lunedì 14 aprile 2014

Luiss = Lutto dell'Università Italiana Senza Sosta

Sul Monoteismo del mercato: l’appello dei docenti Luiss a favore dell’euro
di Sebastiano Caputo - 13/04/2014
Fonte: L’intellettuale dissidente 
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=48191
Questa è la parabola che ha portato questi sacerdoti travestiti da professori universitari a lanciare questo appello sulle pagine del Corriere: dal monoteismo cristiano (Università Pro Deo) si è passati poco a poco negli anni al monoteismo del Dio mercato (Luiss). Sempre Pasolini scriveva: “l’antecedente ideologia voluta e imposta dal potere era, come si sa, la religione; e il cattolicesimo, infatti, era formalmente l’unico fenomeno culturale che omologava gli italiani […] e come concorrente il nuovo potere già da qualche anno ha cominciato a liquidarlo”. E non è un caso che in una delle sedi a Roma, l’aula magna sia una chiesa sconsacrata.

Dopo la caduta del nazifascismo e del comunismo si è parlato in Occidente della fine delle ideologie, come se dopo un secolo d’ideologie assassine che avevano prodotto il male sulla terra si fosse finalmente entrati in un’epoca post-ideologica, o addirittura, in un’epoca anti-ideologica. Mentre i “sacerdoti laici” (Sorel) cantano e decantano questo ritornello, viviamo in realtà nell’epoca più ideologica della storia dell’umanità: quella in cui il pensiero unico neo-liberale ha colonizzato le nostre coscienze a tal punto da manifestarsi naturalmente. Scriveva Pasolini: “nessun centralismo fascista è riuscito a fare ciò che ha il fatto il centralismo della civiltà dei consumi”. Come si è potuta esercitare quest’omologazione del pensiero e dell’essere?
Probabilmente con la conquista da parte della classe dominante del potere economico (banche, imprese strategiche, ministeri) mediatico (televisioni e giornali) e universitario (università private). Lo studio di quest’ultimo – quello universitario – diventa invero imprescindibile per capire le dinamiche che determinano l’evoluzione del dibattito pubblico. Proprio sul Corriere della Sera di mercoledì 9 aprile è stato lanciato un appello dal titolo “Uscire dall’euro, una tentazione pericolosa” (leggi qui). Tra i firmatari Lorenzo Binismaghi, Franco Bruni, Marcello De Cecco, Jean Paul Fitoussi, Marcello Messori, Stefano Micossi, Antonio Paoda Schioppa, Fabrizio Saccomanni, Gianni Toniolo, tutti collaboratori, a vario titolo, alla Luiss School of European Political Economy (Sep). “Chi propone l’uscita dall’euro – scrivono – vuole in realtà tornare a quel modo di governare l’economia che la storia ha già condannato come fallimentare”. E poi allarmismi su inflazione, fluttuazioni, risparmi, debito pubblico, isolamento, emarginazione. Nessun argomento, soltanto demagogia.

Ma la cosa più grave è che questo appello non arriva da economisti indipendenti, ma da un’università, che seppur privata, dovrebbe essere per definizione il luogo post-ideologico (o anti-ideologico) dell’insegnamento. E meno male che l’acronimo “Luiss” sta per Libera Università Internazionale degli Studi Sociali. Libera da cosa? In realtà libera dall’egemonia cattolica, infatti quest’ultima nasce dalla trasformazione di un istituto preesistente: l’Università Pro Deo. Nel 1974 fu fondata da Umberto Agnelli (fratello di Gianni Agnelli, fondatore con Altiero Spinelli dell’IAI, membro del gruppo Bilderberg e all’epoca presidente di Confindustria), per poi calamitare finanziamenti da alcune banche e da gruppi industriali pubblici e privati (questi finanziatori si riuniscono dal 1985 sotto la sigla “Associazione Amici della Luiss”, oggi presieduta dal magnate Francesco Gaetano Caltagirone). Le università sono diventate fabbriche ideologiche e di consenso dove vengono formate le nuove leve anti-nazionali del capitalismo finanziario Questa è la parabola che ha portato questi sacerdoti travestiti da professori universitari a lanciare questo appello sulle pagine del Corriere: dal monoteismo cristiano (Università Pro Deo) si è passati poco a poco negli anni al monoteismo del Dio mercato (Luiss). Sempre Pasolini scriveva: “l’antecedente ideologia voluta e imposta dal potere era, come si sa, la religione; e il cattolicesimo, infatti, era formalmente l’unico fenomeno culturale che omologava gli italiani […] e come concorrente il nuovo potere già da qualche anno ha cominciato a liquidarlo”. E non è un caso che in una delle sedi a Roma, l’aula magna sia una chiesa sconsacrata.

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