Banca centrale inglese contro i colleghi americani: “Il denaro non dipende da noi”
La ripresa economica si basa sulle iniezioni di liquidità della Federal Reserve, ma la Bank of England lancia l'allarme: "La teoria alla base è sballata"
di Orlando Cecini | 26 marzo 2014
Alt fermi tutti. La Banca Centrale Inglese pubblica un documento nel quale di fatto si dissocia dalla teoria quantitativa della moneta. Un documento che a partire dal sottotitolo farà discutere. Il messaggio è chiaro e semplice: “Tutto quello che avete imparato sulla moneta dai libri di testo di economia è sbagliato”. In sostanza, in un solo paper la Bank of England smonta il concetto fondamentale della teoria classica della moneta. A differenza della spiegazione abituale, secondo la BoE, le banche centrali non hanno un controllo diretto tanto meno un’azione diretta sulla quantità di moneta. Ma possono solo fare leva ritoccando il prezzo del denaro, ovvero iltasso d’interesse.
Pubblicando il suo solito bollettino, la banca centrale inglese stavolta ha cercato di rispondere a una di quelle domande tipiche dei bambini: da dove viene il denaro che spendiamo. E di fatto ha innescato un processo che potrebbe minare gran parte delle teorie economiche su cui si basa l’Occidente. Ai tempi del Golden standard tutto era più semplice. I soldi venivano dall’oro. O meglio, tanto denaro quanto oro stava nei caveau. Adesso in periodo di trasferimento elettronico la risposta è diversa: il denaro viene dalle banche commerciali e dai prestiti. Semplice. Ma in questo modo, la BoE ha ammesso che gli enti centrali di fatto non possono creare il denaro e quindi tutta l’attività di sostegno all’economia promossa in primis dalla Federal Reserve si basa su una teoria sballata.
“La politica monetaria agisce solo come ultimo limite sulla creazione di denaro”, si legge nel paper a firma di Michael McLeay, Amar Radia and Ryland Thomas, “la Banca d’Inghilterra ha lo scopo di assicurarsi che la quantità di moneta in circolazione nell’economia sia coerente con una inflazione bassa e stabile. In tempi normali, la Banca d’Inghilterra attua la politica monetaria impostando il tasso d’interesse sulle riserve. A sua volta questo influenza i tassi di interesse per l’economia reale, compresi quelli sui prestiti bancari”. In circostanze eccezionali, invece, quando itassi di interesse sono al loro limite inferiore (…) una possibile risposta sta nell’avviare una serie di acquisti di asset; ciò che comunemente si chiama Quantitative Easing o QE .
“Il QE – prosegue la BoE – è destinato a migliorare la quantità di denaro circolante nell’economia direttamente con l’acquisto di asset principalmente da società finanziarie non bancarie”. L’operazione inizialmente aumenta la quantità di depositi bancari in luogo delle attività vendute. Successivamente scatta la necessità di riequilibrio dei portafogli con l’acquisto di asset ad alto rendimento. La sequenza di tali compravendite stimola la spesa. Le riserve delle banche centrali correlate agli stimoli economici sono il sottoprodotto del QE, ma non sono la parte fondamentale del gioco come erroneamente – sostengono gli analisti della BoE – viene raccontato da molti analisti e commentatori. “Questo articolo spiega come, proprio come in tempi di normalità, queste riserve non si moltiplicano se non in parallelo ai depositi che le rappresentano”.
Insomma, non è denaro gratis per le banche. In quanto tale prima o poi andrà ripagato. E qualcuno dovrà farlo. Ecco in sostanza la famosa bolla. In molti diranno che è la scoperta dell’acqua calda. Che da anni i dimostranti di Occupy Wall Street sostengono la stessa cosa, oltre ad altre numerose teorie. A differenza di Occupy – ovviamente – dopo aver smontato la teoria del QE la BoE si ferma. Non abbraccia altre filosofie, tanto meno spiega cosa succederà in futuro, quando a un certo punto scoppierà la bolla creata per sostenere artificialmente la ripresa economica.
Già ma il fatto che a mettere nero su bianco tutto ciò sia una banca centrale rende la questione molto illuminante. “Abbiamo discusso di come il denaro viene creato nella moderna economia”, concludono i tre analisti. “La maggior parte del denaro in circolazione è creato, non per le macchine da stampa della Banca d’Inghilterra, ma dalle banche commerciali stesse: le banche creano denaro ogni volta prestano a qualcuno o acquistano un bene. E in contrasto con descrizioni presenti in alcuni libri di testo, la Banca d’Inghilterra non controlla direttamente la quantità di base né quella aggregata”. Eppure da anni gran parte dei media spiega che sono proprio le banche centrali ad avere il timone della nostra economia. Andiamo bene.
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