domenica 20 novembre 2011

Goldman Sachs alla conquista dell’Europa


18 novembre 2011
trad. a cura di N. Forcheri  
Mentre le persone ordinarie si preoccupano di lavoro e austerità, i corridoi del potere dell’eurozona stanno subendo una notevole trasformazione 
L’ascesa di Mari e Monti alla carica di primo ministro italiano è notevole per innumerevoli questioni difficilmente quantificabili. Sostituendo l’abbonato di scandali Silvio Berlusconi, l’Italia ha sloggiato l’insloggiabile. Imponendo la regola di tecnocratici ineletti, ha sospeso il normale corso della democrazia. E paracadutando un consigliere d’alto livello di Goldman Sachs alla guida di una nazione occidentale, ha portato a nuove cime il potere politico di una banca di investimenti fatto che  tutti avrebbero pensato che fosse politicamente estremamente tossico.
E’ la cosa più stupefacente di tutte: un enorme salto quantico o forse persino l’apice culmimante del progetto Goldman Sachs.
Non è solo Monti. La BCE, altro protagonista nel dramma del debito sovrano, è sotto gestione di ex Goldman boys, e i membri della banca di investimento hanno un’influenza diretta dietro le quinte del potere in quasi ogni singola nazione europea, come hanno avuto per tutta la crisi finanziaria negli USA. Fino a mercoledì la divisione europea del Fondo monetario era ugualmente diretta da un uomo di Goldman, Antonio Borges, che ha appena rassegnato le dimissioni per ragioni personali.
Anche prima del rovesciamento in Italia, non vi erano segnali che essa venisse meno al suo nomignolo di “piovra vampiresca”, e adesso che i suoi tentacoli si sono conficcati nel vertice dell’eurozona, voci scettiche stanno sollevando interrogativi sulla sua influenza. Le decisioni politiche prese nelle settimane prossime determineranno se l’eurozona potrà o vorrà pagare i suoi debiti, e gli interessi di Goldman sono strettamente connessi alla risposta a questo interrogativo.

Commento del traduttore: dal grafico manca Vittorio Grilli, nostro Direttore al Tesoro nonché capo del Comitato Economico e Finanziario UE, membro della lobby bancariomultinazionale Bruegel assieme a Monti, di cui corre voce che dopo avere rifiutato la carica di vice ministro starebbe per volare alla GS

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