martedì 6 settembre 2011

Lettera aperta a Lele Mora


Fermiamo Le Banche & Le Tasse
80143 - Napoli
Centro Direz., G1
alfonsoluigi@marra.it
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tel 081 7879166

Doc. n. 187 del 05.09.11

A Lele Mora


-circa il fatto che non ha commesso alcun reato
perché le tasse non sono dovute giacché sono un illecito frutto del signoraggio bancario, e la bancarotta non è che una delle loro ovvie conseguenze come pure i vari reati di origine fiscale che il ‘legislatore’ ha illecitamente inventato e la magistratura e la guardia di finanza illecitamente perseguono solo perché – con numerose epperò silenti eccezioni – sono moralmente e in buona parte anche materialmente corrotte e al servizio, non dello Stato, ma delle banche, visto che, salvo non siano tutti troppo intellettualmente o culturalmente deficitari per poter capire il crimine del signoraggio, sono d’accordo con i non meno corrotti media e politica nel fare di tutto per occultarlo;


-circa le prime 10 cose da fare per uscire dalla crisi.

Aiutaci a realizzare il referendum popolare per l’abrogazione delle 5 leggi, 3 di cui recentissime, con le quali i politici italiani, in piena crisi, con la copertura della magistratura e dei media, hanno silenziosamente regalato centinaia di miliardi di euro annuali ai loro padroni: le banche.
Per chiarimenti, chiama lo 081 7879166, scrivi ad alfonsoluigi@marra.it o vai su www.marra.it

Evoco proprio te, caro Lele, in un simile documento, per gli stessi motivi per i quali il Cristo uomo (sono ateo) usa l’adultera per simbolizzare, con l’invito a scagliare la prima pietra a chi fosse senza peccati, che gli astanti, oltre a essere anch’essi peccatori, sono inoltre ipocriti e colmi di vana sicumera.
Quello che scrivo nel titolo è infatti rigorosamente vero: le tasse sono illecite perché frutto del signoraggio bancario, che spiego meglio di seguito, e quindi le presunte violazioni o reati a esse collegati sono inesistenti, ed è pertanto illecito ogni discorso e iniziativa volto a farle pagare.
Un documento che non ti aiuterà a uscire dal carcere, ma causerà anzi che il regime ti tratti ancora peggio, perché non riesce ad ammettere i suoi errori neanche ora che sta per esserne travolto.
Servirà però a restituire la dignità a te e ai milioni di altri che i suoi apparati sono riusciti in un modo o nell’altro a ‘protestare’.
Regime che deve intendersi come regime bancario, perché non conta niente nessun altro dei suoi risibili sbandieratori, siano essi politici, magistrati, giornalisti ecc.
Perché mai se la prende proprio con te? Beh, non certo per quello che eri e facevi, che gli è andato bene a lungo, ma perché ora, per continuare ad ingannare la società, deve fingere di rinnovarsi.

Ti chiedi che ruolo abbiano in tutto ciò i giudici della tua causa?

Non so chi siano ma, salvo non siano innovatori spinti da logiche che mi sfuggono, e di innovatori nella mia vita non ne ho conosciuto nemmeno uno, credo non siano consci di nulla, e semplicemente cerchino di applicare quello che il regime ha fatto in modo che tutti, dalla nascita, introitino emotivamente e intellettualmente come vero e giusto.
Una ‘verità’ e una ‘giustizia’ che non è poi null’altro che quello che conviene al regime, ovvero ciò che serve a rendere la società conformista e ottusamente opportunista per poterla dominare al meglio. Un ‘sapiente’ processo spiegato analiticamente nel Dialogo tra l’uomo generico e il potere, di cui a La storia di Giovanni e Margherita.
Le cose che professo dal 1985 sono infatti semplici, ma la società e la magistratura sono così plagiate dal potere bancario che, quando le dico o le scrivo, mi guardano come se, anziché essere loro i matti, fossi matto io.
Situazione che però sta cambiando, perché sto facendo la particolarissima esperienza di vedere ogni giorno di più la realtà conformarsi alle mie parole – sempre le stesse da 26 anni – sicché, in questo scontro che continua da allora per stabilire se sono matto io o tutto il resto del mondo, diviene sempre più chiaro che i matti siete voi.
Matti al punto, parlo ora dei giudici, da essere ormai tutti al corrente dei crimini delle banche – e in particolare del crimine del signoraggio bancario primario e secondario, che continuo da anni a spiegare nei volantini e nelle cause – ma ciononostante continuare a difenderle, tanto li acceca il predetto conservatorismo, opportunismo e conformismo.
Ciechi da non vedere nemmeno le cose più semplici, come il fatto che i reati vanno valutati nell'ambito esistenziale globale in cui vengono commessi, in modo da spostare l'asse del processo dal reo alle cause dei reati innescando delle dinamiche di vero cambiamento ed evitando la cristallizzazione della giustizia e della morale in mero moralismo conservatorio.
Criteri che causerebbero subito l’archiviazione dei processi come il tuo e l’immediata apertura dei processi ad esempio al Bilderberg: l’illecita organizzazione segreta (altro che P4!) che chissà perché la magistratura non vede, attraverso il quale le banche dirigono occultamente gli uomini che dirigono il mondo, da Trichet a Draghi, Tremonti, Barroso, Carlo d’Inghilterra eccetera, che ne sono membri, a Obama, che fa partecipare alle riunioni del Bilderberg Holbrooke, quale inviato del suo governo.
Una spaventosa organizzazione che, per di più, con pretesti come la «tracciabilità» ed espedienti come le carte di credito ha irretito l’intera società dividendola in graditi alle banche e reprobi.
Questo nel mentre nessun magistrato o avvocato minimamente informato può non sapere che le tasse sono illecite, perché servono solo a rastrellare denaro ‘inverato’ per comprare il denaro da ‘inverare’ nelle botteghe di quelle organizzazioni criminali che sono la stragrande maggioranza delle banche centrali.
Criminali perché la Banca d’Italia, la BCE, la FED ecc. non sono pubbliche ma private e di proprietà delle banche commerciali che fingono di controllare, e stampano i soldi al costo della carta e dell’inchiostro per poi incredibilmente venderli agli Stati in cambio dei buoni del tesoro, creando così, illecitamente, quella cosa assurda definita ‘debito pubblico’.
Cosche di falsari perché chiunque stampi i soldi e non sia lo Stato è un falsario.
Un debito pubblico che non esisterà più quando la magistratura cesserà di occuparsi di amenità diversive e confischerà le banche centrali, in modo che, quando lo Stato avrà bisogno di soldi, non dovrà far altro che stamparli.
Cosa – osserva – che non produrrà alcuna svalutazione, perché lo Stato i soldi non te li regala, ma te li dà solo a corrispettivo di beni, servizi, diritti, e insomma entità positive, sicché, quando li mette in circolazione dandoli a taluno, si ha sì una crescita del denaro circolante, ma anche un pari incremento della ricchezza reale con la quale li si ‘copre’, li si ‘invera’.
Quando invece è un falsario a creare i soldi (Banca d’Italia, BCE, FED, ecc.), l’inveramento (fenomeno che ho definito proprio io e che è indispensabile per capire veramente il signoraggio) non c’è, perché il falsario i soldi li attribuisce a sé senza coprirli\inverarli con alcun corrispettivo, e poi li usa per comprare, ma solo a suo beneficio, parti della ricchezza reale.
Tasse quindi, caro Lele, illecite e per di più usate al pur esso illecito fine di prevaricare i cittadini via via perseguiti come evasori, riciclatori ed, eccoci a te, bancarottisti.
Perché la verità è che quasi sempre anche le attività che appaiono legittime sono figlie di forme di illiceità occulte ancor più gravi, dato che non ci sono le condizioni per seguire quella che gli ipocriti e gli stupidi indicano come la ‘retta via’.
Cose che ora verranno a galla, perché sai chi è il vero potere?
Ebbene non è né Berlusconi né le banche né la massoneria né la magistratura né quel figlio del potere bancario che è Obama, né, tra i buonisti, Napolitano, che piange a ogni pié sospinto, ma mai per le cose per le quali dovrebbe piangere sul serio.
Il vero potere è infatti la gente, al punto che, come dal video in cui lo reitero in tutte le forme, bisogna avere verso la gente l’affettuosità e il coraggio di dire che qui il vero problema è che è proprio la gente che fa schifo.
Che è poi quello che dicono tutti, perché se dici che fa schifo la politica, fa schifo la magistratura, fa schifo l’informazione, e poi la pubblica amministrazione, lo sport, e insomma i costumi, appunto questo stai dicendo: che fa schifo la gente.
Gente che deve riuscire ad ammetterlo di fare schifo, perché nessun processo evolutivo può iniziare senza una previa dichiarazione di fallimento di noi stessi, anzi di voi stessi, di tutti voi fuorché io, perché io l’ho già fatto una notte della tarda primavera del 1984, quando appunto feci quella che avrei poi definito la «scoperta antologica»: quella scoperta antologica che cerco, tra le tante altre cose, di descrivere ne ‘Il labirinto femminile’;
quella scoperta di essere vissuto in un mondo di valori e di personaggi inventati traendo spunto dai luoghi comuni di cui alle antologie della letteratura; quella scoperta realizzata abbattendo la barriera del mio inconscio fittizio e dicendomi quello che non mi ero mai voluto dire; quella scoperta dalla quale in poi iniziò il processo intellettuale che mi portò alla ben più importante scoperta del modo di formazione del pensiero, e quindi ai vari libri in cui, attraverso esemplificazioni di vario tipo, dalla storia della cultura all’epistolario d’amore, mi sono sforzato di descriverla, formulando altresì il codice dei valori e le regole che a mio avviso dovranno ora vigere.
Un gioco immane, spaventoso, quello odierno, in cui, tornando a te, hai avuto il ruolo prima di vincitore e ora di vinto, ma nel quale i migliori sono in realtà per molti versi i peggiori, perché – premesso che definisco cultura il modo che gli uomini mediano di dover avere in comune nel vedere la realtà – è ovvio che, se la cultura odierna è disgustosa, i peggiori sono proprio quelli che la interpretano al meglio, perché sono in sostanza i migliori nell’essere peggiori.

Cosa bisogna fare per uscirne?

Ebbene, per cominciare bisogna:

-1) Vietare in ogni lingua l’uso del termine «consumatore», perché riconduce al consumismo: pseudocultura rivolta a realizzare la subordinazione dell’uomo all’industrializzazione anziché dell’industrializzazione all’uomo.

-2) Rendere pubbliche mediante confisca la Banca d’Italia, la BCE, la FED e le altre banche centrali, per abolire così il signoraggio primario e desegretarle, perché oggi godono di un regime di immunità e di segretezza assurdo.

-3) Pareggiare i tassi attivi a quelli passivi, in modo che gli interessi vadano ai proprietari dei soldi – o allo Stato in relazione agli interessi frutto dei prestiti realizzati mediante il moltiplicatore monetario – e giammai alle banche che, non essendo le proprietarie dei soldi, hanno diritto solo al compenso per i servizi.

-4) Attribuire ai parlamentari europei il potere di iniziativa legislativa, e al Parlamento europeo il potere di promulgare le leggi, che oggi follemente non ha perché è un finto Parlamento che serve solo da alibi alla Commissione e al Consiglio, che sono i veri legislatori dell’UE nonostante le leggi non sappiano scriverle né leggerle, poiché sono nelle mani della burocrazia, a sua volta al soldo delle lobby bancarie.

-5) Promulgare la mia vecchia legge (del 1995) in sei articoli sull’etichettatura dei prodotti agricoli e ittici nella vendita al dettaglio, perché la riconoscibilità delle cose e la comprensione del perché alcune sono buone e altre no è il punto di partenza di un enorme sviluppo dell’economia della buona alimentazione nonché della civiltà.

-6) Promulgare la legge sugli imballaggi, che pur’essa giace nei cassetti del Parlamento europeo dal 1994, per così sostituire il polistirolo con un polistirolo fatto di cereali, vietando inoltre l’uso della plastica, a partire dalle bottiglie, e ripristinando tra l’altro le reti idriche affinché i cittadini bevano l’acqua della fontana.

-7) Istituire sussidi pari alle retribuzioni per i disoccupati, da pagare, come qualsiasi altra cosa, semplicemente stampando i soldi necessari (cosa che – lo ribadisco – non produrrà alcuna svalutazione: approfondisci dal documento che ho pubblicato su www.marra.it), perché si dice da secoli che le macchine avrebbero liberato l’uomo dalla schiavitù del lavoro e, ora che l’hanno liberato, questo fenomeno deve essere chiamato liberazione, non disoccupazione.

-8) Fermare le produzioni dannose e inutili, e quindi innanzitutto delle automobili, perché l’occupazione va garantita altrimenti che producendo inutilmente inquinamento.

-9) Avviare, sempre con i soldi che si stamperanno, ‘monetizzando’ così la società, un’immensa riconversione industriale consistente in questa prima fase innanzitutto nella creazione di un altrettanto immenso processo di ristrutturazione delle città e dei territori, nonché di disinquinamento dei mari, delle terre e dei cieli, usando per farlo, e per fare ogni altra cosa, forme di energia non inquinante, che esistono già e possono essere prodotte immediatamente su vasta scala, ma vengono osteggiate per favorire il petrolio.

-10) Avviare la meccanizzazione di ogni aspetto della vita civile a partire dalla giustizia e dalla pubblica amministrazione.

Cose tutte – sia ben chiaro – che continueranno a far parte inutilmente della lista già infinitamente lunga dei progetti basati sul bene, il bello, il giusto e l’utile, fin quando l’umanità non avrà fatto propria la mia scoperta del modo di formazione del pensiero, ovvero del modo in cui l’individuo, sotto la spinta delle pulsioni necessarie (volontà di sopravvivere, svilupparsi, riconoscere, essere riconosciuto e raggiungere il massimo del risultato con il minimo dello sforzo), elabora il suo sapere e giunge alla comprensione delle cose.

Questo perché, a questo livello di metodo nell’esercizio del pensiero, l’errore consiste nell’avere degli obiettivi, perché non possono essere raggiunti.
È necessario cioè che inizi l’era dell’intelligenza intesa come capacità di svilupparsi passando attraverso lo sviluppo degli altri, e finisca l’era della furberia intesa come capacità di svilupparsi prevaricando, nonché della tendenziosità, intesa come capacità di subordinare l’intelligenza ai fini della furberia.
Tutto è infatti rapporto di forza.
È quindi ineludibile che ciascuno usi, per vincere, la strategia.
La strategia deve però, per la prima volta nella storia dell’uomo, divenire leale, corretta, intelligente.
Deve cioè mondarsi di quella furberia che ha causato la degenerazione della strategia in strategismo: uno strategismo che oggi è giunto a un livello di abiezione tale che, nel vano scontro su tutti i piani, tutte le forze stanno per spezzarsi, e tutte le mete, pur a portata di mano, diventano sempre più irraggiungibili per i tragicamente risibili lottatori, che si stanno consumando al solo scopo di impedirsi l’un l’altro di raggiungerle.
Perché, ti chiedi, visto che non è mai accaduto, dovrebbe accadere proprio ora?
Perché il vero problema odierno non è l’economia, ma l’involuzione climatica, e se non avverrà il passaggio dall’era della furberia a quella dell’intelligenza, in pochissimi anni giungeremo all’irreversibilità di quei fenomeni che continuano a rendere sempre più difficile la vita sul pianeta e in un paio di decenni la renderanno impossibile.

Alfonso Luigi Marra

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