«La lotta all'evasione non sia accanimento»
DOPO CORTINA/1. La protesta contro le cartelle pazze di EquitaliaL'analista Mandruzzato: «Distinguere tra i grandi che dribblano il fisco e le imprese tartassate»
08/01/2012
VENEZIA
Distinguere i grandi evasori dalle imprese e dai cittadini che arrancano a causa della crisi. È questo il dilemma che anima il dibattito in Veneto. Dopo il maxi blitz dell'agenzia delle entrate a Cortina alla vigilia di Capodanno che ha messo in luce una serie di eclatanti casi di evasione fiscale, il numero uno di Equitalia, Attilio Befera ha chiarito che l'incursione nella Perla delle Dolomiti prelude ad altre missioni degli 007 del fisco in giro per le capitali del lusso del paese. Servono misure forti e pugno di ferro, avverte. Messaggio che una parte del territorio interiorizza come necessario e una parte legge come vessatorio nei confronti di chi le tasse le paga ma si vede "strozzato" da una congiuntura assolutamente sfavorevole.
A farsi portavoce di questo malessere è stato il movimento autonomista 'Veneto Stato' insieme ad esponenti di 'Parlamento veneto' e della storica associazione imprenditoriale anti-fisco Life che hanno inscenato una protesta, quasi teatrale, di fronte alla sede di Equitalia a Treviso (bissata ieri a Verona da Forza Nuova). C'erano tre manichini col cappio al collo, uno striscione a declinare la quinta con su scritto "Strozzini di Stato".
La protesta di 'Veneto Stato' ha messo soprattutto sotto accusa le cosiddette cartelle pazze, documenti esattoriali recapitati da Equitalia in cui i pagamenti risultavano addirittura triplicati. Di fronte a una contrapposizione manichea tra chi vede in Equitalia il male assoluto e nell'evasione l'unico modo per mettersi al riparo da uno Stato che impone una tassazione eccessiva, c'è chi invoca un atteggiamento di riflessione. «Cominciamo col dire che Equitalia non può essere accusata del reato di usura - attacca Gianni Mandruzzato analista finanziario padovano da tempo a fianco dei cittadini e delle imprese insieme a Federcontribuenti -. C'è da dire, però, che la stessa Equitalia dovrebbe rispettare i limiti previsti dalla legge anti-usura: la 108 del 1996. In sintesi, il tasso soglia da applicare in caso di mora non può superare una certa percentuale».
«È evidente - prosegue - che ci sono casi di cartelle pazze che arrivano anche a triplicare il valore complessivo. Contro questi meccanismi stiamo conducendo una battaglia seria. Detto ciò, Equitalia è autorizzata dalla legge a operare come sta facendo, ma e non è autorizzata a superare i limiti prescritti dalla legge 108. Insomma, un conto è dare la caccia ai grandi evasori a Cortina e un conto è mettere in difficoltà i piccoli imprenditori che già sono appesantiti da una pesanti crisi generale».A.B.
Distinguere i grandi evasori dalle imprese e dai cittadini che arrancano a causa della crisi. È questo il dilemma che anima il dibattito in Veneto. Dopo il maxi blitz dell'agenzia delle entrate a Cortina alla vigilia di Capodanno che ha messo in luce una serie di eclatanti casi di evasione fiscale, il numero uno di Equitalia, Attilio Befera ha chiarito che l'incursione nella Perla delle Dolomiti prelude ad altre missioni degli 007 del fisco in giro per le capitali del lusso del paese. Servono misure forti e pugno di ferro, avverte. Messaggio che una parte del territorio interiorizza come necessario e una parte legge come vessatorio nei confronti di chi le tasse le paga ma si vede "strozzato" da una congiuntura assolutamente sfavorevole.
A farsi portavoce di questo malessere è stato il movimento autonomista 'Veneto Stato' insieme ad esponenti di 'Parlamento veneto' e della storica associazione imprenditoriale anti-fisco Life che hanno inscenato una protesta, quasi teatrale, di fronte alla sede di Equitalia a Treviso (bissata ieri a Verona da Forza Nuova). C'erano tre manichini col cappio al collo, uno striscione a declinare la quinta con su scritto "Strozzini di Stato".
La protesta di 'Veneto Stato' ha messo soprattutto sotto accusa le cosiddette cartelle pazze, documenti esattoriali recapitati da Equitalia in cui i pagamenti risultavano addirittura triplicati. Di fronte a una contrapposizione manichea tra chi vede in Equitalia il male assoluto e nell'evasione l'unico modo per mettersi al riparo da uno Stato che impone una tassazione eccessiva, c'è chi invoca un atteggiamento di riflessione. «Cominciamo col dire che Equitalia non può essere accusata del reato di usura - attacca Gianni Mandruzzato analista finanziario padovano da tempo a fianco dei cittadini e delle imprese insieme a Federcontribuenti -. C'è da dire, però, che la stessa Equitalia dovrebbe rispettare i limiti previsti dalla legge anti-usura: la 108 del 1996. In sintesi, il tasso soglia da applicare in caso di mora non può superare una certa percentuale».
«È evidente - prosegue - che ci sono casi di cartelle pazze che arrivano anche a triplicare il valore complessivo. Contro questi meccanismi stiamo conducendo una battaglia seria. Detto ciò, Equitalia è autorizzata dalla legge a operare come sta facendo, ma e non è autorizzata a superare i limiti prescritti dalla legge 108. Insomma, un conto è dare la caccia ai grandi evasori a Cortina e un conto è mettere in difficoltà i piccoli imprenditori che già sono appesantiti da una pesanti crisi generale».A.B.
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