Latina, retata al tribunale fallimentare: arrestati magistrato, cancelliere, sottufficiale Gdf, tre commercialisti
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/20/latina-retata-tribunale-fallimentare-arrestati-magistrato-cancelliere-sottufficiale-gdf-commercialisti/1524272/
Alla fine di una complessa inchiesta condotta congiuntamente dalle procure di Latina e Perugia (competente per i reati commessi dai magistrati laziali) oltre al giudice sono finiti agli arresti un cancelliere, un sottufficiale della Guardia di Finanza in servizio presso la Polizia giudiziaria della Procura di Latina, due commercialisti e un imprenditore. I reati contestati vanno dalla corruzione, alla corruzione in atti giudiziari, alla concussione, all’induzione indebita a dare o promettere denaro od altra utilità, alla turbativa d’asta, al falso ed alla rivelazione di segreto nonché all’accesso abusivo ad un sistema informatico e telematico aggravato dalla circostanza di rivestire la qualità di pubblico ufficiale.
Secondo l’accusa nel Tribunale di Latina vi era un consolidato sistema corruttivo, grazie al quale i consulenti nominati dal giudice nelle singole procedure concorsuali, abitualmente corrispondevano a quest’ultimo una percentuale dei compensi a loro liquidati dal giudice stesso. Un sistema oliato, che sarebbe stato promosso dallo stesso magistrato, che vedeva – alla fine – la “sterilizzazione” dei fondi delle società finite in concordato o fallimento, con un danno per i creditori.
In sostanza – secondo l’accusa – i conti di molte imprese sarebbero svuotati, mentre i curatori passavano una percentuale dei guadagni al magistrato. I passaggi ricostruiti dal Gip che ha emesso le misure cautelari mostrano un meccanismo quasi perfetto. Per prima cosa Lollo suggeriva ai futuri liquidatori come far arrivare i fascicoli sulla sua scrivania: bastava cambiare la sede sociale prima di presentare i libri in Tribunale, scegliendo la capitale pontina come sede legale. Per essere sicuri di ottenere l’assegnazione del procedimento al giudice Lollo, i commercialisti arrestati cambiavano poi lo stesso nome della società, sapendo che al magistrato toccavano i fascicoli sulle ditte comprese tra la lettera A e la G.
Antonio Lollo – da anni in servizio al Tribunale di Latina – avrebbe creato, secondo l’accusa, una fitta rete di complicità, in grado di avere informazioni confidenziali anche sulle eventuali indagini in corso. Il maresciallo della finanza Roberto Menduti, arrestato insieme al giudice, secondo la squadra mobile di Latina, avrebbe consultato abusivamente il registro della Procura, su richiesta di Lollo, per verificare l’esistenza di indagini sul gruppo. Una circostanza che ha portato i magistrati della Procura di Perugia a contestare l’accesso abusivo a sistemi informatici.
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