mercoledì 30 luglio 2014

Le banche italiane praticano l'usura, Europa tacendo...

L'INTERVISTA
L'europarlamentare bergamasco, Marco Zanni del Movimento 5 Stelle, denuncia “la grave situazione” delle banche italiane che praticano l'usura e chiede un intervento dell'Unione Europea.

Zanni, M5S: “Le banche
italiane praticano l'usura
L'Europa intervenga”


Contro l'usura in Italia chiama in causa l'Unione Europea perché adotti misure severe e faccia chiarezza nel sistema bancario. La richiesta è dell'europarlamentare bergamasco Marco Zanni del Movimento 5 Stelle.
“In Italia è in vigore la legge 108 del 1996 che fissa un tetto massimo ai tassi di interesse oltre al quale si sconfina nell'usura, con conseguenze penali per gli istituti finanziari – afferma Zanni -. Tuttavia, una circolare della Banca d'Italia, dello stesso anno, permetteva alle banche di non considerare nel conto degli interessi la commissione di massimo scoperto. In questo modo, interessi reali pagati dai clienti superiori al tetto legale, risultavano a norma di legge. La giurisprudenza ha dichiarato più volte la superiorità della legge 108 sulla circolare di Bankitalia, non vincolante per le banche”.

Quindi anche le banche praticano l'usura?
“Sì, lo scorso giugno un Pubblico Ministero ha contestato il reato di usura ad alcune banche, con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia, proprio per avere aggirato la norma antiusura del 1996. Dopo la chiusura di queste indagini, la Scuola Superiore della Magistratura (SSM), organismo teoricamente terzo che si occupa di formazione per magistrati, ha organizzato un corso di aggiornamento per magistrati civili e penali proprio sull'usura, con il patrocinio di Banca d'Italia e Abi, coinvolte esse stesse in maniera più o meno diretta nelle indagini”.
Davanti a questa situazione, quali misure potrebbe imporre alle banche l'Europa per scongiurare il rischio usura?
“L'Europa non può nascondersi e non considerare la gravissima situazione italiana, anche alla luce dell'intervento della Magistratura in questo settore. Il sistema bancario europeo è integrato nel SEBC, cui spettano anche obblighi di vigilanza e sorveglianza: le banche italiane fanno parte di questo quadro, non è ammissibile che tutto questo resti impunito. L'Europa ora dovrà valutare la situazione, e decidere nel caso le misure più idonee per risolvere questa situazione".
Quanto pesa l'usura sull'economia italiana?
"L'usura pesa moltissimo sull'economia italiana, si parla di cifre astronomiche, nell'ordine dei venti miliardi di euro. Denaro improduttivo ovviamente, che serve solo a finanziare chi specula".
Assistiamo spesso ad annunci da parte della Banca Centrale Europea di disponibilità di denaro, ma poi le banche utilizzano tali somme per operazioni finanziarie e non per aiutare l'economia reale. Come si potrebbe intervenire su questo fronte?
"Anche su questo tema ho voluto chiedere chiarimenti attraverso un'interrogazione parlamentare: quanto successo con le scorse operazioni LTRO (finanziamenti agevolati alle banche) è stato scandaloso. Draghi dice che le nuove misure, TLTRO, saranno mirate all'economia reale: io dubito seriamente, anche perché non sono stati posti vincoli rigorosi da rispettare. Ad esempio le banche potranno continuare ad investire in titoli di Stato, come fatto negli scorsi mesi, facendo enormi profitti senza aiutare minimamente l'economia reale e quindi la ripresa del Paese".
Gli imprenditori spesso lamentano una difficoltà posta dalle banche all'accesso al credito. Non crede che in questo modo si favorisca oltre che l'usura anche la ramificazione della malavita?
"Certamente. Le banche sono sempre più restie a concedere crediti, e quando lo fanno a volte applicano condizioni assurde, arrivando anche ai casi di usura bancaria che ho denunciato. La malavita ha poi gioco facile ad inserirsi in questo sistema: grossa liquidità a disposizione, immediata, facile da ottenere per tutti. Il prezzo sappiamo bene quale è, e così si perpetua e sviluppa un circolo vizioso dal quale è difficile uscire".
L'Europa potrebbe intervenire per uniformare i costi dei conti correnti e delle spese bancarie per far sì che l'Unione Europea non sia una sola cornice di tanti Stati?
"Bisogna dire che qualcosa si sta muovendo in questa direzione; recentemente è stata ad esempio adottata una normativa che consente ai cittadini europei di avere accesso in tutti i Paesi dell'Unione ad un servizio di conto corrente base, che prevede la fornitura di alcuni servizi obbligatori gratuitamente o ad un costo ragionevole. Le banche poi dovranno garantire un’informazione chiara (e standardizzata a livello europeo) su commissioni e tassi d’interesse, che dovrebbe permettere di confrontare le diverse offerte in maniera semplice. Anche sulle commissioni per bancomat e carte di credito si sta lavorando in Europa, per uniformare le diverse legislazioni nazionali. C'è ancora molto da fare: noi siamo appena arrivati, ma sicuramente non siamo andati in Europa per assistere passivamente al disfacimento del nostro sistema economico e finanziario. Vogliamo portare a casa risultati concreti, che servano a tutti. Questo è il nostro impegno"
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