sabato 29 ottobre 2011

La Grecia è fallita


La Grecia è fallita, adesso lo ammette anche la Troika


Come scrivevo il 7 maggio 2011 in "La Grecia: uno Stato da spremere come un limone" avevo già annunciato il fallimento del paese ellenico, ma adesso a dirlo sono direttamente i funzionari della troika (BCE, Ue, FMI) che hanno di recente terminato la loro revisione sulla finanza pubblica ellenica.
(Se qualche volta si ascoltasse anche il parere dei blogger indipendenti non sarebbe una cattiva idea!)
Qui è scaricabile il documento <<riservato>> (strictly confidential è scritto su ogni pagina) offerto da Linkiesta. In sostanza la troika ha spiegato che il debito greco è insostenibile. L’unica soluzione all’orizzonte è quindi quella di un aumento dell’intervento dei creditori privati, tramite il Private sector involvement (Psi), e, di conseguenza, un lungo piano di ristrutturazione del debito. 

Gli scenari prospettati alla Grecia, e che coinvolgono anche gli altri paesi PIIGS, sono due:

A) la troika concede l'abbattimento parziale del debito greco, la richiesta viene copiata pari pari da Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Irlanda e Belgio, il fondo europeo salva-Stati si sovraccarica. Conseguenza: crisi bancaria europea.

B) la troika impone misure restrittive alla Grecia circa il risanamento del suo debito, si riduce la spesa pubblica, aumentano le tasse, tutto ciò prolunga l'attesa ma si arriva comunque al default. Conseguenza:crisi bancaria europea.

Purtroppo non ci si rende conto che l'Ue è un corpo malato con sangue infetto, e i medici-killer (la troika) preposti alla sua cura suggeriscono lievi trasfusioni di sangue che non fanno di certo guarire il moribondo.

Intanto lo speculatore finanziario per eccellenza, George Soros, dispensa "buoni consigli" sulla situazione europea: “La BCE potrebbe poi affrontare un’altra forza motrice, ovvero la mancanza di fondi a favore del debito sovrano, abbassando il suo tasso di sconto, incoraggiando i governi in difficoltà a emettere buoni ordinari del Tesoro e spingendo le banche a sottoscriverli (un’idea di Tommaso Padoa-Schioppa). I buoni ordinari del Tesoro possono essere venduti in qualsiasi momento, il che li rende equivalenti ai contanti, ma fino a quando la rendita risulterà maggiore dei depositi presso la BCE, per le banche sarebbe più vantaggioso detenerli. In questo periodo d’emergenza i governi potrebbero quindi soddisfare i propri bisogni finanziari entro limiti concordati a basso costo con e la BCE non si troverebbe comunque a violare l’articolo 123 del Trattato di Lisbona.” (N.B.:L'art. 123 del Trattato di Lisbona vieta esplicitamente alla Bce l'acquisto diretto di titoli di debito emessi dai governi o da altri enti del settore pubblico, ma non ne impedisce l'acquisto sul mercato, con operazioni che un tempo venivano definite di mercato aperto.)
In poche parole la BCE, invece di sottoscrivere i buoni del Tesoro direttamente, finanzia le banche per comprarli e tenerli fino a scadenza. Soros però non tiene conto che stampando denaro aumenterebbe l'inflazione e si svaluterebbe il valore reale del debito, e il problema sarebbe semplicemente rimandato visto che, nel frattempo, il potere d’acquisto della moneta sarebbe indebolito (visto che i salari restano fissi), con conseguenze negative per l'intera collettività.

In casa Italia, invece, è simpatico il siparietto alla conferenza degli Stati generali del commercio estero fatto da Berlusconi (che non difendo per collusione e corruzione con la Troika al potere nel nostro Paese, ma che sentendosi messo "in castigo" e sottoposto al diktat europeo gli scappa un attacco all'euro) che dice: "C'é un attacco all'Euro che come moneta non ha convinto nessuno. Una moneta strana perché attaccabile dai mercati internazionali in quanto non è di un solo Paese ma di tanti che però non hanno un governo unitario né una banca di riferimento e delle garanzie". 
Ovviamente l'opposizione di sinistra, serva delle banche come tutte le grandi coalizioni politiche, insorge a difendere l'euro e l'Unione europea. Stessa cosa quell'usuraio di Ciampi che afferma: "Se non ci fosse l'euro, saremmo in guai molto seri" (peggio di così?).

Rimane sempre e soltanto una sola cura al cancro del debito: ripristinare la sovranità monetaria nelle mani dello Stato, riappropriandosi della politica monetaria che adesso è nella mani di speculatori e di istituzioni private non elette da alcun cittadino.

Nessun commento:

Posta un commento