lunedì 17 ottobre 2011

Colpite i banchieri dove fa più male


"Occupy Wall Street"? Colpite i banchieri dove fa più male
di Matt Taibbi - 16/10/2011

Fonte: Come Don Chisciotte




Sono stato per la seconda volta a Wall Street", e mi piacciono molto. Le proteste inscenate a Liberty Square e che si diffondono in tutta Lower Manhattan sono una grande cosa, la risposta logica al Tea Party e un dito medio alzato fin troppo tardi per l’élite finanziaria. I manifestanti hanno scelto il giusto obbiettivo e, con il loro rifiuto di disperdersi dopo un solo giorno, anche la giusta tattica, mostrando all’intero pubblico che il movimento contro Wall Street resiste, risolve e riesce ad avere un sostegno popolare sempre maggiore. 

Ma… c’è un ma. E per me è una cosa molto profonda, perché il come combattere la corruzione di Wall Street ha consumato la mia vita da anni a questa parte e non è difficile per me capire come Occupy Wall Street potrebbe far meglio ed essere più pericoloso. Ritengo, ad esempio, che le banche erano segretamente eccitate all’inizio delle proteste, sicure che avrebbero vinto il primo round della guerra della comunicazione.
Perché? Perché dopo un decennio di ladrocinio e corruzione senza precedenti, con decine di milioni di persone che sono entrati nei ranghi degli affamati grazie ai prezzi delle materie prime artificialmente inflazionate, e altri milioni che sono stati sgomberati dalle proprie case per la corruzione del mercato dei mutui, i titoli di testa dalla prima settimana di proteste contro il settore dei servizi finanziari sono stati dedicati a un vecchio poliziotto che ha mazzuolato un quartetto di ragazze del college.
Questo per me dice tutto sulla sfida più grande da affrontare opponendosi all’idra a cinquanta teste della corruzione di Wall Street, che è estremamente difficile da spiegare i crimini della moderna élite finanziaria in modo semplice. L’essenza di questa particolare sorta di potere oligarchico è nella sua complessità e nell’invisibilità nel quotidiano: i suoi peggiori crimini, dalle bustarelle all’insider trading fino alla manipolazione del mercato, dal dominio dalla seconda fila sui governi all’usurpazione della struttura dei controlli dall’interno, semplicemente non vengono capiti dal pubblico o fatti apparire in televisione. Non ci sarà una foto ricordo con Goldman Sachs, Citigroup o Bank of America, ma solo 62 milioni di Americani con una ricchezza pari a nulla o sottozero, che si grattano la testa e si chiedono dove diavolo sono andati i loro soldi e perché i loro voti sembrano contare meno ogni anno che passa.
In ogni caso, io sosterrò Occupy Wall Street. E credo che la strategia basilare del movimento – quella di aumentare di numero e continuare la lotta, piuttosto che legarsi a un certo numero di principi – ha molto senso nella fase iniziale. Ma si avvicina il tempo in cui il movimento dovrà offrire soluzione concrete ai problemi posti da Wall Street. Per fare ciò, avrà bisogno di una breve ma potente lista di richieste. Ce ne sono migliaia da poter fare, ma io direi di concentrarsi su cinque:
1. Rompere i monopoli. Le cosiddette compagnie finanziate "troppo grandi per fallire", che ora qualche volta vengono chiamate con un termine più preciso, "istituzioni sistematicamente pericolose " – sono una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. Sono al di sopra della legge e alle conseguenze del mercato, e ciò le rende più dannose e irresponsabili di un migliaio di cosche mafiose messe assieme. Ci sono circa venti aziende di questo tipo in America, e vanno smantellate; un buon inizio sarebbe abrogare il Gramm-Leach-Bliley Act e imporre la separazione delle compagnie di assicurazione, delle banche di investimento e delle banche commerciali.
2. Pagarsi i propri salvataggi. Una tassa dello 0,1 per cento su tutte gli scambi di azioni e obbligazioni e uno tassa dello 0,01 per cento su tutti gli scambi di derivati potrebbero generare abbastanza entrate per ripagare i bailout, e ci potrebbe essere rimanere ancora abbastanza per combattere i deficit per cui le banche dicono di preoccuparsi tanto. Porrebbe un freno anche alla ricerca senza fine di profitti istantanei grazie agli schemi di insider-tradingcomputerizzati come l’High Frequency Trading, e costringere Wall Street a tornare al lavoro che si suppone debba fare, ad esempio fare sobri investimenti in aziende per la creazione di posti di lavoro e osservarne la crescita.
3. Niente soldi pubblici per le lobby private. A una compagnia che ha ricevuto un salvataggio pubblico non dovrebbe essere permesso di usare i soldi dei contribuenti per tramare contro di loro. Si può succhiare dalla mammella dello Stato o influenzare le elezioni presidenziali, ma non si possono fare le due cose insieme. Che si facciano i fatti propri e che lascino che la gente si scelga il Presidente e i membri del Congresso.
4. Tassare chi scommette sugli hedge-fund. Per iniziare, abbiamo bisogno di un’immediata abrogazione degli assurdi e indifendibili limiti di tassazione pilotati dagli interessi privati, che consentono ai titani degli hedge-fund come Stevie Cohen e John Paulson di pagare aliquote di solo il 15 per cento sui loro miliardi di entrate sul gioco d’azzardo, mentre il comune Americano paga il doppio per istruire i propri figli e per far spegnere gli incendi. Sfido qualsiasi politico a schierarsi per la difesa di questa scappatoia nel corso dell’anno delle elezioni.
5. Cambiare il modo in cui vengono retribuiti i banchieri. Abbiamo bisogno di nuove legge che impediscano ai dirigenti di Wall Street di avere bonus pronta cassa che potranno esploderci in faccia in un secondo momento. Potrebbe essere: tu fai un affare oggi e potrai riscattare le azioni dell’azienda due o tre anni dopo. Ciò costringerebbe a investire nella salute a lungo termine della propria compagnia e non ci sarebbero più i Joe Cassano che si intascano bonus multi-milionari per aver distrutto le AIG del mondo intero.
Per citare l’immortale filosofo politico Matt Damon da “Il Giocatore”, "La chiave per il poker senza limiti è costringere un uomo a prendere una decisione per tutte le sue fiches." L’unica ragione per cui i Lloyd Blankfein e i Jamie Dimon del mondo continuano a sopravvivere è perché non sono mai obbligati, dai media o da chiunque altro, a mettere tutte le carte sul tavolo. Se Occupy Wall Street riuscirà a fare questo, se riuscirà a parlare ai milioni di persone che le banche hanno sloggiato dalle proprie abitazioni e che sono senza lavoro – potrà avere una possibilità di costruire un forte movimento popolare. Tutto quello che deve fare è puntare i fari nel posto giusto e il sostegno totale della gente per le vere riforme - da farsi subito, non dopo – arriverà in un attimo.
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Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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