sabato 12 luglio 2014

Associazione MORALIZZARE LA MAGISTRATURA:

Associazione MORALIZZARE LA MAGISTRATURA:
Iscriviti e aiutaci, perché la nostra rovina è che la magistratura è collusa con l’apparato, le banche, il bilderberg ecc, e ‘lavora’ solo per rallentare e sabotare la giustizia per sottrarre queste entità criminali alle condanne e distogliere da esse la società con processi che non cambiano niente.
Agli Avvocati: organizziamoci per far eleggere candidati di MORALIZZARE LA MAGISTRATURA nei Consigli Forensi e nell’OUA, perché i colleghi che ci rappresentano oggi non mostrano, per motivi meglio noti a loro, sensibilità a queste cose, e sprecano quindi il nostro consenso.

È ovvio che, se siamo illecitamente governati e sfruttati da lobby, banche, fisco, bilderberg, è perché la magistratura è collusa con loro e li sostiene.
Dobbiamo dunque aggregarci per moralizzarla rendendo nota il più possibile la sua corruzione.
Quanto invece a noi avvocati, dobbiamo assolutamente organizzarci per far eleggere candidati di MORALIZZARE LA MAGISTRATURA nei Consigli Forensi e nell’OUA, perché i nostri attuali rappresentanti non mostrano purtroppo sensibilità alla gravissima circostanza che, quando il gendarme si allea con il ladro, la società non ha più strumenti per reagire.
Mentre, quanto ai buoni magistrati, auspichiamo aderiscano anch’essi copiosi, perché la corruzione giudiziaria è innegabile, e nessuno più di loro ha interesse alla moralizzazione della categoria.
Bisogna quindi cessare i discorsi deboli, le vaghe proteste, gli eufemismi, i giri di parole, e denunziare apertamente e pubblicamente la collusione di massa tra magistratura, lobby e banche.

Magistratura che difende questa gentaglia sabotando la giustizia con la sua ‘giurisprudenza’ pretestuosa o omissiva, con le deliberate lungaggini e le disfunzioni ad arte, e finge di non capire che basterebbe una graduatoria per importanza delle sentenze da pronunciare.
Sentenze prioritarie tra le quali quelle per la velocissima repressione, in tutti gli ambiti giudiziari, a partire dalla Corte Costituzionale, delle illecite e sempre più palesi strategie denegatorie della giustizia mediante l’esosità dei costi, laddove la giustizia deve essere gratuita; la condanna esemplare delle disfunzioni e lungaggini; la declaratoria dell’illiceità delle tasse, che è ormai notorio che servono solo a comprare dalle banche centrali il denaro che lo stato dovrebbe produrre da sé a costo zero e senza alcuna svalutazione; il processo al bilderberg ecc.
Sennonché, curiosamente, nonostante, ad esempio, per fermare un’organizzazione criminale ramificata ovunque come il bilderberg basterebbe un solo PM e un solo giudice, come basterebbe un solo giudice per condannare in sede civile la privatezza delle banche centrali, ebbene, quel PM e quel giudice non ci sono.
Cosa singolare perché, è pur vero che la magistratura è globalmente collusa culturalmente e in buona parte materialmente corrotta, ma ci sono di certo molte eccezioni, sicché, se neanche uno agisce, deve dipendere da meccanismi predisposti ad hoc.
Sistemi ad hoc evidentemente basati su strategie interdittive a partire dalle assegnazioni delle cause e delle indagini, che non sono disciplinate per legge, ma sono nelle mani dei capi degli uffici, per cui c’è da ritenere che non diventerai mai capo di nulla se sei uno che potrebbe assegnare una causa a taluno che, in sede penale o civile, possa assumere certi tipi di provvedimenti.
Il che significa che coloro che hanno il controllo delle assegnazioni sono tutti o collusi o convinti in buona fede che è giusto mandare sotto processo per usura i funzionari delle agenzie anziché i presidenti del CDA o i direttori generali delle banche; che sono legittimi i pareggiamenti non anche quantitativi dei tassi passivi e attivi in tema di anatocismo; che è legittimo l’accredito differito dei versamenti; che il bilderberg non commette reati; che la privatezza delle banche centrali è una buona cosa.
Intoccabili crimini sistemici delle banche, del fisco, dell’apparato, che cercherò ora di colpire, oltre che con le denunce penali, con le petizioni al Parlamento Europeo, nel mentre la magistratura, per sedare il malcontento, escogita azioni sempre più eclatanti ma che non incidono mai sull’essenza del male.
Tant’è che se a taluno ‘scappa’ qualche provvedimento un po’ troppo problematico per il regime, come la sentenza 350/2013, con la quale la Cassazione ha giustamente affermato che c’è usura sol che sia prevista nel contratto in relazione agli interessi di mora (com’è ovvio, visto che l’usura è un reato di pericolo, e comunque lo prevede il 1815 cc), ecco che, incredibilmente (emblematicamente), si assiste a mai viste scene di levate di scudi in favore delle banche da parte dei giudici e dei CTU, e addirittura ad iniziative pubbliche per dissociarsi dalla 350/2013, giungendo a definirla ‘creativa’.
Uno zelo frutto, salvo le eccezioni, dei rapporti scandalosamente ‘troppo buoni’ tra magistratura, CTU e banche.
Un sistema interdittivo in virtù del quale i giudici ai quali vengono assegnati certi tipi di cause contro certi tipi di poteri sono ad essi favorevoli o per convinzione o per corruzione.
Magistratura che, fino a prima della seconda guerra mondiale, più che essere corrotta, era essa stessa parte, gerarchicamente inquadrata, delle monarchie o delle dittature, sicché la massa era pacificamente priva di diritti.
Magistratura che, dopo la guerra, iniziato il processo di democratizzazione, ha continuato, diciamo fino al 1968, ad avere una struttura autoritaria piuttosto palese, come tutti i poteri, mentre dal 1968 l’autoritarismo è sfumato in sempre più subdole forme pseudo democratiche.
Per cui il ‘naturale’ predominio delle classi alte e della magistratura ha dovuto assumere le forme occulte che configurano la corruzione giudiziaria di oggi.
In sostanza, ho scritto altrove: «Finché continuerà a vigere l’attuale stadio dello strategismo (che è inevitabile ma deve divenire civile), si ricomincerà ovunque, ogni mattina come se fosse il primo mattino del mondo, a dire e a fare con lo stesso tono e negli stessi modi le cose che da sempre non hanno mai dato luogo alla soluzione di pressoché nulla».
Ecco così che, dopo la guerra, sopravvenuta una crescente, solo astratta, affermazione della giuridicità in ogni forma di relazione, la magistratura ha acquisito il potere di giudicare anche le massime espressioni del regime. Regime che ha continuato a sussistere in forme sempre meno aristocratiche, militari e politiche, e sempre più bancarie.
Quando dunque la prevaricatorietà ha dovuto convertirsi in una cultura della fraudolenza densa di disattese regole, il ruolo della magistratura è divenuto cruciale.
Il regime, cioè, non potendo più commettere le violazioni in virtù dello ius principis, ha dovuto, per poter continuare a commetterle, trovare ogni volta prima l’accordo con il ‘controllore’: la magistratura, che per forza di cose è via via divenuta il crocevia di ogni corruzione ed il più intoccabile dei poteri.
Magistratura il cui vero ruolo è oggi ammantare di ‘giuridicità’, attraverso le sue mistificazioni, i crimini del regime.
Corruzione giudiziaria di cui è intrisa l’intera vita civile.
Una corruzione tanto più grave quanto più inconscia, perché i magistrati che attuano il progetto criminale del regime realizzando frazioni di esso di per sé ‘lecite’, si stanno comunque muovendo in un quadro in cui l’esito è la rovina della società, e ciò che li spinge è partecipare degli innumerevoli vantaggi destinati alla casta.
11.7.2014

Alfonso Luigi Marra
info@marra.it
tel 800660815

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