai avuto il permesso speciale che
ne consente l'accesso. Mentre invece, proprio Ames e Hanssen
disponevano di questo "passi". L'arresto di Pollard ha
sicuramente protetto le spie sovietiche per alcuni anni, mettendo a
rischio la sicurezza nazionale. In realtà Pollard aveva spiato i
russi per conto di Israele, e non gli americani per conto dei russi.
Prima della caduta del muro di Berlino, i russi rifornivano di armi a
quasi tutti i gruppi terroristi che operavano in Medio Oriente.
Pollard sapeva che, in base ad accordi bilaterali, in base ad una
direttiva del Presidente Reagan, gli USA avrebbero dovuto condividere
queste informazioni con i servizi israeliani. Pollard era riuscito a
procurarsi le copertine dei rapporti che invece Washington non aveva
condiviso con Israele, dossier che provavano il coinvolgimento USA
nel finanziamento del terrorismo arabo. Pollard passò ad Israele i
nominativi di tutti gli agenti segreti sauditi ed arabi, noti in
America dal 1984, uno dei più grandi segreti dell'amministrazione
Reagan. A quel tempo, questa lista, nota come "Blue Book",
non era molto importante per gli USA quanto lo era per Israele. Ma da
dopo gli attentati alle torri gemelle, questo libro diventa
interessante anche per gli USA. Alcuni dei nomi di questa lista, come
ad esempio Osama Bin Laden, risultano essere oggi a capo di movimenti
terroristi antiamericani, come Al Quaeda. Fu questo che fece
imbestialire Caspar Weimberger, che avrebbe voluto sparare a Pollard:
il libro provava che si sapeva già tutto, nel 1984, dei legami tra i
terroristi e l'Arabia Saudita. L'idea dell'amministrazione
Reagan-Bush fu di assoldare questi terroristi arabi per
destabilizzare l'Afganistan. Una guerra per procura, come quando i
nostri gladiatori andavano a destabilizzare i regimi africani, un
trucco di Washington per evitare lo scrutinio del Congresso sulle sue
operazioni sporche. Allo stesso modo, nel 1982 Loftus denunciò in
televisione i nazisti che erano stati reclutati nella CIA,
apparentemente all'oscuro del passato dei suoi collaboratori. La
lezione che ne trasse l'intelligence USA, fu di mettere i suoi
collaboratori criminali sulla lista paga di qualcun altro, per
evitare imbarazzanti rivelazioni future. Questo qualcun altro sarebbe
stato poi pagato sottobanco, nel nostro caso si tratta dei sauditi. I
sovietici uscirono dall'Afganistan nel 1989 e gli americani pensarono
di abbandonare i terroristi che avevano collaborato con loro (un po'
come sta accadendo neil Balcani, dove i terroristi arabi sono
rappresentati dai terroristi dell'UCK, strumentalizzati per scacciare
i serbi, per poi, all'americana, essere abbandonati come testimoni
scomodi). In realtà i sauditi continuarono a finanziarli. Secondo il
punto di vista saudita, era più conveniente continuare a pagare i
terroristi arabi per impiegarli contro Israele, la Bosnia e la
Cecenia, piuttosto che doverli rimpatriare in Arabia Saudita. Un
burocrate americano confidò a Loftus: "Certo che sappiamo che i
sauditi danno soldi ai gruppi terroristi, ma questi stanno ammazzando
solo ebrei, non stanno ammazzando americani". In questa vicenda
kafkiana, una parte dell'intelligence americana era impegnata a
combattere i terroristi arabi mentre un'altra ammiccava al fatto che
i sauditi li reclutassero. Una situazione simile all'atteggiamento
USA nei confronti dei criminali nazisti subito dopo la seconda guerra
mondiale. Tutti gli esperti antiterrorismo della CIA e dell'FBI sono
concordi: una volta che le loro indagini arrivano troppo vicine ai
mandanti dei terroristi, ai sauditi, le loro indagini vengono
misteriosamente bloccate. L'ipotesi di Loftus è che a Washington
qualcuno protegge attivamente Al Quaeda da almeno dieci anni. Come
abbiamo visto e vedremo (vedi capitolo 6 e 22), non solo a
Washington. Nella sua autobiografia, Oliver North scrive che,
ogniqualvolta cercava di fare qualcosa contro il terrorismo, Caspar
Weinberger lo bloccava perché avrebbe potuto minacciare le buone
relazioni con l'Arabia saudita e le relative forniture di petrolio.
John O'Neill, il massimo esperto di Al Quaeda negli USA ed ex agente
dell'FBI, si scandalizzò per questi insabbiamenti e, dopo aver dato
le dimissioni dall'FBI, divenne il responsabile per la sicurezza del
WTC di New York. Dove, fatalmente, trovò la morte durante gli
attacchi dell11 settembre... IL "blue book" che Pollard
aveva rubato, provava proprio che gli americani sapevano già tutto
quello che c'era da sapere sul terrorismo arabo, e questo molti anni
prima degli attacchi del 2001. Questa notizia era imbarazzante
perché, invece, davanti al Congresso, la versione dei capi
dell'intelligence era molto diversa. Pollard era dalla parte della
ragione, i burocrati americani, corrotti, da quella del torto. Se la
burocrazia americana continuerà nella strada di negare l'evidenza, è
molto probabile che Pollard finisca i suoi giorni in galera. Noi ci
auguriamo che questi burocrati corrotti vengano prima o poi
smascherati e che Pollard viva abbastanza a lungo per vederli
condannati.
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