sabato 18 maggio 2013

Signoraggio privato: il dovere di verità


PROPOSTA DI ESPULSIONE DALL'ORDINE DEI GIORNALISTI


DESTINATARIO:
Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti
Via Parigi, 11 - 00185 Roma
C.F.: 06926900587

Informazioni generiche: odg@odg.it
Posta Elettronica Certificata: cnog@pec.cnog.it

Nonostante il web sia ricchissimo di contenuti come articoli, video, libri e ogni genere di materiale informativo\didattico che documentano la grave truffa del signoraggio bancario e circa le nefaste conseguenze per il popolo dovute alla perdita di sovranità monetaria da parte dello Stato, è un dato di fatto che nei giornali, in radio nazionali ed in programmi televisivi, salvo rarissime eccezioni, i giornalisti "di regime" continuano a glissare su questa tematica fondamentale.

Eppure il dovere più pregnante del giornalista e caposaldo del diritto di cronaca è il dovere di verità, considerato sia dalla L. n. 69/1963 che dalla stessa Carta dei Doveri quale “obbligo inderogabile”. Gli organi di informazione sono l'anello di congiunzione tra il fatto e la collettività. Essi consentono alla collettività l'esercizio di quella sovranità che secondo l'art. 1 della Costituzione “appartiene al popolo”. Un'informazione che occulta o distorce la realtà dei fatti impedisce alla collettività un consapevole esercizio della sovranità.

Siccome non è necessario avere una laurea in economia per comprendere agevolmente che l'attuale sistema economico sia basato su un meccanismo truffaldino, in cui le banche centrali, private, impongono il loro diktat sulla politica economica di uno Stato, si giunge alla deduzione secondo cui i giornalisti che censurano o glissano su tale argomento lo facciano fondamentalmente per due ragioni:
1)ignoranza per non aver mai approfondito una tematica cruciale per l'interesse della collettività;
2)asserimento ai "poteri forti" allo scopo di censurare notizie che sarebbe pericoloso (per il regime bancario) diffondere.
In entrambi i casi si ravvisano le condizioni secondo cui verrebbero meno requisiti fondamentali di appartenenza all'ordine dei giornalisti, ignorando di fatto principi essenziali del codice deontologico, come il mancato adempimento del dovere di verità, che è il caposaldo del diritto di cronaca.
L'ordine dei giornalisti dovrebbe in tal caso applicare delle sanzioni disciplinari, quali:
per gli iscritti all'ordine da almeno 2 anni che non abbiano mai scritto\diffuso un articolo sulla truffa del signoraggio e sulla perdita di sovranità monetaria andrebbe inflitta la SOSPENSIONE dall'esercizio della professione per un minimo di 6 mesi ad un massimo di un anno, poichè la condotta del giornalista ha “compromesso la dignità professionale”;
per gli iscritti all'ordine da almeno 5 anni che non abbiano mai scritto\diffuso un articolo sulla truffa del signoraggio e sulla perdita di sovranità monetaria, già sottoposti a sospensione, andrebbe inflitta laRADIAZIONE dall'esercizio della professione, originata da un comportamento che abbia “gravemente compromesso la dignità professionale”.

Questa mia proposta può risultare provocatoria per tanti giornalisti, molti dei quali dichiareranno di non avere le giuste competenze in materia economica per approfondire un argomento simile, scuse tra l'altro puerili visto che non sono necessarie competenze specifiche atte alla comprensione dell'attuale sistema economico, ma si necessita unicamente di buona volontà nello studio dell'argomento e nella diffusione di quanto appreso.
Anche se l'Ordine dei Giornalisti non applicherà mai le mie proposte sanzionatorie, i lettori più attenti ed informati sapranno sempre distinguere un vero giornalista, garante di un'informazione obiettiva, da un giornalista servilmente servile al regime bancario e vessato in uno stato di sudditanza, in pieno conflitto con il dovere di verità.

Salvatore Tamburro

Nessun commento:

Posta un commento