venerdì 14 ottobre 2011

Indignati/I collettivi: il 15 occuperemo Roma


Indignati/I collettivi: il 15 occuperemo Roma

PaneAcqua,   12 ottobre 2011, 13:23

Indignati/I collettivi: il 15 occuperemo RomaPolitica     "Il 15 ottobre scendiamo in piazza per rimanerci. Portate una tenda", è chiaro il messaggio lanciato dal Coordinamento nazionale dei collettivi affidato ad un editoriale di Atenei in rivolta. Su Facebook adesioni all'evento


L'evento "OccupyRome" si diffonde su Facebook, dietro un cartellone-slogan altrettanto esplicito: sullo sfondo il Colosseo, il simbolo di una tenda da campeggio, con la scritta imperativa "non torniamo a casa portati una tenda", e la parafrasi del motto che ha portato al successo Obama "Yes we camp". La risposta che inizia a girare sul social network è entusiasta: "Sì. Occupiamo tuto".
"Il 15 ottobre è necessario andare oltre un corteo rituale, oltre una semplice sfilata che si concluda a San Giovanni. Vogliamo scendere in piazza per rimanerci, accamparci e porre un problema al potere, fino a quando questo governo non se ne sarà andato", si legge nell'editoriale di AteneinRivolta.
Dalla crisi dei mutui subprime - ricordano i collettivi "la crisi economica è venuta a bussare alla porta del "bel paese" chiedendo il conto (salato) di anni di sprechi, di speculazioni, di sfruttamento, di politiche scellerate che da sempre svendono i diritti dei cittadini per i profitti di pochi (soliti noti)".
Così "la storia non cambia, il metodo è sempre lo stesso: a pagare sono sempre i soliti, chi lavora, chi produce, chi rivendica una vita libera e dignitosa, ed ecco tagli all'università con la legge 133 del 2008 e successiva riforma Gelmini, ecco l'attacco di Marchionne ai diritti degli operai, ecco le solite facilonerie nei confronti degli impiegati della funzione pubblica". E "non contenti i signori dell'economia mondiale si sono buttati a capofitto - sempre con i soldi dei cittadini - nei mercati finanziari, ed ecco l'imminente catastrofe dinnanzi ai nostri occhi: l'Europa è a rischio default, a cominciare dalla Grecia".
Come nell'autunno dell'anno scorso, delle proteste contro la riforma Gelmini ei tagli all'università, i collettivi lo ripetono: non ci stanno a subire la "retorica del debito": "Questo debito non l`abbiamo contratto noi e dunque il loro debito non lo paghiamo". Ed è "con questo spirito ci accingiamo ad affrontare le giornate di mobilitazione che abbiamo davanti".
La prima - ricordano - oggi, 12 ottobre davanti alla Banca d`Italia, in occasione del convegno internazionale 'L'Italia e l'economia mondiale, 1861-2011' al quale parteciperanno il Presidente della Repubblica Napolitano e Mario Draghi, "per restituire al mittente la lettera firmata da Draghi-Trichet e contestare la manovra finanziaria dettata dalla Bce". Poi l'appuntamento è il 15 ottobre, "nella giornata internazionale contro il debito, riprendendoci le strade e facendo sentire la nostra voce contro la dittatura finanziaria imposta dalla Troika formata da Bce, Fmi e Commissione Europea". Ma per gli studenti i due appuntamenti o singole manifestazioni non sono sufficienti e avvertono "è solo un inizio di mobilitazione che dovrà necessariamente andare oltre, innescare una dinamica di mobilitazione permanente imparando dagli esempi greci e spagnoli". Ed per questo che il 15 ottobre non sarà "una semplice sfilata".
(TMNews)

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