mercoledì 4 gennaio 2012

In un anno 357 suicidi solo tra i disoccupati

CRONACA

La crisi ne ammazza 1 al dì

Ricerca Eures: in un anno 357 suicidi tra i disoccupati.


L'ultimo in ordine di tempo si chiamava Antonio Losciale. Si è tolto la vita impiccandosi nel box che utilizzava come deposito del suo piccolo negozio di climatizzatori di Trani. Gli agenti della polizia di Stato hanno cominciato a sentire persone informate sui fatti per capire in quali situazioni economiche si trovava e per accertare se aveva dovuto far ricorso a usura. In questo inizio di 2012 la lista degli italiani strangolati dalla crisi (leggi: La crisi che uccide) è sempre più lunga. Sono imprenditori, pensionati, ma anche disoccupati. Come nel caso di Tommaso, segnalatoci da un lettore. Figlio di quel Salento simbolo di divertimento e spensieratezza, 22 anni. Ha festeggiato il nuovo anno, ha ballato e salutato gli amici, poi, verso le 4 del primo giorno del 2012 si è ucciso nella campagna pugliese. Uno dei tanti giovani che l'Italia ha perso, lasciandoli senza scopo.
UN SUICIDIO AL GIORNO. E se ora queste morti hanno iniziato a fare notizia, il fenomeno è cominciato da tempo, nel silenzio. Secondo una ricerca dell'Eures, dal crollo finanziario del 2009 tra i disoccupati si è registrato un suicidio al giorno. Con un aumento quasi del 40% tra i disoccupati. L'istituto di ricerche economiche e sociali, in una ricerca relativa al 2009, già delineava un aumento record dei suicidi per motivi economici. E rilevava che a pagare questo prezzo sono sempre più gli uomini, più fragili rispetto alla perdita di ruolo determinata dal licenziamento.Sono stati 2.986 i suicidi commessi in Italia nel corso del 2009, anno in cui non era ancora evidente la portata della crisi economica, con un aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente.
3 UOMINI OGNI DONNA. La scelta di farla finita è aumentata sia tra gli uomini che tra le donne, ma l'incidenza della componente maschile (78,5% contro il 21,5% di quella femminile) ha raggiunto già nel 2009 il valore più alto mai registrato negli ultimi decenni, con un indice di mascolinità pari a 364,4 suicidi compiuti da uomini ogni 100 femminili. Privati del lavoro, senza autonomia economica, gli uomini più facilmente sentono smarrita la loro identità, si perdono.
Il peso della componente economica, secondo l'indagine, è chiaro: sono stati infatti 357 i suicidi compiuti da disoccupati nel 2009, con una crescita del 37,3% rispetto al 2008. Nel 76% dei casi si tratta di persone espulse dal mercato del lavoro (76%). Anche in termini relativi appare evidente come il lavoro costituisca un vero e proprio discrimine: nel 2009 si sono registrati 18,4 suicidi ogni 100 mila disoccupati contro 4,1 suicidi tra gli occupati.
NEL 2009 198 VITTIME. Il numero dei suicidi per ragioni economiche hanno raggiunto nel 2009 il valore più alto degli ultimi decenni: 198 vite perse, con una crescita del 32% rispetto al 2008 e del 67,8% rispetto al 2007. In termini relativi, i suicidi per motivi economici sono arrivati a rappresentare nel 2009 il 10,3% dei casi «spiegati», nel 2000 la percentuale si fermava al 2,9%. In questa fascia  il 95% dei casi riguarda uomini. A livello generale, il suicidio è più diffuso tra gli anziani, e più al Nord che nelle altre aree del Paese, anche se nel Mezzogiorno si è registrata nel 2009 la crescita più consistente. Un altro drammatico segno: dove la crisi impatta di più, lì le vite vengono spazzate via.
Martedì, 03 Gennaio 2012

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